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Era il 1985, io avevo 9 anni e già un solo colore (anzi due) nel cuore, quello bianconero.
Erano gli anni di Scirea, di Cabrini, ma il mio mito era Michel, per me ha rappresentato quello che Del Piero ha rappresentato per le recenti generazioni, forse grazie a Lui mi sono avvicinato così tanto e così presto a questo sport. Avevo così tanta passione da ricordare ancora oggi il litigio con i miei genitori per svegliarmi all’alba a vedere la Coppa Intercontinentale quello storico 8 Dicembre, mentre tutti dormivano, io a soli 9 anni, sul divano a sentire l’inconfondibile fischio “eterno” delle trombette di Tokyo, in quegli anni contorno inconfondibile di una competizione dal “sapore” unico.
Ebbene, dovete sapere che grazie a mio Padre nell’estate proprio di quell’anno mi trovai a forse 5 mt. Da Michel Platini, c’erano gli allenamenti e mio Padre riuscì ad entrare con me in una zona privilegiata a ridosso dell’ingresso degli spogliatoi dei giocatori, quando arrivò Michel (lo ricordo ancora, elegante con il suo borsone in mano), mio Padre chiese di poterlo salutare da vicino, e Michel si rese disponibile,
ma lì successe l’incredibile, il mio cuore batteva forte, non per il mio mito però, ma per il pastore tedesco del Finanziere che ringhiava deciso verso di me, ebbi un blocco e tirai indietro la mano di mio padre, che cercò in ogni modo di convincermi, ma io nulla, in quel momento c’era solo il Pastore Tedesco a catturare la mia attenzione, Platini esitò giusto qualche secondo, poi mio Padre, evidentemente imbarazzato, si scusò e “Le Roi”entrò negli spogliatoi.
Ancora oggi conservo quel ricordo, come uno dei miei maggiori “rimpianti” a livello sportivo. Mi è capitato di incrociare e stringere la mano a calciatori più o meno famosi, fra cui recentemente proprio Antonio Cabrini, ma ovvio che quell’occasione è rimasta per me unica….o quasi….
Infatti a fine Agosto mi sono recato con mia moglie e i miei figli a visitare lo Juventus Museum e non nego che quando ho iniziato a vedere le maglie originali di Platini e la Coppa intercontinentale in esposizione un brivido mi è corso dietro la schiena, quando poi ho visto la gigantografia di Michel Platini, proprio non ce l’ho fatta….ho detto : “O adesso o mai più !”.
Ho chiesto a mia moglie di prendere la macchina fotografica e ho chiesto di farmi una foto con “Le Roi” Michel, stavolta nessun pastore tedesco all’orizzonte !
Insomma, 27 anni dopo l’obbiettivo è stato raggiunto, come a dire:
Mai perdere le speranza, prima o poi un’altra occasione capita sempre !
Oggi Platini ha ben altro ruolo, ma per me Michel Platini rimane nei miei ricordi quel formidabile nr.10 che da bambino mi faceva “stropicciare” gli occhi .
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