Quest'anno, però, ce l'ho fatta. E Bratislava è stata la prima tappa di questo viaggio che ci sta portando un po' a Est in Europa.
Un giorno e mezzo, giusto il tempo di un assaggio, di una passeggiata al castello, di un giro tra le chiese, inclusa quella azzurra che sembra un confetto, di un girovagar spesierato nel centro, tra le imposte dipinte, gli omini di bronzo, i mille bar, il viale di Stare Mesto e una rassegna di musica Rom che riempie di violini zigani l'aria. E poi libri e librerie. Ovunque. Nei caffè, per strada, nelle nicchie.
Free reading, si legge talvolta. E se non fosse che la lingua è oltre l'incomprensibile uno ne approfitterebbe anche. Intanto si ammira la civiltà di un paese in cui il pubblico significa di tutti e non di nessuno.
Cromatismi in un caffè.
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