Magazine Maternità
Amore mio, oggi hai compiuto ventisette mesi.
Questo sarà stato (spero) l'ultimo complemese che avrò passato interamente con te (o quasi, visto che ora sei dai nonni).
A meno che non cada di sabato o domenica, s'intende.
Sono molto, molto felice di essere stata con te così a lungo: ho lavorato tanto per potermi permettere di farlo, ma mi sento comunque privilegiata.
E' stato un periodo prezioso per entrambe, durante il quale abbiamo imparato a conoscerci giorno dopo giorno, ora dopo ora, sfumatura dopo sfumatura.
La notte ancora non si dorme, spero che i nuovi ritmi sonno-veglia ti (ci) portino conforto.
Ma veniamo a noi e alle tue esperienze!
Ieri siamo andate insieme a portare i moduli per l'iscrizione all'asilo, e lo hai visitato per la prima volta.
Spero di ricordarmi per sempre l'espressione di meraviglia che ho visto nei tuoi occhi.
Qualche giorno fa ti abbiamo regalato questo puzzle di Peppa Pig.
Il giorno dopo già li completavi da sola come se non avessi fatto altro fino ad allora.
Urge acquistare nuovi puzzle!
Ne sono sempre stata appassionata anch'io e sono felice che ti piacciano tanto.
E' poco onorevole da scrivere, ma questo è anche un diario della tua crescita: fai la cacca sempre nel vasino, da un mese a questa parte.
Inoltre, grazie alla pappa reale che ti ha dato il pediatra, mangi con più appetito e hai raggiunto il ragguardevole peso di 11 kg.
Ti piace l'armonia tra i colori: per esempio, se vuoi far scoppiare un palloncino (attività estremamente divertente) giallo, scegli una matita gialla.
Idem per il didò: la formina del triangolo è verde, e allora vuoi usare il didò verde.
Ti piacciono moltissimo le forme: la tua preferita è l'esagono. Dici "essago", ma sai perfettamente di cosa parli.
A proposito di linguaggio, ti fai capire molto meglio rispetto a pochi mesi fa. Ogni giorno impari parole nuove o ne tiri fuori di vecchie (evidentemente avevi immagazzinato tutto e adesso, trac!, spunta il granchio -ganco- che papà ti aveva mostrato al mare).
L'altro giorno eri a casa dei nonni e io ero andata a salutare un'amica. Al mio ritorno mia mamma mi fa, allarmata:
"Elisa ha appena messo in bocca qualcosa di marrone che era in mezzo ai suoi giochi, ma non so cosa fosse e non c'è stato verso di fargliela sputare, sarà meglio portarla al pronto soccorso pediatrico?"
Io ti ho chiesto cosa ti fossi messa in bocca e tu hai risposto "OTTO!!! Otto, nonna! Otto, mamma!".
Cosa sarà mai stato?
(La risposta alla fine del post, hihihi).
Parli in terza persona, e il tuo nome è Ezisa. Non si sa perché. Comunque ti dona.
Cerchi di insegnare le lettere dell'alfabeto ad Attila, che ti guarda apparentemente interessato.
La tua bisnonna maestra sarebbe orgogliosa di te.
Conti a voce fino a venti, e fino a quattro oggetti.
Cerchi le forme, lettere e volti dappertutto: nelle nuvole (UP!), in quello che ti circonda e che sembra non contenere quella forma e poi appare anche ai miei occhi adulti.
L'altro giorno eravamo alle giostrine di Auchan, c'è la camionetta dei pompieri che ti piace tanto perché una volta un bimbo simpatico si è seduto accanto a te e ti ha insegnato che fa "ninoninoninoninoninoooo".
A un certo punto sei lì che guidi e mi dici, indicando il volante "UAI!!! UAI!!!", e io non capisco, poi guardo l'interno del volante
ed ecco che vedo la Y, la uai come la chiami tu, che le lettere inglesi le pronunci all'inglese.
Hai molta fantasia, lo stendibiancheria con sopra le lenzuola diventa la casa sull'albero costruita da Nonno Pig (chi l'avrebbe mai detto che una famiglia di maiali sarebbe stata così educativa?).
Ti piace disegnare.
Questa è una "tata capei icci" fresca di giornata.
Ogni tanto hai bisogno di essere interrotta e contenuta.
Ti si dice di non fare una determinata cosa, e tu insisti, guardandoci con sfida e furbizia.
E quando ti mettiamo in punizione ci dici grazie.
Te ne stai seduta sulla tua poltroncina, mentre ti diciamo perché sei seduta lì, prometti di non farlo MAI PU' e poi ci chiedi scusa.
Ci sentiamo un po' cuori di pietra, ma sembra che questo sistema funzioni, senza urla né minacce né brutti gesti.
A proposito di urla: di veri e propri capricci -ma questo lo dico a bassa voce- non ne hai più fatti.
Ci provi, vedi che non attacca, io forse ho capito anche meglio come prenderti e... funziona.
Ti lascio salire in auto da sola, e se ci vogliono tre minuti anziché uno pazienza.
Posso dedicarti tutto il mio tempo. Non c'è fretta. Avrai tutta la vita per andare di fretta.
Ti amiamo tanto, cucciola.
P.S. Otto era semplicemente un pezzo di gianduiotto, rimasto chissà perché in mezzo ai suoi giochi.
Meno male che la Nonna non è andata al pronto soccorso, sennò riderebbero ancora.