Magazine Diario personale

E’ giunta l’ora che io faccia coming out.

Da Gattolona1964

Lo sapevo che prima o poi ci ricadevo, i vizi e le abitudini lussuriose ed amabili sono dure a morire! Mi ero persa in un labirinto senza via d’uscita tra i meandri complicati e imprevedibili di v.v. (vite virtuali), libri da presentare e Presepi da premiare. Di lei non ne volevo più sapere, mi faceva anche un pò schifo, vi dirò. Quasi quasi la buttavo via, non mi serviva più, senza accorgermene le stavo togliendo il giusto ruolo e l’amore che merita. Non l’ho più osservata con occhio amorevole, non l’ho sostenuta quando me lo chiedeva, non ho voluto ascoltare i segnali che mi inviava,  ma io spavalda e cinica, l’ho umiliata ed imbruttita. Non se lo meritava, anche se mi ha fatto molti torti e si vendica spesso, mi ha sempre voluto bene e questo non dovevo farglielo.  Le avevo quasi tolto il saluto, mettendo in dubbio per diversi mesi che fosse lei la mia migliore ed amatissima amica del cuore. Due giorni fa l’ho cercata al telefono, era spento, cosa strana per lei, che se lo porta anche sotto alla doccia e mentre è seduta sul w.c. Le ho lasciato diversi messaggi in segreteria, dicendole che mi mancava molto, chiedendole di perdonarmi se l’avevo trascurata. Le ho anche confessato tra lacrime e singhiozzi, che sono ancora nonostante tutto, innamorata persa di lei. Non sono certa che mi abbia creduto, non risponde a ‘sto cellulare! Quando vuole essere antipatica sa come farlo, sa come ferirmi e quali metodi usare. Io fossi in lei non ci crederei più, sono  le solite retoriche parole che dice quando è convinta di non farcela e di non riuscire a rialzarsi. E’ solo quando sta male e le tornano gli attacchi di panico, che si ricorda dell’altra, di quella che c’è sempre se lei le chiede aiuto. L’altra donna, l’amante, la più importante tra lei e gli altri, l’unica persona che sa ancora chiedere per favore e rispondere grazie ogni volta che qualcuno le fa un complimento, che peraltro odia, o l’aiuta in un qualche modo. Avviene raramente che si lasci guidare e consigliare, non avviene quasi mai che una persona si offra per farlo, di solito è lei che sale in cattedra e vuole in mano la bacchetta del direttore d’orchestra! Chi glielo fa fare di continuare a farsi vedere, conoscere e mettere il mostra quel suo corpo ancora affamato di vita e di linfa del conoscere. In nome di che cosa, non l’ho ancora capito! Non credo voglia candidarsi a Beata e Martire, non mi sembra il tipo giusto. In fin dei conti prima di questa vita, le sue quindici vite le ha vissute tutte, appieno e con totale consapevolezza di ciò che faceva o diceva. Questo io lo so molto bene, la conosco più di chiunque altro, più di tutti quei dottoroni che ha frequentato spendendo fior di soldi, risolvendo poco ma crescendo e capendo da sola qual’era il suo bene e cosa le faceva male. Che pretesa alticcia hanno gli psichiatri! Sono presuntuosi e credono di aver capito il cervello umano e le curve che fa a suo piacimento, se avessero veramente capito non ci sarebbero tutti quei poveretti come lei, come me e come miliardi di persone che usano medicine per placare le ansie create dal cervello. Me l’aveva confessato senza reticenza anni fa,  dicendomi” Non ascolto i tuoi pareri, faccio da sempre ciò che mi pare e  piace”. Anche ribelle la signora, la cosa per me si fa ancora più intrigante! E’ uno dei motivi per i quali a suo tempo mi ero innamorata di lei. Bella, inavvicinabile, testarda, imprevedibile ed accattivante. Anche molto vanitosa, ma è femmina, perciò….E’ molto arrabbiata con me, non l’ho più guardata in viso, non le ho più fatto una carezza su quel viso ancora sensuale. Non mi sono più degnata di aiutarla a fare la ceretta in casa, come facevo quando lei era una ragazza e non aveva nemmeno i soldi per piangere. Non le ho più fatto il pedicure ed il manicure, non le ho dato lo smalto alle unghie dei piedi, anche se è inverno e i piedi sono quasi sempre al coperto. Lei va pazza per gli smalti dai colori più vivaci, io me ne sono fregata dei suoi piedi e delle sue mani. Non l’ho più pettinata, non le ho regalato un abito nuovo, non le ho più fatto trovare sotto al cuscino un completino intimo di pizzo nero o macramè, nemmeno una camicina da notte di sangallo, adora questi stracci; io ancora una  volta, ho fatto finta di niente. Quindi mi sono decisa, e facendomi violenza l’ho combinata grossa, ma non mi devo vergognare a confessarvelo: l’ho seguita, pedinata, mi sono appostata e ora so anche dove abita. O non me lo ricordavo più, non so dirlo, i ricordi degli ultimi tempi sono molto confusi, la stanchezza ha preso il comando e mi stavo disinnamorando di lei. Bella donna ancora! Accidenti a lei, ha circa la mia età ma  non dimostra i suoi anni, beata lei, io invece me li sento addosso come attaccati con il super attak! Come faccia a “tenersi sù” questo non mi è dato saperlo, le amiche bene, pensano che si sia fatta qualche ritocchino, invece so per certo che è tutta naturale, ci potrei scommettere. Al massimo avrà fatto qualche iniezione di vitamina attorno agli occhi, ma più in là non è andata, ha una paura folle di ospedali e siringhe! L’ho spiata con un cannocchiale, sono rimasta più di due ore al freddo, intirizzita dalla brina del mattino, ma volevo capire a che cosa si dedicava senza la mia ingombrante presenza. Ho visto che ha ricominciato la cyclette,  pedalava in canottiera e pantaloni del pigiama, sudando come se stesse zappando la sua vigna. Alle orecchie il solito ipod per attingere adrenalina, doveva essere molto arrabbiata perché nella fronte aveva la fascetta da “Rambo”. Quando mette la fascetta è incazzata con il mondo e non le si può rivolger parola: meno male che non mi vedeva, mi ero nascosta bene, tra gli alberi, ma il freddo ai piedi che ho patito è indescrivibile! Ne valeva la pena però! Quando ho compreso che le sue gambe, ancora abbastanza toniche, rallentavano la pedalata ho capito che aveva terminato i suoi quaranta minuti canonici, se ne stava per andare a fare la doccia e non mi sbagliavo. Ha tolto l’ ipod dalle orecchie, l’ha buttato sul suo cuscino, non si è detersa il sudore per dimostrare a se stessa che aveva fatto un grande lavoro fisico, sai che roba! Sono mesi che non faceva più nemmeno un addominale, me l’hanno detto i nostri amici…Poi, finalmente si è diretta, in bagno. Ho dovuto cambiare albero, mi sono dovuta mettere tra la sua siepe per avere la finestra del bagno davanti agli occhi e continuare con ardore e curiosità  a spiarla. Non è cambiata di una virgola: ha acceso la radio, ha aperto l’acqua della doccia, ha aspettato circa dieci minuti prima  di entrare, consumando non so quanti litri d’acqua. Nel box doccia intanto si formava la solita nuvola di fumo grigio, si è denudata completamente, senza pudori o vergogne: se lo può ancora permettere, ri accidenti a lei! , ma non aveva freddo, così nuda e sudata?. Finalmente si è decisa, ma senza fretta alcuna, ad entrare sotto alla cascata dell’acqua. In quel preciso istante, mentre lei con un piede entrava nel box doccia, io iniziavo a tremare, pensando che potevo averla persa per sempre. Vedevo benissimo le sue forme arrotondate e mi sembrava di poterla accarezzare e proteggere con la mano. Il suo seno è ancora uguale ad allora, quando glielo toccavo senza il suo permesso, le natiche sono ancora robuste, ridanciane ed hanno bisogno di ginnastica, ma la fascia rossa sulla fronte non mente: si rimetterà in forma!Il suo seno ha la forma di due pompelmi maturi, non l’ho visto cascante, leggermente abbassato questo sì, forse perchè ha allattato? E’ rimasta una buona mezz’ora sotto all’acqua, con le tendine di pizzo antiche annodate, i vetri lucidi a specchio della grande finestra erano liberi, e lei libera di essere guardata da chiunque si trovasse alla finestra o sul proprio balcone in quell’istante. A lei questo piace molto, è disinvolta e cammina incurante di tutto e di tutti, sculetta ancora come fanno le ragazzine, ha un ben coraggio! Beh almeno lo ammette che le piace piacere, non fa mistero del suo essere civetta e civettuola, vanitosa e presuntuosa, convinta ancora di far perdere il senno ai professori delle scuole superiori che frequentava! Questo dato di fatto,  la fa quasi godere, al limite dell’impudicizia: se fosse sola in casa so con certezza che girerebbe nuda, l’ha già fatto in passato quando rimase sola per tanti anni. “Mi sento libera così, che male c’è? Solo nuda posso respirare e non ho fame d’aria, non mi occorrono compresse e mi sento leggera.  Senza catene, con il corpo non stretto nemmeno dentro ad un paio di slip, figuriamoci dentro agli abiti! Avvolta dentro a calze e ad abiti mi sento morire, non lo faccio per lussuria o vanità, non voglio sentirmi oppressa nemmeno dalla biancheria!” mi diceva sempre, “Fai come vuoi, anche se io non sono completamente d’accordo, ti dimostri un’immorale come allora, anche se oggi sei un tantino cambiata. Mi sembri cambiata, ma forse è la passione per te che mi fa parlare così, ma forse sbaglio, nei tuoi confronti non riesco ad essere pienamente e completamente neutra e lucida. Dolce e superba donna, tu sei come l’ erba cattiva che non muore mai, vero? Non ho capito che cosa nascondi sotto quelle due lunghe cicatrici che hai sul pube, quelle che non sopporti si vedano, ma purtroppo e tu lo sai bene, si vedono ancora e sono lì a ricordarti che non sei sola al mondo, hai me e loro due…. Chiudi le tende, te lo chiedo per pietà, fallo subito “Gliel’ho ordinato urlando a più non posso “Sono gelosa di te.Non mi hai mai ascoltata”. L’ho vista togliersi i peletti con la pinzetta, li va a cercare nei posti più impensati, si tortura l’inguine, le cosce, le sopracciglia, le dita dei piedi. Ma non ha peli, non visibili quanto meno. Non si può certo dire che sia una donna pelosa, è’ una sorta di messaggio che lancia a se stessa, quando è arrabbiata o vuole ricominciare a ruggire, usa la pinzetta. Poi per fortuna, ho visto che passava alle creme e agli oli profumati: una crema ed un olio per ogni parte del corpo, ne ha mille appoggiate su quel marmo bianco, non le confonderà tra di loro? “Buon segno!” mi son detta, ci tiene ancora al suo aspetto, non si vuol lasciare andare, che abbia nei suoi pensieri quello preponderante di farmi ri innamorare di lei?”  Ero ghiacciata, sfinita, affamata e con le traveggole, non mi pareva vero di appurare che il mio amore non si era dimenticata di vivere. I miei occhi oramai stanchi, gli occhiali appannati, gelati anch’essi, le stanghette incollate alle mie orecchie nere e viola, il cannocchiale zeppo delle mie ditate, le mani ed i piedi quattro monconi di gelo. Mi son decisa a suonare il campanello di casa sua. “Chi è?” ha risposto con voce dolce, morbida, distesa, modulata e canterina, ben diversa da quella voce che ho udito per mesi. “Sono io, sono fabiana. Mi fai entrare Fabiana per favore?”. Reticente, ma disponibile a darmi ancora una chanc, e mi ha aperto la porta, mi ha abbracciata e baciata con sentimento e trasporto, mi ha dolcemente sgridata, pregandomi di non trascurarla mai più in questa maniera. Se lo farò ancora la perderò per sempre, questa volta non aveva l’aria di una che perdona o che ci passerà ancora sopra: se le mancherò di rispetto, se non ricorderò che esiste e che devo curarla, se non le farò regali per i nostri anniversari e le nostre ricorrenze, saranno guai seri per me! Ho voglia di viziarla, questa bimba mai cresciuta, devo vezzeggiarla ed amarla profondamente senza nulla pretendere, fuorché il suo amore, o non la vedrò più. Mi potrebbe tradire con un’altra donna e questo non riuscirei a tollerarlo! Le ho giurato che non me ne infischierò più di lei, ma ogni volta che mi chiamerà,  ci sarò, accettando tutti i suoi difetti e perdonando le sue mancanze. Solo così, con la cura, l’accettazione di noi stessi ed un profondo legame con il nostro essere, possiamo dimostrarci vero amore, quello forte e duraturo che Dobbiamo a noi stessi. Da ieri l’altro posso di nuovo riprovare a dirmi con occhi bassi e voce tenue”Fabiana, ti amo ancora e non voglio perderti!”.

A voi le osservazioni, in tutta calma e serenità. Ognuno tragga le conclusioni che reputa più giuste, quelle che il proprio cuore sicuramente gli suggerirà.



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