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E' IL MIO CORPO CHE CAMBIA e io che provo a stargli dietro (goffamente).

Da Nina
E' IL MIO CORPO CHE CAMBIA e io che provo a stargli dietro (goffamente). 'Promemoria sulla parete della nostra camera da letto. Letterine adesive su muro'
Lo ammetto, ho peccato di approssimazione e superficialità. Il mio è stato un errore di valutazione, o forse sarebbe meglio dire un chiaro ed evidente Caso di Idealizzazione, frutto della mia ingenuità. Ma a mia discolpa posso dire che io prima non è che me ne andassi a passeggio per siti web, alla ricerca di informazioni sui primi mesi di gravidanza, né me ne andavo a caccia di donne incinte per scambiare con loro opinioni e aggiornarmi sul loro stato di salute. Io mi limitavo a quel che vedevo e quel che vedevo, solitamente, erano sciami di donne impanzate - perciò come minimo avevano superato il terzo mese di gravidanza - che giravano senza problemi o impedimenti, garrule e giulive, energiche e gioiose.  Nel mio immaginario erano delle semi-dee, io ero incantata come di fronte a un'apparizione della madonna: erano l'immagine del benessere, della salute e della bellezza. Floride, sane, vive. Ora so che l'inganno c'è, ma non si vede. E non si vede perché ti viene servito proprio nel primo trimestre, per esattezza quello in cui non ti accorgi nemmeno di avere di fronte una donna incinta. Con molta probabilità quella donna o sarà in casa a soffrire in silenzio o, se costretta a uscire, verrà scambiata per una donna 'Con la sindrome premestruale', o al massimo per una un po' malaticcia, di quelle che guardandole diresti:  'Dev'essere il virus intestinale, che gira sto periodo'.
Non sto scherzando, è proprio così. Io mi aspettavo di avere energia in esubero, da immettere sul mercato delle energie rinnovabili per venderla. Io credevo - ma sinceramente eh - che sarei stata benissimo, con questa nuova vita in grembo, piena di... voglia di fare, di andare, di vedere, di mangiare, assaporare, ridere, scambiare, incontrare. Cazzo ne so che mi diceva la testa a me. Era questa l'idea che avevo: dopo anni di attesa e tensione e spinta continua verso il sogno, una volta afferrato - mi dicevo - cosa non avrei fatto, di cosa non sarei stata capace!  Mondo spostati che arriva Nina La Bomba. E giù fuochi d'artificio. Ah ah. Si come no. Certo. La realtà invece è un'altra e mi ha colto di sorpresa, giuro. Me ingenua. Volete che ve la racconto? Ho scoperto che una donna nelle prima settimane di gravidanza soffre di una miriade di fastidi e disagi, che potrebbe riempirci l'Enciclopedia dei Sintomi. Certo mica per tutte è così, per fortuna, però per la stragrande maggioranza lo è. E non ridete di me, io ero esperta in infertilità, tsk.  Vi ricordate la fame, le voglie e quelle robe lì dei primi giorni? Ecco, svanite. Addio sogni di gloria. Hanno lasciato il posto a dolori di stomaco, tensione addominale (intestinale per la precisione), che manco mi posso toccare la pancia che fa male pure al tatto. Nausea furibonda, odori che scatenano l'inferno.  E ripenso a quel che dicevo all'inizio:  - Ah che goduria, mo mi sfondo proprio, mo mi levo tutti gli sfizi, chissenefrega! -  E invece, appena mandi giù qualsiasi cosa, anche un goccio d'acqua, un granello di polvere o un filo d'aria, rutti, rutti a non finire e gas intestinali che devi espellere per forza, senza se e ma, che sennò diosolosa quanto stai male. Va da sé, per la legge dei vasi comunicanti, che un altro tipo di malessere - diretta conseguenza del tuo - colpirà chiunque abbia la sfortuna di condividere la stanza con te. Poi dice che diventi asociale i primi mesi. Si chiama Sensodelpudore e anche Rispettoperilprossimo, aggiungerei.  Ecco, in questo momento potrei andare a fare compagnia a Spartaco, il Camionista, o Ettore, lo Scaricatore di Porto. Saremmo una bella compagnia, tra noi ci si intende, Arrrr.  Una chiavica, ecco come sto. Se non altro posso dire che sto mangiando davvero sano, umpf.
Ma dov'è quel fascino che io avevo visto nelle altre? Quando mi incantavo sognante davanti alle loro forme rotonde e perfette? Ma quale 'Oh luminosa, radiosa, splendida donna incinta, tu sei l'immagine della femminilità!'.
Ve lo dico, senza falsa modestia, io sono la copia perfetta dello scarabocchio di un bambino. O dell'uomo più rozzo sulla faccia della terra (per tornare ai rutti e ai gas). Provo pena anche per Lui, lo confesso, che sta assistendo a questa metamorfosi e non può fare nulla,  non può abbandonare il campo di battaglia e impotente osserva il cambiamento (e prega che i danni siano minimi).  Si perché oltre a questo io poi mi sento pure in colpa, ovvio.  In colpa perché rompo il cazzo, non mi va bene nulla, sono ipersensibile, insofferente e irascibile, vittima del mio corpo dolente. In colpa perché abbiamo desiderato tanto questa cosa, ho smosso montagne per ritrovarmi dove sono e adesso che faccio, non riesco nemmeno a godermela?  Viene il fine settimana e il quadro clinico peggiora e io invece che avrei voluto condividere le gioie con Lui, finalmente a casa, fare cosette insieme, uscire, passeggiare. Ci ho provato, mica non ci ho provato, ma il risultato è stato che per tornare a casa quasi doveva chiamare l'ambulanza. Mi sono giocata il resto della giornata, passata a agonizzare sul divano, boccheggiante, manco avessi corso la maratona di New York.  Ma io davvero ho faticato ad accettare questa cosa, perché nella mia testa bacata e ignorante avevo visto questo momento come la fine dei miei problemi, così mi si era materializzato davanti, nei mie sogni.  Ricordo quel che gli dicevo a Lui: - Mammamia Amore ma ci pensi se sono incinta? Ci pensi a quel che significherà per due come noi? Dopo tutto quello che abbiamo passato, sarà l'inizio del sollievo, della pace dei sensi, del relax, del riposo. - E lo guardavo l'altra sera, che rassettava, puliva, spazzava, riordinava, ritirava i panni dallo stendino, preparava la lavastoviglie, mi faceva la tisana, tutto questo insieme-contemporaneamente, l'Uomo Piovra, dopo una giornata di lavoro. Tutto questo mentre io ero spiaggiata sul divano, a rantolare per gli spasmi allo stomaco. Avessi potuto leggergli i pensieri, immaginate le bestemmie che ci avrei trovato? 'Ma quale sollievo, quale relax, quale fine dei problemi? Sono stato truffato altroché!'. Invece per assurdo è proprio Lui quello indulgente, accomodante, accogliente. Io che non mi capacito e non riesco ad accettare questa nuova situazione, così debilitante per me.  Lui  che ha sempre quel sorriso rassicurante, che vede il romanticismo in ogni cosa che fa per me (e cioè quasi tutto, ci manca il bidet e che mi lava i denti e poi siamo al completo).  Io sono un mezzo orco invece, perché volevo essere un cagnolino scondinzolante e beato, libero e felice e non un ammasso di dolori e fastidi. Pensavo di avere qualcosa di sbagliato, che fosse colpa del progesterone che stavo prendendo, invece poi, confrontandomi con altre donne, ho scoperto che è la normalità.  Cioè è quella parte, quel lato della gravidanza che nessuna ti dice, o che accenna appena, perché impegnata a vomitare per le nausee o sentirsi male, buttata in qualche angolo di casa. Altro che salti di gioia e follie e condivisioni con le amiche e nuove incredibili energie. Quello tornerà dopo, forse.  Ora c'è spazio solo per lui: Il Lato Oscuro Della Gravidanza. Muahahaha!
Chiariamoci: la mia testa sa tutto, è consapevole, il mio cuore gioisce in silenzio e in solitaria, ma il mio corpo non ce la fa ad esternare e mi toglie volontà e capacità, a volte anche il buon umore, lo ammetto.  Lo so è peccato, non si fa, non me lo ripetete che già mi autoflaggello a sufficienza da sola, non giudicatemi almeno voi, che già ghe penso miCosì da fuori sembro un relitto, recuperato da una discarica, ma dentro aspetto il mio momento: di tornare a splendere, a ridere, a gioire, a godere. Attendo di riuscire di nuovo a fare progetti, perché ne ho tanti davvero e di realizzarli, magariperchénnò. Aspetto di rinascere alla vita in una forma nuova, più tonda. E ogni giorno sarà festa!
Intanto sto qui, sul divano, a cercare di non colpevolizzarmi Se non sono al massimo di me, come il Minuscolo meriterebbe e anche Noi.
Se, guardando il mio Amore che si prodiga per noi,  vorrei esprimergli dolci e poetici pensieri e mi esce un rutto.
Se invece di belle parole e sguardi teneri e romantici, produco scorie radioattive.
Se lo stomaco mi si contorce per il dolore, invece che per l'emozione.
Se la notte non dormo e non lo faccio dormire, Poverocristo, perché sono incontinente.
Perché ho fatto un incubo dove c'era una che abortiva, forse ero io.
Perché mi è sembrato di vedere un alone rosa sulla cartaigienica, ma non ne sono sicura.
Perché ho fame, cazzo ho fame.
Perché stavo pensando che.
Perché mi è spuntata una nuova simpatica Paura.
Perché non sono più io, non mi riconosco.
Ma passerà, vero che passerà? E se mi guardo da fuori, in un breve momento di lucidità, mi faccio anche tanta tenerezza, mi trovo comica, goffa e buffa e divertente anche. E poi l'attimo dopo mi incazzo da sola, mi trovo insopportabile. Sopprimetemi. Anzi no, che adesso porto in grembo una vita (povero amore, che penserà di me, lo avrò già terrorizzato!), ormai potete solo sopportarmi.
Oppure fate come diavolo volete, c'è la democrazia.
Io torno a produrre le mie scorie.
*
Postilla: Ma va bene, va bene tutto, ci mancherebbe pure. Perché io lo ricordo qual è il peggio, ah se lo ricordo.
Il peggio l'ho vissuto, ci ho sguazzato dentro per anni, quando avrei pagato per essere qui dove sono, avrei dato un rene. Ma scontrarsi con la realtà della gravidanza, anche per una diversamente fertile, è spiazzante e sconvolgente. I miei post ne sono la testimonianza, la cronaca, un semplice prenderne atto e chi meglio di me può essere oggettiva sull'argomento? Perciò ve ne sarò grata se non ci leggerete mai altro se non questo, che nessuna si senta offesa o lo interpreti come un lamentarsi, vuol dire che non ha ancora capito chi sono. Il mio spirito dissacrante, autoironico rimane lo stesso. Io racconto quel che vivo, cercando di strappare un sorriso e una riflessione, sempre. Non menziono la gratitudine solo perché credo non serva specificare quanta io ne possa contenere nel mio piccolo cuore.
E' IL MIO CORPO CHE CAMBIA e io che provo a stargli dietro (goffamente).

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