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E il bollo ti sorride

Creato il 26 agosto 2013 da Symbel

Cronaca di un’incredibile incursione all’ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate
Ok, ho sbagliato io, un errore banale, ma chissà quali saranno le conseguenze. In pratica rimettendo in ordine un po’ di ricevute di pagamento a casa, ricevute sparse un po’ ovunque, mi rendo conto che il bollo auto del 2012 l’ho pagato per qualcun altro.
No, non sono improvvisamente diventato un supereroe benefattore con lo stemma dell’ACI nella tutina attillata all’altezza dei pettoriali, ma semplicemente ho sbagliato compilando il bollettino alla voce “numero di targa”.
Una cifra, una sola cifra che doveva essere 6 e invece ho scritto 3.
Dai su, può capitare, comunque è colpa mia.
Dopo essermi flagellato le terga con un gatto a nove code inginocchiato sui ceci sotto la grandine, mi sono illuso di poter risolvere la situazione in qualche sportello amico dell’Automobil Club e invece no. La riscossione del bollo auto (e tutta la gestione di annessi e connessi) nella mia regione (Sardegna) avviene ad opera della Agenzia delle Entrate, e a questo punto il cielo di Agosto si oscura, le nuvole assumono la forma di teschio, scendono fulmini e saette, gli animali scappano in tutte le direzioni…
Quanto mi costerà una cifra sbagliata su un bollettino? La colpa è mia e si parla dell’Agenzia delle Entrate, mica cotiche!
Decido che bisogna affrontare il toro per le corna e mi preparo al peggio: file infinite tra gente arrabbiata con cartelle pazze, impiegati sgarbati, addetti che ti fanno rimbalzare da un ufficio all’altro, piccoli imprenditori con bidoncini pieni di benzina che si danno fuoco nel corridoio.
Decido persino, la notte prima, di rinunciare a una sana bevuta di birra al pub con amici per arrivare all’appuntamento sobrio e ben riposato.
Ed eccomi all’ufficio.
Due opzioni: ufficio informazioni analogico oppure totem digitale dove inserisci la tessera sanitaria e ti danno tutte le informazioni che ti servono, compresa la stampa del bigliettino numerato dell’elimina code.
Opto per la seconda soluzione.
Sono il secondo, prima di me solo una signora anziana che ha ricevuto una richiesta di pagamento con mora pur avendo pagato regolarmente. Andiamo bene!
Arriva il mio turno e qui si diradano le nuvole, il sole fa capolino e con i suoi raggi illumina l’ufficio conferendo al tutto l’aria di uno spot del caffè nel solito ambiente paradisiaco.
L’impiegato mi accoglie con un sorriso a 72 denti e, la faccio breve, mi rassicura immediatamente e risolve in un battibaleno con una gentilezza che, sinceramente, mi spiazza. Siccome mi sono portato appresso anche i pagamenti precedenti e visto che c’ero, chiedo anche di verificare la mia posizione in fatto di bollo auto nel caso mi fossi perso un pagamento in passato.
Lui controlla e mi dice che è tutto ok tranne un pagamento che risulta fatto a mio nome ma non collegato alla mia posizione su un bollo del 2010. Questa volta non è un errore mio ma di chi ha registrato il dato sul sistema.
Anche qui la prospettiva è questa: aspettare che mi arrivi la cartella fra due anni e contestare, avendo le prove del pagamento, oppure fare la fila in un altro ufficio che si occupa di tante altre cose (fila presumibilmente lunga) e chiedere una verifica.
Mi spiega che purtroppo lui al terminale non può intervenire, perché è un procedimento che attiene ad un altro ufficio e non ha nemmeno l’accesso informatico per farlo.
E allora che fa? Solleva il telefono, chiama il collega, butta giù due o tre battute da cabarettista e, a titolo di favore personale suo e “del contribuente che ti sarà grato per l’eternità” mi risolve il problema! MI RISOLVE IL PROBLEMA! MI RISOLVE IL PROBLEMA.
Sono allibito, qualcuno dirà che “dovrebbe essere la normalità e non c’è nulla di cui meravigliarsi, anzi!” ma dai, siamo seri, sappiamo come vanno le cose in Italia e, ahimè, al sud. E’ sorprendente o no?
Vado via, credo anche io con il sorriso stampato in faccia. E’ passata meno di un’ora da quando sono uscito di casa e l’ufficio non è nemmeno vicino casa.
Qualche particolare sull’impiegato: una collezione di mandarini secchi e ammuffiti sulla stampante dei quali prova a spiegarmi il motivo, ci capisco poco ma si tratta di uno scherzo-tributo ad un collega, mi par di capire; in bella mostra sulla parete una stampa della prima pagina della Settimana Enigmistica dove nel cruciverba di copertina, al posto della foto del vip di turno, c’è la sua faccia; raffica di battutine sagaci sul funzionamento degli uffici e sulla solerzia dei colleghi…
Andando via incrocio pure uno della reception che aiuta un signore attempato a stampare il biglietto dell’eliminacode e lo accompagna, visto che si muoveva con passo incerto, fino a farlo sedere comodamente sulla poltroncina della sala d’aspetto.
Che dire, eccellente servizio, sarà perché siamo ad Agosto (come mi suggerisce qualcuno più smaliziato di me), ma sono contento, nonostante il timore, da lì a dove ho posteggiato il mio scooter, che da un momento all’altro comparisse lo striscione di Scherzi a Parte.



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