Mercoledì sono andato a vedere Drive. E in un certo senso non ho ancora smesso di farlo.
Esci dal cinema gonfio di questo film, anch’io voglio reggere i silenzi come il guidatore che non ha nome ché non gli serve, legare l’orologio intorno ai polsi del volante, guidare piano nella luce notturna, dentro Los Angeles, che sembra un acquario.
C’è una scena in un ascensore in cui c’è tutto – tutto – la grazia e la violenza, insieme, nello stesso piccolo spazio, nell’intervallo di pochi piani, una accanto all’altra, incredibilmente vicine, gli ascensori non saranno più gli stessi, come potrebbero?
C’è un ritmo bello e difficile a cui bisogna abituarsi, è pieno di silenzi, i dialoghi hanno pause lunghe e dentro le pause ci sei tu nel buio, immobile, che trattieni il fiato.
Ryan Gosling è l’attore che tutti vorremmo come genero. Ho letto questo sulla genesi del film: la Universal aveva comprato i diritti del libro e hanno chiamato Gosling per sapere se voleva farlo. E lui ha detto Ok, però il regista lo devo scegliere io. E lui ha scelto Refn. Non è un ragazzo adorabile? E questi due faranno insieme anche il prossimo film, che si chiamerà Only God forgives, e uscirà nel 2012. È come De Niro e Scorsese però è meglio perché allora io non ero ancora nato.
Se vivete a Milano, ho una cosa per voi. La prossima settimana all’Anteo, all’Arcobaleno e al Mexico (rispettivamente lunedì, martedì e giovedì) lo danno in lingua originale. Andate a vedere Drive. Fidatevi.