Se fossi un turista in visita a Napoli in questo periodo, chiederei al
mio tour operator un rimborso del biglietto, e non lo dico da turista, ma da
napoletano. Sì, perché il bel capoluogo partenopeo, che il mondo intero ci
invidia, nel periodo clou della stagione turistica, ricorda un souvenir rotto avvolto
nella carta velina: il Palazzo Reale,
la Villa Floridiana (con annesso
giardino), la Galleria Umberto I sono
letteralmente incellophanati in cantieri che si protraggono da mesi ormai,
contornati da strade e cornicioni dei palazzi avvolti in reti di sicurezza e lavori
in corso. Uno scenario ben distante dalle vedute da cartolina cui siamo
abituati, con forti disagi per il traffico urbano e grande delusione per chi
viene nella ridente città di Partenope per la prima volta.
E se il colonnato della Chiesa di San Francesco, in Piazza
del Plebiscito, fresco di restauro, ha già ospitato eventi quali il
concerto de Il Volo, non si può dire
altrettanto per Piazze ugualmente famose, come Piazza Dante, dove la facciata dello storico Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II è in parte coperta dagli
sponsor dei lavori di restauro nella parte sinistra, così come coloro che
andranno a Mergellina per ammirare la nota “colonna spezzata”, monumento rinvenuto nel XVII secolo e posto agli
inizi del Novecento a Mergellina in memoria dei caduti del mare della battaglia
di Lissa, vedranno invece troneggiare una gigantografia di Belen Rodriguez testimonial della linea di intimo che finanzia i
lavori di restauro.
Il parco della Villa Floridiana da anni ormai versa in un perenne stato di lavori
in corso, con l’ampio giardino, unico polmone verde dell’area collinare di Napoli,
completamente transennato, con l’aggiunta, da qualche mese, della chiusura al
pubblico anche del “belvedere”, area panoramica del sito che affacciava sulla
città. Per ragioni di sicurezza anche il Museo
Duca di Martina all’interno del parco è stato chiuso al pubblico: i turisti
giunti sino alla collina del Vomero per ammirare le straordinarie collezioni di
porcellane al suo interno, resteranno con l’amaro in bocca, con un cantiere la
cui chiusura era prevista per lo scorso 20 Giugno e che invece si è protrarrà
fino alla fine di ottobre, a stagione turistica praticamente finita.
Anche il giardino della Biblioteca Nazionale della città, contenuta in un’ala del Palazzo Reale è stato smottato per la
messa in sicurezza di alberature e altri interventi, con conseguente
transennamento dei cortili interni del Palazzo Reale di Napoli la cui
costruzione oscilla tra il XVII e XIX secolo su disegno di Domenico Fontana.
Ma se pensavate di ripiegare sulla Villa Comunale a Via Chiaia, ancora una
volta resterete delusi: l’ex Villa Reale o Real Passeggio di Chiaia la cui
prima fondazione risale alla fine del 1600 (1697 per l’esattezza) è in parte
ostruita da cantieri aperti ben lontani da una conclusione a breve termine.
Turisti che devono accontentarsi di ammirare le
opere per le quali vengono in città attraverso le immagini delle loro guide e
la rabbia di non avere un’altra possibilità.
Ma non è soltanto la parte architettonica della
città a risentirne dei cantieri ancora in corso, anche i musei non se la
passano meglio: il Museo Archeologico
Nazionale di Napoli, che ospita una delle collezioni più antiche e
prestigiose della storia dell’arte classica e non solo, da anni ha chiuso al
pubblico alcuni dei più interessanti percorsi di visita. La sezione degli affreschi pompeiani (inaugurata qualche
anno fa), quella dei fossili nel sottotetto,
la prestigiosa sezione egiziana (che
si riassume ormai in una sola mummia di bambino e pochi manufatti, a scomputo
dei tanti reperti esposti negli anni passati) e la sala della numismatica aprono alternatamente
soltanto in occasioni speciali, restando per lo più chiuse o riassunte in
scarsi reperti nella maggior parte dell’anno.
L’ultima di tante beffe la chiusura improvvisa
degli Scavi di Pompei a causa di una
assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp e Unsa che si è riunita alle 9 di oggi,
24 Luglio 2015, con gravi disagi per i turisti e operatori turistici che non
avevano ricevuto alcun avviso in merito, e la totale assenza di segnaletica e
cartellonistica alle biglietterie.
Insomma Napoli è l’emblema lampante della
solita solfa: il troppo decisamente storpia, e storpia per davvero. Siamo così
abituati ad essere circondati di storia, cultura e arte, che non le diamo la
giusta importanza, e non sappiamo valorizzarla come meriterebbe davvero, con
cantieri e interventi che dovrebbero essere riservati alla bassa stagione, o
quantomeno alternati nel rispetto di chi alla città porta danaro e l’entusiasmo
di visitarla, e strutture museali chiuse da anni o aperte al pubblico ad un
terzo delle loro reali potenzialità.