L’imperturbabile bocconiano Mario Monti ha sbottato. Lo stile è sempre quello, nessun tono fuori posto, niente bava alla bocca, ma i primi segni di nervosismo cominciano a comparire sul volto marmoreo del professore. Sì perché lo spread è a livelli di guardia, l’elenco degli imprenditori che si tolgono la vita perché non riescono a far fronte al pagamento delle tasse continua ad allungarsi, il ministro Fornero non riesce a districarsi nella complicata selva della riforma del lavoro e un folto gruppo di sindaci rifiuta di assecondare il pagamento dell’IMU.
Ecco con quali parole ha aperto la Conferenza Stampa di ieri: “Vorrei iniziare con una parola di sdegno per chi ha governato, governa e intende proporsi al governo del proprio Paese, perché non può giustificare l’evasione fiscale, né tanto meno può istigare a non pagare le tasse o istituire personali e arbitrarie compensanzioni tra crediti e debiti verso lo Stato”. Il nome non l’ha fatto ma il riferimento chiaro era al segretario del PDL Angelino Alfano che ha proposto, udite udite che scandalo, di consentire agli imprenditori di “non pagare le tasse fino all’ammontare del loro credito nei confronti dello Stato”. Che eversore!
“Altri – ha proseguito il professore – sono i modi in cui in un Paese serio si risolvono problemi seri come quelli che l’Italia ha in questo momento avendoli ereditati da decenni di politiche spesso non serie. Ci sono responsabilità del passato che sono causa dell’attuale pressione fiscale”.
Mentre si può essere d’accordo sul fatto che la colpa del disastro in cui versa l’Italia non è certamente imputabile al ragionier Monti, stupisce che lo stesso si scagli così apertamente contro le forze politiche che lo sostengono e che, per una volta nel caso del segretario PDL, hanno fatto una proposta che non è idea geniale ma semplice buon senso.
E invece no, Monti adesso si è stufato.
L’unico che continua imperturbabile a offrire incensi all’imperatore tecnico rimane Pierferdinando Casini, che potrebbe pure vederlo davanti a sé mentre ammazza di botte un bambino indifeso che troverebbe comunque modo di giustificarlo e apprezzarlo.
C’è da dire che la conferenza stampa contenitore di questo sfogo è servita anche ad annunciare che Giarda, un ministro tecnico di un governo tecnico, si avvarrà dell’aiuto di un tecnico, Enrico Bondi, già noto per essere stato il commissario Parmalat dopo il disastro-truffa messo in piedi da Tanzi.
Ma non erano i politici che si avvalevano dei tecnici? A questo punto mi chiedo, Giarda che ci sta a fare?
Il tecnico del tecnico è una figura esponenziale che fluttua tra il ridicolo e il grottesco.
Per non parlare dell’ennesimo incarico a Giuliano Amato, che ormai può dire di aver fatto il prezzemolino un po’ in ogni governo.
Monti deve stare un po’ più sereno, gli italiani sanno bene che gran parte della colpa, quasi tutta, della situazione economica attuale è da imputare alle dissennate politiche dei passati governi ma deve anche, ogni tanto, ricordarsi che ricopre un ruolo che non gli è stato donato dal voto degli italiani, ma da un’abile azione di Giorgio Napolitano di concerto con i mercati finanziari a suon di Spread, che nel frattempo è tornato a quota 400.
Un po’ più di umiltà non guasterebbe anche perché per qualche periodo può pure andar bene ma non si può pretendere sempre che vengano accolti con il sorriso dei provvedimenti sbagliati e insufficienti per la crescita solo perché i precedenti governi ne hanno fatto di pessimi.