E’ (finalmente) giunta l’alba di una nuova era nella baia?

Creato il 13 dicembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Croce e delizia per tutti gli amanti del basket NBA a trazione anteriore (e con minimali concetti di difesa) i Golden State Warriors versione 2012-2013 hanno iniziato la nuova stagione con il piede giusto, occupando, anche grazie alla favolosa vittoria di questa notte contro i campioni in carica di Miami, la quinta posizione nella conference occidentale
Le difficoltà incontrate sin ora da Lakers, Mavericks, Rockets e Hornets hanno certamente contribuito a far innalzare le quotazioni della squadra della baia, ma bisogna anche considerare le interessanti statistiche di squadra (ed individuali) registrate in questo inizio scoppiettante di stagione dalla compagine californiana.
Golden State ha concesso, in queste prime 22 partite meno di 100 punti a partita (98.8 per la precisione) attestandosi come la 7th miglior difesa della Western Conference meglio di Rockets, Mavericks, Suns, Blazers e Nuggets (tutte al di sopra dei 100 punti concessi). E’ questo un dato che di sicuro aiuta a gettar le basi per un progetto-playoffs che la squadra californiana insegue dal lontano anno di grazia 2006-07.
Analizzando invece la prestazione nella metà campo avversaria, si può osservare come il minor valore di punti messi a referto (99.7 con il 45% di tiri dal campo) rappresenti la volontà da parte dello staff tecnico di sacrificare leggermente la produzione offensiva al fine di disporre di una difesa più incisiva, sopratutto nelle veloci transizioni offensive avversarie.

Tuttavia va anche analizzato il rendimento di chi aiuta a far crescere le quotazioni della squadra giallo-blu in vista di un possibile (ma non certo assicurato) accesso ai playoffs.
Escludendo da tale discorso il povero Andrew Bogut (il quale ha appena fatto in tempo a disputare 4 gare con la sua nuova maglia prima di abbandonare le scene per un nuovo infortunio) il potenziale offensivo dei Warriors è garantito principalmente da Stephen Curry (20 punti con 6.5 assist di media) e sopratutto da uno strepitoso David Lee, titolare di una doppia doppia di media da 18.1 punti e 11 rimbalzi, il tutto in 38 minuti d’impiego.
Per l’ex Knicks occorre integrare le statistiche su citate aggiungendo anche la media di 24 punti a referto negli ultimi otto incontri di GS (con un parziale di 7 vinte ed una persa, per altro contro in non irresistibili Magic).
Il futuro poi è garantito da due giovani come Klay Thompson (16.4 a sera al suo secondo anno) ed Harrison Barnes, settima scelta assoluta all’ultimo Draft, e già capace di contribuire con 9.1 punti e 4.6 rimbalzi in 26 minuti di media. A completare lo starting line-up è il sorprendente nigeriano Festus Ezeli, ragazzone al primo anno che garantisce energia e fisicità sotto i tabelloni.
In aggiunta non si può non citare i preziosi servigi del sesto uomo Carl Landry, giocatore snobbato da tante squadre quest’estate e che a GS sta garantendo statistiche di grande qualità (13.3 punti e 6.9 rimbalzi) unita a quella grande forza di volontà che da sempre contraddistingue il prodotto di Purdue University.

Analizzando quindi i valori presenti nel roster della squadra della baia si può quindi segnalare un deciso miglioramento da parte di molti ragazzi pronti a mettersi all’opera anche ai playoffs, portando Golden State di diritto tra le squadre – sorpresa di questa stagione.

Lo si è detto più volte, ma occorre ancora sottolineare come la lotta per le ultime piazze ai playoffs sia un discorso molto serio e difficile da affrontare, e se si ipotizza un recupero dei Lakers (attualmente in 11esima posizione), è lecito pensare che squadre come Rockets, Timberwolves e Nuggets si contenderanno al fotofinish l’ultimo posto utile per la post season, in una contesa a cui di sicuro Golden State non vorrà mancare.


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