Dubito fortemente che tu possa capire

Creato il 29 maggio 2013 da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
Il Semplice Portavoce, colui che ha scelto scaltramente di tenersi fuori da qualsiasi incarico istituzionale per poter più comodamente insultare e polemizzare contro tutto e contro tutti, scrive oggi di "aver capito". Li capisce quelli che non hanno votato M5S. Li liquida con la solita strafottenza sarcastica, perfetto cerone coprente le mancanze propositive.
Riassumendo, ecco il profilo di chi non ha votato per il Movimento Cinque Stelle: quelli che "tengono famiglia", quelli privilegiati, quelli sciocchi e non in grado di capire quanto stanno sbagliando. A chi non ha votato il suo Movimento, Beppe riserva sprezzante comprensione, li compatisce insomma. La visione manichea di Grillo è fatta di separazioni da trincea: c'è l'Italia A e l'Italia B. Il fanatico ha sempre bisogno di ricondurre il confronto a livelli primordiali, banali, per assumere identità nell'offesa dell'altro.
Riassumendo ulteriormente, ci sono due modi per fare le cose, scelte politiche comprese: quello grillino e quello sbagliato. Se non voti per il M5S non puoi avere altri motivi che quello di non capire dove sta la verità. Sei uno che sbaglia oppure un privilegiato, non ci sono altre spiegazioni. In realtà è Grillo a non avere possibilità di comprendere ragionamenti più complessi, pena emicrania falcidiante. Intelligenza, costruttività, propositività, spirito critico, sono privilegi che Grillo non può annoverare, essendo per lui entità estranee.
Riassumendo fino all'osso, in modo che anche Grillo possa capire: se non voti Movimento Cinque Stelle, sei Casta!, se dialoghi sei Inciucio!, se usi il periodo ipotetico e non offendi con soprannomi, farcendo il tutto di vaffanculo, sei pennivendolo intellettualoide di regime!
Il fanatico conosce solo il proprio metro di valore e di giudizio. Sta a lui investirti della dignità ex ante, sta a lui togliertela ex post. Poco importa se il tuo comportamento sia rimasto coerente (perché Grillo e accoliti confondono volentieri "coerenza" con "ottusità"). Hai deluso le sue aspettative, quindi ora tu, ingrato stupido che non hai saputo far tesoro della sua investitura, torni nella polvere della Casta. È accaduto a Milena Gabanelli, elevata suo malgrado a candidata al Colle e sempre suo malgrado subito ridotta a pupazzo del regime, appena ha osato molestare l'augusta figura del capetto. Accade ora alla gente, quella gente che avrebbe dovuto garantire l'inesorabile avanzata della demagogia grillina, e che ora, tradendo le aspettative del comico, diventa d'incanto massa di privilegiati ottusi.
In tutto l'articolo, il mea culpa per i risultati elettorali non c'è. Ci si limita a un "Il M5S ha commesso errori, chissà quanti". Già, chissà quanti, magari Grillo potrebbe iniziare a elencarli per fugare quell'astratto "chissà". Ma la parola "autocritica" non rientra nel vocabolario di chi "capisce tutto di tutti". Incolpare sempre gli altri, in perenne stato di vittimismo, viene molto più facile.
Non ci piove che nei tradizionali partiti abbondino comportamenti delinquenziali, ma ciò non toglie una sola goccia dal secchio degli sputi di Beppe Grillo, ricolmo fino all'orlo di mediocrità, sterile polemica, pochezza di contenuti, vacuità demagogica, ricatti psicologici sulla violenza sociale, tanta vanità e stupida furbizia.
Che il Semplice Polemizzatore arrivi a capirlo, penso sia tecnicamente impossibile. Chi sa di mancare di contenuti alla prova dei fatti dell'impegno parlamentare, può soltanto protrarre la polemica del disimpegno e della demonizzazione dell'altro, aggiungendovi il marketing politichese dell'"errore nella strategia di comunicazione".
Ma tutto ciò conta davvero poco. Ognuno capisce ciò che può permettersi di capire, e nulla più. Vale per tutti, vale anche per me. Ad esempio io non capisco come mai per molti elettori del M5S la soluzione consista ora nel mandare un individuo come Grillo, benestante milionario che si tiene fuori per propria convenienza da ogni impegno istituzionale, a rappresentare le istanze degli ultimi nei dibattiti in tv. Non capisco nemmeno come mai un movimento che fa della panzana dell'"uno vale uno" il proprio vanto, non richieda piuttosto un televoto per sostituire il proprio "Semplice Portavoce", alla luce della recente caporetto. Sarei tentato di capir male, ovvero che il proprietario del marchio aziendale non si possa mettere in discussione.
Ma tant'è, ognuno capisce fin dove può capire. Vale per tutti, anche per quello sempre un gradino sopra gli altri, sempre migliore, sempre pronto a dileggiare gli avversari. Anche per lui, che dall'alto della sua risata scema è certo di "capirci tutti", un poco tutti schifandoci. A meno che non si applauda entusiasti alle sue comparsate.
K.

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