lucca, piazzale verdi, ore 06:05
“buongiorno, avrei bisogno di fare l’abbonamento pegaso per il mese di gennaio”
“eh, non mi va il terminale… non stampa i biglietti, non si può fare… provi alla stazione, glielo possono fare anche lì”.
lucca, stazione, ore 06.10
davanti a me un signore alla biglietteria.
“allora… mi dai… otto biglietti da 90 km, cinque da 30 km, sei da 80 km, dieci da 20 km e sette da 70 km”.
penso, forse è per il campionato mondiale di aritmetica, invece mi sa che è il tabacchi-giornali di fronte.
il bigliettaio conta assonnato i diversi gruppi di biglietti, poi su un foglio di carta scrive i prezzi e il risultato delle moltiplicazioni, poi fa la somma.
io nel frattempo divento idrofoba.
finalmente tocca a me, sono le 06:25. (l’ora alla quale parte l’autobus).
“buongiorno, il pegaso di gennaio, per favore”.
“ha la tesserina?”
“ho quella provvisoria”
“ASPETTI CHE GUARDO SE E’ ARRIVATA QUELLA DEFINITIVA”
e va nell’archivio della STASI evidentemente perchè non torna mai.
alla fine arriva con la mia tessera nuova fiammante.
“un abbonamento per gennaio”
si mette al computer, un computer a pedali, scrive tutto quel che c’è da scrivere, poi si alza e sparisce.
capisco che alla stazione di lucca (capoluogo di provincia) non hanno la stampante per ogni computer ma una in rete per tutti.
che infatti non va.
“la stampante è rotta, mi dia la tessera che glielo compilo a mano”.
nome…
cognome…
abbonamento…
“scusi, mi da quello vecchio che così vedo QUANTO COSTA?”
io sono sempre più sbalordita.
alla fine esco dalla stazione consapevole di aver perso l’autobus.
ma mi sbaglio.
perchè l’autobus è in ritardo.
e quando arriva capisco il perchè.
è un rottame dell’anteguerra che regge l’anima coi denti, duro come una littorina e DIACCIO marmato.
mi siedo e sospiro.
non può andare peggio di così.
ovviamente in ufficio non vanno i termosifoni.