Due anni con Paperblog

Creato il 19 aprile 2012 da David Incamicia @FuoriOndaBlog


Era l'autunno del 2010 quando fui contattato da Silvia, nome divenuto ormai familiare a tantissimi blogger, che mi chiese con garbo ma in modo assolutamente persuasivo di aderire al progetto editoriale della neonata piattaforma di Paperblog, un moderno e dinamico aggregatore che esattamente da due anni consente a migliaia di blog, i cui contenuti sono solitamente destinati ad un pubblico di nicchia, di essere fruiti dal vastissimo popolo dei netizen attraverso un vero e proprio web-magazine quotidianamente aggiornato. In quell'occasione, un po' vinto dalla curiosità e un po' desideroso di cimentarmi con una platea di lettori potenzialmente più ampia, non esitai ad aderire all'invito di Silvia, che di Paperblog è responsabile della comunicazione per l'Italia. Così come non ho avuto di nuovo alcun dubbio a risponderle affermativamente quando, qualche giorno fa, s'è rifatta viva per chiedermi se fossi disponibile ad essere intervistato, al pari di altri blogger, per celebrare in modo originale il secondo compleanno di Paperblog. E' stato per me un ulteriore e gradito attestato di stima, sicuramente inatteso, dopo che già varie volte, nel corso di questi mesi sempre segnati da una piacevole collaborazione, la redazione di Paperblog aveva deciso di selezionare i post di Fuori Onda Blog come articoli del giorno.

Ecco allora l'intervista in questione, che pubblico di seguito rivolgendo a Silvia e alla grande comunità di Paperblog - ma pure a me stesso - l'augurio di poter festeggiare ancora molti compleanni insieme.


Chi è David Incamicia? Raccontaci di te.
Ho sempre avuto un po' di pudore a parlare di me, forse per il timore di eccedere nella retorica autoreferenziale che decisamente disprezzo allorquando la riscontro negli altri. Non mi sottraggo però alla domanda e provo a condividere con voi le informazioni che mi riguardano e che considero più importanti e significative. Sono un quarantenne siculo-calabro-lucano felicemente sposato e padre di due figli, che ormai da 16 anni lavora alle dipendenze del Ministero della Giustizia occupandosi di servizi statistico-contabili e di risorse umane. Nutro la passione per la politica e mi interesso delle questioni riguardanti la cosa pubblica fin da giovanissimo, anche se da qualche tempo mi sono allontanato dalla partecipazione attiva e preferisco definirmi "politicante pentito" non tollerando più le degenerazioni della partitocrazia italiana. In passato ho ricoperto vari incarichi nelle istituzioni locali e sono stato dirigente politico molto "sui generis". Nel senso che è sempre stato difficile catalogarmi in modo netto sul piano dell'appartenenza, circostanza che mi ha puntualmente causato noie dentro i soggetti nei quali ho militato. Del resto, come recita la descrizione del mio blog, mi considero piuttosto un irregolare delle idee, un po' lib e un po' lab a seconda dei temi trattati, sempre disponibile a lasciarmi contaminare e pronto a navigare controcorrente oltre le rigidità degli ideologismi. "Debolezza", questa, che ho finito per pagare anche nella mia pluriennale esperienza di dirigente sindacale territoriale. Nella vita, però, ogni cosa assume rilevanza sociale ed è in fondo "politica". Vale a dire condivisione di valori, arricchimento continuo nel confronto con gli altri. E oggi di strumenti che possono consentire ad ognuno di misurarsi virtuosamente con la "Polis" ne esistono tantissimi, a partire dal buon utilizzo che si può fare della Rete e dall'impegno sociale a tutto tondo, senza bisogno di costringersi entro i confini degli apparati di potere e delle corporazioni quali appunto sono diventati i partiti e i sindacati. In proposito, proprio per dare ancora sfogo alla mia sensibilità civile e in attesa che sorga presto un progetto liberale e riformatore (magari in continuità con l'azione del governo Monti) che metta al centro della propria iniziativa politica i nuovi diritti, la legalità e il valore della Nazione, sono attualmente iscritto a varie Onlus attive nel campo della solidarietà, dei diritti umani e della ricerca scientifica. Quel poco di tempo libero che mi resta lo impiego negli studi universitari e, tra un post e l'altro, nella lettura di saggi sociali.


Parlaci del tuo blog: a chi ti rivolgi e su quali argomenti ami dibattere?
Nel mio Fuori Onda Blog, che è online da dicembre del 2009, mi sono sempre occupato dei temi più stringenti dell'attualità politica e sociale italiana, prediligendo le questioni legate ai diritti e alle tante forme di disagio che attanagliano la nostra società e analizzando quest'ultima nei suoi vari risvolti etici, culturali ed economici. Non disdegno, ovviamente, il commento ai fatti della politica in senso stretto ma sforzandomi sempre di evitare i condizionamenti dell'opinione dominante sul web, dove per le cose che affronto e per come le scrivo sono ben consapevole di rappresentare un punto di vista assolutamente minoritario. In estrema sintesi, non scrivo mai badando alle preferenze o alle aspettative dei potenziali lettori ma restando fedele alla mia personale percezione rispetto alle questioni di cui mi occupo nel tentativo di trasferirla ai lettori stessi; e anche quando ritengo necessario esternare sentimenti forti come l'indignazione o la rabbia provo a farlo senza cedere agli istinti populistici, purtroppo assai di moda dalle parti del web, e proponendo ragionamenti pacati che siano comunque in grado di stimolare suggestioni. Attraverso i miei post, dunque, non punto a raggiungere quanti più utenti o visitatori possibili ma a far sì che quelli che raggiungo abbiano ben chiaro ciò che penso dopo avermi letto.


Quanto tempo dedichi al blog e che tipo di rapporto intrattieni con i tuoi lettori?
Come forse si è compreso sono molto legato al mio blog, a prescindere dall'audience e dai riconoscimenti esterni che, come detto, non inseguo. Agli inizi gli dedicavo più tempo rispetto ad oggi, addirittura con la media di una pubblicazione al giorno. Poi, però, quell'entusiasmo ha dovuto scontrarsi con l'esigenza di gestire i tanti impegni familiari, personali e professionali che scandiscono il mio quotidiano e ora riesco a postare uno o due articoli a settimana. Per quel che riguarda il rapporto con i lettori ho sempre usato rispondere a tutti i commenti ricevuti, anche a quelli meno benevoli, e confrontarmi con i followers più intraprendenti e disposti all'interlocuzione in particolare sulla pagina Twitter del blog stesso.


Quali sono i blog che segui con maggiore interesse?
Mi rendo conto di essere in questo caso incoerente con la mia condizione di blogger - specialmente per l'accezione, a mio modo di vedere sbagliata, che comunemente se ne dà facendola coincidere con quella del "citizen journalist" - ma i blog che seguo di più non sono pubblicati da sconosciuti netizen come me bensì da giornalisti e opinionisti cosiddetti mainstream. Trovo molto interessanti e stimolanti, ad esempio, le riflessioni divulgate attraverso i loro blog da intellettuali di orientamento laico e liberale in genere. I miei preferiti in assoluto sono Eugenio Scalfari, Massimo Cacciari e Beppe Severgnini, ma leggo pure Massimo Teodori, Oliviero Beha e ogni tanto Roberto Saviano. Fra i blog degli esponenti politici, invece, apprezzo quelli di Fabio Granata, Giorgio La Malfa ed Emma Bonino.


Qual è, a tuo avviso, lo stato di salute della blogosfera italiana e quale futuro si prospetta per i blog?

Non sono un esperto di classifiche e trovo irritanti tutti quei meccanismi che servono a stabilire graduatorie fra i siti e i blog. Comprendo che oggigiorno anche su Internet vigono le dure regole del marketing ma a me interessa più lo stato della blogosfera da un punto di vista normativo, soprattutto alla luce dei ripetuti tentativi delle istituzioni e delle authority di limitare lo spazio di libertà del web. In proposito, ho condiviso nei mesi scorsi molte battaglie della Rete contro la minaccia della censura in ogni sua forma, dal famigerato "bavaglio" alla subdola e pretestuosa esigenza di garantire maggiore tutela al diritto d'autore, tanto che mi sono di recente iscritto all'associazione Agorà Digitale convinto che il futuro della democrazia sia strettamente legato a quello del web stesso. In questo senso sono molto fiducioso, pur con le evidenti difficoltà di coesistenza fra sistemi di potere in genere e comunità digitale, proprio perché considero la Rete il più grande strumento di partecipazione diretta di cui oggi possono disporre le masse. E il vento di libertà, come insegnano i fatti dei Paesi Arabi, non può essere arrestato in nome di vincoli tecnicistici, di esigenze propagandistiche e perfino degli interessi finanziari di entità sovranazionali che mirano a ruoli di monopolio nel settore della comunicazione. I blog, oltre ad essere numerosi, sono i veicoli principali di quel vento e tutti insieme rappresentano una diga invalicabile che continuerà a garantire, almeno in Occidente, il diritto dei cittadini ad esprimersi e ad essere informati senza filtri. Anche in Italia, pertanto, sarà respinto l'ennesimo assalto che giusto in questi giorni viene portato da certa politica - evidentemente soggiogata a ben noti particolarismi - all'indipendenza e alla vita stessa dei blog con l'inserimento "di straforo", nella nuova bozza di Ddl sulle intercettazioni definita dal Ministro della Giustizia Paola Severino, del cosiddetto comma "ammazzablog".


In occasione del secondo anniversario di Paperblog facciamo il punto della situazione. Cosa ne pensi del nostro progetto? Quali erano le tue aspettative prima di aderirvi e quali conclusioni puoi trarne oggi?
Premetto che il mio blog, proprio sulla fortunata scia dell'adesione al progetto di Paperblog, si è successivamente iscritto ad altre piattaforme di aggregazione. Tuttavia, ritengo che la peculiarità forse unica proprio di Paperblog sia lo spiccato senso di "equità digitale", in virtù del quale tutti i blog coinvolti possono effettivamente sentirsi parte attiva del progetto concorrendone al consolidamento in itinere e partecipando dei risultati conseguiti. E' quanto, attraverso i contributi del mio blog, personalmente avverto da quando faccio parte della famiglia di Paperblog. E a distanza di due anni non posso che essere grato a Silvia, referente per la comunicazione della sezione italiana del progetto sempre cortese e disponibile, per avermi a suo tempo convinto circa l'opportunità di una mia collaborazione. Se in quell'occasione avessi risposto di no, oggi sarei senza ombra di dubbio "blogger" di nome ma non di fatto, e mi sentirei molto meno consapevole della straordinaria opportunità sociale, culturale ed umana rappresentata dal networking. Anche per questo, buon compleanno Paperblog.


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