IL LIMITE DELLA NEVE, LA NUOVA POESIA FINLANDESE, CURA E TRADUZIONE DI ANTONIO PARENTE, PREFAZIONE DI SIRU KAINULAINEN, MIMESIS 2011
1. Il linguaggio della credibilitá di strada:la poesia enfatizza la performance e la chiarezza del messaggio. L’obiettivo é che la poesia possa raggiungere qualsiasi “passante”, capace di comprendere un testo poetico con i propri mezzi…Essenziale per questo stile é il raccontare una storia…
2. L’io scomposto in forma poetica: gruppo caratterizzato dalla dispersione del soggetto poetico, dalla sua frammentarietá e dalla problematica che ne deriva. In queste poesie l’io é costruito come parte delle pratiche culturali, come l’insieme delle molte variabili e non piú come soggetto la cui funzione esauriente é dar vita alla poesia.
3. Poesia sperimentale e da sperimentare: in questo tipo di poesia contemporanea, l’argomento o il tema è spesso marginale, mentre è comune l’uso del metalinguaggio. “Io” è la parola che appare meno nei testi.
(dalla presentazione)
Mi sembrano importanti un paio di considerazioni generali che il prefattore fa a proposito dell’io”:
“A volte l’io nella nuova poesia è a suo modo una sorta di posa del ruolo poetico, un io inconscio del suo ruolo. L’uso della “poesia di ruolo” (…) è parte dell’irrisolta questione dell’ io: con l’aiuto e attraverso l’altro si puó comprendere il proprio io, e nello stesso tempo mettere in evidenza la sua dipendenza dagli altri “…
“Le tendenze etiche ed ecologiche e le prese di posizioni furtive iniziano anche ad apparire sempre piú prepotentemente nella nuova poesia, dove un tema che emerge in maniera sempre piú consistente, oltre all’io, é anche quello della responsabilitá globale. La tendenza nel genere della nuova poesia menzionata é la presa di distanza dall’io, che prende forma in una vasta gamma di definizioni, passato e presente, come parte di noi e degli altri, di ruoli e immagini. (…) In una parola, l’io della lirica centrale tradizionale è un costrutto, non piú adatto a tener unita la poesia, in quanto si enfatizza di continuo come l’esperienza del mondo sia soltanto parziale”.
Temi suggestivi: da approfondire.
Una considerazione molto generale e parziale: leggendo queste poesie é innegabile come il problema dell’io rappresenti una condizione intellettualistica assai lontana dall’essere e dalle sue manifestazioni. Si avverte, una sorta di globalizzazione dei contenuti, non molto divergenti dalle sperimentazioni italiane, fortemente caratterizzate da questo io frammentato. Ma immagino che questa situazione rappresenti il vissuto delle cittá moderne, ormai simili in tutti i continenti.
Si avverte, invece, una maggiore vivacitá di contenuti nei poeti che mantengono vivo il rapporto con i microcontesti: il paesaggio, gli oggetti, la banalitá quotidiana, atteggiamento che in Italia é messo al bando come minimalismo becero e che invece, in un contesto di sbriciolamento dei linguaggi, funziona da deterrente al non saper nominare, in quanto generalmente in questo gruppo di poeti la lingua si tiene vicina alle cose e quindi vicina al significante, pur sempre con quella freddezza che é tipica delle operazioni metaletterarie, dei manifesti.
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Simile impressione, a sentire la presentazione di Peter Kral, dell’altro volume antologico RAPPORTI DI ERRORE, SEDICI VOCI NUOVE DELLA POESIA CECA CONTEMPORANEA,TRADUZIONE DI ANTONIO PARENTE, Mimesis 2010, in cui l’ambito delle scelte é “l’esplorazione poetica”, cioé “l’affermazione di una visione personale”. La contemporaneitá della poesia “non la si puó determinare dall’esterno, secondo l’argomento o il tema implicito, ma soltanto dal profondo”. Un approccio critico, dunque, totalmente diverso, che opera differenze in base a una ricchezza e complessitá del testo che opera sí, nella contemporaneitá, ma che si differenzia nell’ambito della percezione, dell’immaginazione, dello stile.Leggendo l’antologia, si percepisce l’effetto di una babele linguistica che, come dicevamo, rappresenta la complessa situazione della modernitá, in parte ereditata dal novecento e poi attecchita intorno a una sorta di sensorialitá soggettiva che non riconosce piú l’unitá del soggetto ma che lo rifrange secondo modi e visioni.
Anche in questo caso le cose piú notevoli mi sembrano quelle di poeti che nella loro parola scelgono di stare piú vicini alle cose, con effetti quantomeno di coerenza, di ristrettezza o di vicinanza dello sguardo non importa.
Testi di : Katerina Bolechová, Petr panger, Wanda Heinrichová, Ladislav Selepko, Miroslav Fimeister, Ladislav Purl, Viktor pacek, Milan ediv, Ladislav Zedník, Gabriel Pleska, Jakub Rehák, Jirí Koten, Ondrej Macura, Eva Koinská, Ondrej Buddeus, Jakub Cermák.