da oggi Diario vi offrirà, nel suo piccolo, uno sguardo sulle nuove tendenze e i cambiamenti che una tecnologia come l’e-book sta apportando all’intero mondo dell’editoria: per chi scrive, per chi pubblica e, soprattutto, per chi legge.
Oggi ci occuperemo del self-publishing, argomento caldo dall’arrivo in Italia di un titolo come Switched, scritto e auto-pubblicato dalla giovane Amanda Hocking e pubblicato in Italia dalla Fazi editore.
Come ormai sapete, è arrivato da poche settimane in libreria Switched, proclamato caso letterario non tanto per le qualità intrinseche del romanzo quanto per le modalità con cui è giunto alla ribalta. Amanda Hocking, scrittrice statunitense ventisettenne, non trovando un editore disposto a credere nel suo romanzo decide, nella primavera del 2010, di autopubblicarlo in formato e-book tramite i servizi proposti da Amazon.com. Nell’arco di alcuni mesi, Switched comincia ad ingranare e a vendere; agli inizi del 2011 i tre titoli della Trylle trilogie, di cui Switched è il primo capitolo, entrano nella classifica dei 50 libri più venduti in America.
A due anni di distanza, Amanda Hocking si presenta come il fulgido esempio del self-pubblishing: è un’autrice da 2 milioni di copie digitali vendute e un contratto editoriale con una grossa casa editrice statunitense, il sogno americano fatto realtà nell’era digitale del ventunesimo secolo. Questa scrittrice è solo la punta di quell’iceberg che è la nuova serie di scrittori giunti al successo grazie all’auto-pubblicazione – un numero comunque esiguo rispetto a tutti gli autori che scelgono questa strada. L'equazione autore + self-publishing = successo è stata distorta dalle grosse campagne marketing virali, da cui emerge la falsa promessa di grandi dati di vendita solo grazie all'auto-pubblicazione. Solo in rari casi arcinoti questo nuovo metodo di pubblicazione è risultato vincente, mentre per tutti gli altri – la quantità ovviamente maggiore – è risultato totalmente inefficace. Ciò che ci si chiede è quali siano le implicazioni di questo nuovo trend in ascesa e se si possa parlare realmente di una rivoluzione nel fare letteratura.
John Locke - primo autore a superare il milione di copie
autoprodotte su Amazon.com
Tra i lati positivi del self-publishing dobbiamo di sicuro inserire la possibilità di pubblicare la propria opera a prezzi irrisori per gli scrittori che sono stati esclusi dall'editoria tradizionale. Grazie a questo metodo non si incorre nella piaga dell'editoria a pagamento – vanity press – anche se si rischia di mettere in secondo piano la qualità dei testi: utilizzando questa via di pubblicazione, infatti, viene a mancare una figura fondamentale quale è quella delll'editor, che si occupa di limare e migliorare un testo grezzo. Il lettore, inoltre, avrà l’opportunità di scoprire validi autori sconosciuti che, per problemi di marketing o di trend del momento, non vengono presi in considerazione dalle case editrici e ai quali non viene dato il giusto spazio.
Grafico delle prodotti pubblicati tramite Editoria tradizionale
e Self- publishing al 2009
(fonti: Bowker )
Cosa ne pensate voi del self-publishing? Siete d'accordo con questa nuova forma di pubblicazione o contrari?