Sto asciugando le tazze e mi metto in pari con i blog di aspiranti scrittori, ché negli ultimi mesi li ho trascurati. Tanto il bar è vuoto, posso prendere un attimo di respiro.
E sul blog di azzurropilin trovo un post che mi manda fuori dai gangheri. Parla di (ohibò!) pubblicatori a pagamento. Lo so, che la vediamo in modo diverso, sull’editoria a pagamento (a me non piace, punto e basta), ma qui c’è a uno che alla domanda hai pagato per pubblicare? risponde ma sei matta, no che non ho pubblicato a pagamento!, roba da vergognarsi di averne persin dubitato.
E cosa viene fuori, sulla prima pagina del romanzo? Che c’è scritto grosso come una casa: EDITORE A PAGAMENTO. Una balla facilmente individuabile, solo per avere una lettrice in più.
Eh, no, qui bisogna che ci decidiamo. Se non c’è nulla di cui vergognarvi, cari pubblicatori a pagamento, perché raccontate che voi no, giammai, ma sei matta?
Non so, vi piace passare per bugiardi?
Va la’, mi faccio un doppio whisky e mi tiro un po’ su.