Francesca Woodman
Capisci di me
Capisci di me
quello che vuoi capire.
Il comodo che c’è
tra un sandalo e un pantalone largo,
su un divano.
Tra una collina lontana che,
guardata da qui,
non stanca, né opprime.
Capisci di me il solo raggio di luce
che vedi dal cono d’ombra in cui finisce chi cerca.
Per sé.
Per semplificare.
Quello che costerebbe troppa fatica.
Capisci di me la sola parola che hai sentito
di tredici che sono state pronunciate.
La più comoda al tuo teorema.
L’anticipo del vento
Come lo sapeva
questo tabaccaio sconosciuto
che lì dove andavo
mi sarebbe servito
un accendino controvento?
Come ha capito (da cosa)
che acquistavo
sigari da viaggio
e andavo dove infuria la bufera
e la carta brucia male
(figuriamoci il tabacco)?
E’ questo piccolo anticipo di vento
il gesto che non chiede;
il regalo.
Il gesto che riceve.
Una folata che verrà.
di Roberto Carvelli
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