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E caldoro gioca il tressette a perdere -

Creato il 11 maggio 2012 da Ciro_pastore

E CALDORO GIOCA IL TRESSETTE A PERDERE - La Campania come la Grecia: rischio default E CALDORO GIOCA IL TRESSETTE A PERDERE La gravità della situazione è tale che è indispensabile allargare il sostegno politico alla Giunta Regionale Come avevo già scritto molti mesi fa (http://lantipaticissimo.blogspot.com/2012/02/anche-in-campania-solo-un-governo.html ) la situazione economica della Campania è simile a quella greca. C’è necessità di interventi draconiani per cui è indispensabile allargare il sostegno politico alla Giunta in carica. In quell’articolo citato precedentemente, invocavo la nascita di un governo tecnico capace di risolvere gli atavici problemi della nostra regione. Ma a quanto pare, si preferisce dare vita ad una versione partenopea del “rigore montiano”. La Campania è una regione che racchiude in sé, ed all’ennesima potenza, tutti i mali del Paese. Debolezza del sistema industriale (sulla via della totale sparizione), peso preponderante del sistema pubblico e parastatale, pervadenza assoluta della criminalità organizzata, che da una parte sostiene l’economia locale con i “soldi sporchi” da riciclare ma, dall’altra, uccide ogni possibile forma di riscatto per il futuro. Una Campania che assiste alla fuga dei suoi migliori cervelli e, dall’altra, non sa offrire prospettive occupazionali ad una generazione di giovani con scarsa formazione e carente attitudine all’imprenditorialità. Una Regione in cui tutta la classe politica negli ultimi decenni ha costruito il consenso mediante la creazione di una costellazione di partecipate (piccole e grandi) che si sono rivelate stipendifici, utili, al massimo, per distribuire a pioggia fondi europei o risorse interne e nazionali, con annesso sistema corruttivo. La crisi economica mondiale con le susseguenti riduzioni di trasferimenti alle regioni ha soltanto accelerato un processo comunque già in atto. Oggi i nodi vengono inevitabilmente al pettine ed il Governatore Caldoro, così come dichiara in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica Napoli, ha preso atto dell’impossibilità di poter assumere scelte difficili ed impopolari, tanto da invitare l’opposizione, ma in concreto una parte del PD, a “partecipare ” ai processi decisionali. Per ora non si tratta di un ribaltone, ma gli somiglia parecchio. Infatti, Caldoro si affretta a chiarire all’intervistatore che non assisteremo ad un rimpasto in stile Prima Repubblica. Semplicemente, si richiede al Partito Democratico di dare attuazione pratica alle proprie dichiarazioni di disponibilità a partecipare ai processi decisionali. Insomma, per dirla con un linguaggio più diretto e meno in “politichese”: in cambio del tuo appoggio riguardo a scelte impopolari, io ti offro “posti” in ruoli di responsabilità nella sanità e nei trasporti. Insomma, una nuova stagione del “consociativismo ecumenico” nella logica del più stantio “volemose bene”. Più che una svolta in stile montiano, sembra la chiamata in gioco che si attua nel gioco del tressette. Non sono un grande conoscitore delle strategie di quel gioco, ma mi pare di ricordare che esiste il cosiddetto tressette a perdere, che è una divertentissima variante del tressette tradizionale, in cui lo scopo del gioco è non fare alcun punto. Molti sanno che il Tresette a perdere è un gioco individuale e che, quindi, si gioca tutti contro tutti, senza squadre e in cui vince chi, alla fine, ha totalizzato il minor numero di punti. Caldoro, consigliato da alcuni vecchi volponi del PSI craxiano, sembra proprio un furbesco giocatore di tressette a perdere. Gioca su un tavolo con tre contendenti: il primo è egli stesso, il secondo è il suo presunto alleato, il PDL, ed il terzo è il suo supposto nemico, il PD. Ma da abile giocatore gioca individualmente una partita apparentemente “a perdere” che, in sostanza, è a vincere, come nel tressette. Ma, mi spiego meglio. Caldoro parte alle elezioni 2010 come una sorta di “foglia di fico” per il PDL cosentiniano, un volto “umano” e dai contorni trasparenti, da contrapporre a quel marpione di De Luca che, nonostante lo sfacelo consegnatogli da Bassolino, quasi quasi rimetteva in sesto la baracca del centrosinistra alle ultime regionali. Ma Caldoro, complice il sostegno strumentale della UDC, vince anche senza convincere. Appariva ai più, una sorta di Re Travicello, in costante balìa di un PDL perfetta macchina elettorale, allora invincibile in Campania. Pian pianino, però, sotto il sottile baliatico dei su citati ex garofanini, Caldoro ha saputo consolidare la propria posizione in Consiglio Regionale ed allacciare un’alleanza di ferro con il principale esponente della nuova UDC, a cui aveva chiesto le dimissioni in cambio della poltrona di assessore, per assicurarsene imperitura fedeltà. Nello stesso tempo, come sempre accade, la pattuglia degli uomini affiliati alla sua lista in Consiglio si è andata decisamente infoltendo, liberandolo dall’asfissiante abbraccio del PDL che ora, conscio di aver allevato una “serpe in seno”, morde il freno e scalpita. La situazione attuale, però, consente all’ex Re Travicello di dettare le regole del gioco, per una serie di motivi che vado ad elencare. Primo: nessuno dei componenti del Consiglio Regionale in carica vuole elezioni anticipate, benché meno prima di quelle nazionali; con l’aria di antipolitica che tira, troppo arduo farsi ricandidare, figurarsi farsi rieleggere. Secondo: nel PDL sono in molti quelli pronti a sfilarsi dalle rovine del post-berlusconismo per trovare un nuovo e più sicuro accasamento. Terzo : fra gli stessi consiglieri PD, molti dei quali storicamente abituati a gestire il potere per ottenere il consenso, non si disdegnerebbe una “nuova fase” di compartecipazione e spartizione. Insomma, a ben vedere, “Caldorino” sta crescendo rapidamente, complice un tessuto ampio e trasversale di politici (vecchi e nuovi) che ne guidano le scelte e che, soprattutto, gli preparano il campo, da perfetti “pontieri”. Nel frattempo, però, la situazione economica e sociale della Campania è prossima all’implosione. Nelle prossime settimane assisteremo, infatti, ad un BIG CRUNCH che, in cosmologia, è un'ipotesi sul destino dell'Universo. Secondo tale teoria, l’Universo smetterà di espandersi ed inizierà rapidamente a collassare su se stesso. Ma mentre tutto ciò sta per accadere, i nostri governanti si attardano a giocare a tressette… Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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