Basta con il proibizionismo. E' arrivato il momento di cambiare strategia.
Questo è quello che emerge dal rapporto del Global Commission of Drug Policy, commissione che annovera tra i firmatari del rapporto l'ex presidente dell'Onu Kofi Annan, il premio Nobel per la letteratura Vargas Llosa e il patron della Virgin Richard Benson.
Dal documento traspare un secco no alla criminalizzazione, a vantaggio di un approcio "sanitario" al problema.
I tossicodipendenti non vanno più visti come criminali ma bensì come malati, mettendo fine alla ghettizzazione e alla marginalizzazione delle persone finite nel tunnel.
E' un cambiamento epocale dopo 50 anni di lotta dura al mercato della droga, ma è proprio il fallimento di questa politica ad aver aperto gli occhi ai "saggi".
Negli ultimi dieci anni il consumo di stupefacenti è costantemente aumentato, non si è riuscito a dare un alternativa valida ai poveri coltivatori dell'America Latina e non sono stati raggiunti risultati importanti nella lotta alle grandi organizzazioni malavitose, che sul merfcato della droga hanno fondato il loro impero.
Un fallimento di portata mondiale.
Ora anche i potenti iniziano a capire che qualcosa non ha funzionato.
Proibire le droghe non ha disincentivato il consumo ( e onestamente non era difficile prevederlo, basta pensare al proibizionismo americano) unica alternativa sembra essere quella di aprire gradualmente le porte alla legalizzazione, iniziando probabilmente dalla cannabis.
Di pari passo bisognerà lavorare intensamente sul versante sociale, cercando di reimmettere nella società tutti quegli individui che sono stati posti ai margini a causa della loro dipendenza.
Non è un elogio al drogato, sarà importante informare i giovani sugli effetti di ciò che assumono (cosa che vale già ora per due "droghe" come nicotina ed alcool) ma non si può più far finta di niente limitandosi ad un "non si fa".
La strada è ancora lunga e probabilmente una politica internazionale più morbida nei confronti delle droghe è ancora lontana, ma , come si dice, anche la più lunga delle marce inizia con un piccolo passo
Magazine Salute e Benessere
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