È lo sport è l’oppio dei popoli
Creato il 20 febbraio 2015 da Marianocervone
@marianocervone
È lo sport è l’oppio dei popoli
Nel 1800 l’economista Karl Marx diceva che “la religione è l’oppio dei popoli”, e forse,
in un periodo storico di austerity di fede quale quello Vittoriano, il credo
fungeva davvero da stupefacente emotivo, rabbonendo i sudditi che, pregando, si
distaccavano dalla consapevolezza della realtà per avvicinarsi a Dio. Ma in
un’epoca come la nostra, in cui profetizziamo la nietzschiana morte di Dio, e
di tutti i principi morali, io penso che il vero oppio del nostro tempo sia lo
sport.
Pane et
circensem
dicevano gli antichi romani, quietando il popolo con una razione di pane e i
giochi per farli divertire. E a giudicare dalle attuali reazioni dei tifosi,
non siamo troppo lontani da quei tempi e da quel modo di pensare.
Martoriati da una sempre più ingiusta e pesante
pressione fiscale, umiliati da politici evasori, corrotti e spesso condannati,
e asfissiati da una paralisi economica dalla quale si stenta ad uscire, gli
italiani, ma, come hanno dimostrato gli eventi recenti anche gli olandesi, e
probabilmente tanti altri popoli, stanno spesso in silenzio dinanzi, peccando
tacitamente di omertà, dinanzi a problematiche che affliggono la nostra
società, ma sono pronti a scendere in strada, e qualche volta ad uccidere, pur
di far sentire la propria ira per difendere la squadra del cuore. Lo hanno
dimostrato i romani nel maggio del 2014, in occasione della finale di Coppa
Italia Napoli-Fiorentina, hanno scatenato una vera guerriglia urbana pur non
essendo direttamente parte in causa, ferendo ed ammazzando il tifoso partenopeo
Ciro Esposito, rimasto coinvolto in
una colluttazione a fuoco.
Coltelli, pistole, lacrimogeni, bombe carta, un
vero e proprio equipaggiamento terroristico per diffondere paura, distruzione
e, qualche volta, morte.
Nel frattempo però aziende e fabbriche mettono
i propri dipendenti in cassa integrazione, il tasso di disoccupazione raggiunge
il record del 13,4%, mentre onorevoli e senatori se la ridono spartendosi
poltrone e vitalizi. Ma non una parola, non un fiato, non un dito.
La verità è che la fede del nostro tempo è il
calcio, e i calciatori le nuove divinità. Uomini di strada, spesso ignoranti, alcuni
dei quali talvolta non si fanno scrupolo di truccare, per (ancora più) denaro, partite
e risultati, truffando quegli stessi tifosi che sono pronti ad uccidere e
vandalizzare intere città per loro e le maglie che indossano. L’hanno
dimostrato gli Hooligans Olandesi a Roma che, in occasione dell’Europa
League Feyenoord-Roma, hanno letteralmente assediato la città eterna, il cuore
storico-artistico di Roma, a Trinità dei Monti, danneggiando gravemente la Barcaccia a Piazza di Spagna, opera di
Pietro e Gian Lorenzo Bernini del 1629. Una guerriglia cittadina che ha visto
il ferimento di dieci agenti, tre hooligan e una trentina di arresti.
Considerando che una semplice tifoseria ha letteralmente
messo a ferro e fuoco uno degli obiettivi dei fondamentalisti islamici, in
tempi di minacce ISIS, sarebbe lecito chiedersi quanto realmente siamo al
sicuro, e quanto lo Stato Italiano difenda i suoi tesori d’Arte, incluso il
Vaticano, e come Stato sul nostro suolo, e come patrimonio stesso della storia
del nostro paese. Ma, al di là di questo, è lecito domandarsi chi pagherà i
danni di un monumento consegnato agli italiani da appena un paio di mesi, dopo
un restauro di un anno con fondi privati, e gli altri danni dovuti a lanci di
bottiglie, bombe carta e altri atti di distruzione e lotta.
Sarò cattivo, ma BESTIE che non mostrano
rispetto per la storia e l’arte di un paese, ne danneggiano un’Opera
irripetibile, e dimostrano di non aver compreso il senso della vita, non
meriterebbero di vivere, e occorrerebbero delle pene più severe per chi commette
reati di grave entità per un futile motivo quale quello del gioco del calcio.
Forse, prim’ancora che sul lavoro, l’Italia è
un paese che fonda sull’Arte innanzitutto, e più che tutelare il grande (e
multimiliardario) gioco del Calcio, si dovrebbe molto più rispetto a quei
monumenti, a quelle opere e a quegli Artisti che l’hanno resa grande agli occhi
del mondo.
La
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