Non credo di aver mai sofferto di depressione dopo-parto. Anzi, non l'ho mai creduto.Mi spiego meglio: quanto è nata lei mi sentivo molto bene, euforica inizialmente, certo stanca, sempre più stanca, ma è una condizione normalissima durante i primi giorni di vita di un neonato. Mi sentivo molto sicura di me stessa, in grado di cavarmela benissimo da sola. Infatti è stato così da subito, tutto filava liscio, mi sentivo capace di fare la mamma. Per lo meno, dal lato più "tecnico" dell'impresa. Sentivo che tutti i miei dubbi espressi durante i mesi di attesa - devo dire la verità, io non ero molto convinta di avere un figlio - stavano lentamente svanendo, ed ero certa di saper gestire la situazione nel migliore dei modi. In due parole mi sentivo sicura di me stessa e molto felice.Poi è mancata mia nonna.Ho vissuto con lei per trent'anni, dire che per me è stata la mia seconda mamma è riduttivo, ed ancor oggi non trovo il modo per alleviare il dolore che provo per la sua perdita.All'inizio ho reagito di petto: ho una bambina da crescere, pensavo, non posso crollare di certo adesso, forse lei è arrivata proprio al momento giusto, per lenire delle ferite enormi che mai più si cicatrizzeranno. Mi sono aggrappata a mia figlia; infatti e come sempre, ero certa di quanto fossi forte e di quanto sapessi gestire la situazione dal lato pratico. Forse troppo pratico.Mi sentivo sempre più stanca, più nervosa e più triste. Litigavo spesso con mio marito e raramente mi faceva piacere uscire di casa e ricevere amici. Quando succedeva di andare fuori, ogni pretesto era buono per farmi saltare i nervi e per voler tornarmene a casa. La bambina, pur essendo un tesoro, si faceva sempre più impegnativa, non solo mentalmente, ma soprattutto fisicamente. Il colpo di grazia l'ho ricevuto quando sono rientrata a lavoro e ho dovuto separarmi da lei portandola all'asilo nido. E' stata molto dura: per quanto fosse pesante occuparmi di lei, la ritenevo l'unica fonte di ogni mio sorriso. A quel punto ho incominciato ad avere qualche dubbio: forse non solo il mio dolore e la mia tristezza erano dovuti alla perdita di una persona così cara, forse c'era qualche cosa dentro di me che improvvisamente si era come oscurato, non stava più bene con il mondo esterno e a contatto con gli altri, e la cosa peggiore era che non ne sapevo il motivo. Forse perchè il motivo non esisteva.La maternità è certamente un'esperienza meravigliosa, ma tende ad isolare la madre da tutto ciò che le sta intorno, focalizzando la sua totale attenzione esclusivamente sul suo bambino. Ne scrivo soltanto ora perchè dopo parecchi mesi "bui", mi ritrovo finalmente ad essere la persona allegra e spiritosa di un tempo, ho nuovamente voglia di uscire, ridere e scherzare e mi sento al massimo delle mie potenzialità e del mio benessere. Insomma, credo di aver attraversato il mio piccolo tunnel nero e di essermelo finalmente lasciato alla spalle. Non credo nemmeno di sapere come ho fatto, forse è una fase fisiologica o una "tappa obbligata" che tutte le mamme attraversano, forse sono una persona dal carattere molto forte che non si è totalmente chiusa dentro sé stessa, o semplicemente era così che doveva andare.A tutte le mamme che stanno leggendo questo post, e che si sento dentro al piccolo tunnel nero, non saprei davvero dare nessun consiglio. Dico solo che siamo in tante ad esserci sentite così, ed a sentirci così tutt'ora e che prima o poi passa. Non rinchiudetevi dentro la vostra tristezza, ma parlatene, e fate qualsiasi cosa che vi faccia stare bene, che sia un disegno, cantare una canzone, picchiare vostro marito, andare a ballare o confidarvi con un'amica. Apritevi insomma. Anche per quanto riguarda le piccole cose. Perchè funziona.
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