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E morì con un falafel in mano

Creato il 13 dicembre 2012 da Tiziana50mq
L'altro giorno un'amica ha organizzato una cena etnica. Le regole della cena etnica erano sostanzialmente due: ognuno cucina qualcosa, questo qualcosa non deve fare parte della cucina italiana/campana.
Che faccio? Che non faccio? Vediamo..
Non ho particolarmente voglia di cucinare in questo periodo, non ho molti soldi da devolvere in questa buona causa, non ho una grande esperienza di preparazione di robe straniere..
Non mi resta che affidarmi a internet.
Data una spulciatina veloce ai blog culinari più fighi del momento scopro che la cosa da fare quando ci sono zero soldi e zero voglia sono i Falafel.
"I falafel piacciono a tutti e tutti possono riuscire a farli" disse il web.
Perfetto, vado al supermercato, compro i ceci (rigorosamente secchi) e li metto in acqua. Fine primo giorno, i miei falafel procedono a meraviglia.
Secondo giorno, tolgo i ceci dall'acqua e li asciugo per bene.
Unisco gli altri ingredienti e comincio a frullarli.
Ho così scoperto che il mio frullatore è capace di urlare. Proponigli di frullare 500 gr di ceci crudi e lui lo fa, ma lo fa urlando come se lo stessero scuoiando vivo. Una delizia per le tue orecchie e per quelle di tutto il condominio.
Finito di torturare il povero elettrodomestico si trasferisce l'impasto ottenuto in una ciotola e lo si fa riposare in frigo per un' ora.
Tutto a quel punto puzza di aglio e cipolla.
Passata l'ora di riposo vado tutta contenta a prendere l'impasto per tramutarlo in palle e sorpresa, sorpresa, non funziona.
Il mio impasto è difettoso, non diventa palla in alcun modo, aggiungo farina, aggiungo pangrattato, niente, non vuole, lui proprio il concetto di forma sferica lo schifa.
A questo punto l'unica cosa che mi resta da fare è agire con le maniere forti, così mi armo di cucchiaio e decido di fare uno strano tentativo: prendere l'impasto con il cucchiaio e schiacciarlo fortissimo sul palmo della mano per poi spingerlo con l'indice dal cucchiaio al vassoio.
Fu così che vennero prodotti circa 30 falafel a forma di punta di lancia.
Finito finalmente di friggere mi sono prima di tutto accertata che fossero commestibili, facendone ingerire un paio al mio assaggiatore di fiducia/consorte e poi vedendo che il suo stato di salute restava invariato mi sono precipitata sotto la doccia per scrostarmi di dosso il puzzo di aglio e cipolla prodotto dalle mie creature.
Dopo circa 15 minuti di sapone e vapore ero bella e pronta per la cena.
Una cena adorabile, cibo buonissimo, casa caldissima e soprattutto.. nessuno che mi ha chiavato in faccia i falafel!
Ora  sono pronta per la prossima sfida: tzatziki a volontà e se non mi distraggo faccio anche le foto.
 
E morì con un falafel in mano

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