Il giudizio di Marco GoiSummary:
Due giorni, una notte è il nuovo film dei fratelli Dardenne. I due reucci del cinema neorealista belga tornano con una storia minimalista e ordinaria delle loro, la vicenda di Sandra, una donna che vorrebbe tornare al proprio posto di lavoro dopo un periodo di assenza per depressione. Pur rimanendo all’interno delle coordinate del loro cinema, quello che li ha visti acclamati nei principali Festival mondiali con film come La Promesse, Rosetta, Il figlio e il recente Il ragazzo con la bicicletta, questa volta Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno dalla loro parte una stella di prima grandezza. La protagonista di Due giorni, una notte è infatti l’attrice premio Oscar Marion Cotillard, una delle migliori interpreti in circolazione e una delle più abili ad alternare pellicole di richiamo per il grande pubblico come Inception e Il cavaliere oscuro – Il ritorno e progetti più autoriali e di nicchia come Un sapore di ruggine e ossa, C’era una volta a New York e appunto questo Due giorni, una notte.
Un altro pezzo che sentiamo insieme ai personaggi all’interno del film è la celebre “Gloria” di Van Morrison e della sua band Them, suonata in autoradio. Nella pellicola vi è poi spazio pure per “Kili Watch”, spensierato brano anni ’60 firmato dal gruppo belga The Cousins, che non avrebbe sfigurato all’interno della colonna sonora di Grindhouse – A prova di morte di Quentin Tarantino. I Dardenne non riempiono allora le loro pellicole di canzoni, come fa spesso il regista pulp americano, però ci regalano comunque alcuni momenti musicali molto piacevoli. E in questo caso soprattutto molto, ma molto anni Sessanta.
di Marco Goi per Oggialcinema.net