A Venezia ci sono nata, mia mamma, da buona veneziana, ha voluto espressamente che nascessi qui piuttosto che a Mestre. Lo so, per alcuni suonerà ridicolo, infine, cosa cambia, Mestre è comunque sotto il comune di Venezia… eppure non è la stessa cosa.
Ho passato parte della mia infanzia tra le sue calli, a guardare le gondole passare nel canale sotto la finestra del soggiorno di mia nonna, a sentire l’odore di pane appena sfornato, in Calle del la Regina, e a sentirmi grande perchè a Venezia potevo andare fino al panificio da sola, a Mestre no, troppe auto.
L’amore che ho oggi per la mia città è dato principalmente dai miei ricordi d’infanzia, dai libri pieni di storia che la mia famiglia mi ha sempre fatto leggere. Uno dei primi libri che ho ricevuto in regalo era un libro illustrato sulla Serenissima, di cui mi ricordo ancora il Ponte di Rialto in legno, le gondole nere, la scena che ritraeva le regate. Le regate… già, pensare che nacquero quasi per scherzo, tra i pescatori che facevano a gara per arrivare a Rialto per primi a vendere il pesce pescato al mattino, perchè chi arrivava per primo decideva il prezzo.
Ci hanno tolto l’identità di veneziani, ci hanno fatto scappare dalla nostra città per affitti troppo impossibili da sostenere, ci hanno tolto i supermercati, le gastronomie, i giornalai per sostituirli con baracchini di maschere, gestiti da stranieri, che probabilmente non sanno nemmeno da dove nasce la maschera veneziana, o con negozi che vendono vetro di Murano a 2 euro, palesemente fasullo, e adesso vogliono toglierci le regate.
Un altro pezzo di cuore che se ne va, come se non valesse niente, come se tutto ciò che è stata, la sua potenza navale, la sua autorità sui mari, la sua progredita conoscenza in ambito investigativo e diplomatico, le tradizioni dovessero rimanere un ricordo che si ingiallisce ogni giorno che passa.
E lasciamo morire Venezia così?
Vogliamo veramente che diventi una sorta di città museo, dove per entrare sarà necessario comprare il biglietto online per evitare le code al tornello?
Vogliamo lasciare morire Venezia per una mera questione di denaro, quando la sua sola esistenza vale molto di più?
Io no, non vorrei accadesse, ma sta succedendo davanti a me, davanti agli occhi di una veneziana offuscati dalle lacrime e che nonostante i 20 milioni di turisti che la invadono ogni anno, alle crociere che continuano a passare facendo tremare i fondali, alle domande idiote da non fare a un veneziano dei turisti ignoranti.E non ce l’ho solo con i politici, che hanno permesso che arrivassimo a questo punto, che continuano ad aumentare i biglietti dell’autobus e a prendere sottogamba una situazione che sta a dir poco degenerando, ce l’ho anche con tutti coloro che scacciano gli inquilini dalle case in affitto per renderle case vacanze “perchè si guadagna di più″.
Dov’è finito l’amore per la città in cui siete cresciuti, per una città unica nel suo genere?
Lasciamo morire Venezia così? Ditemelo voi, volete vedere Venezia diventare un parco giochi?