Magazine Società

E' nato un governo...fra (ir)responsabilita', numeri ed orizzonti

Creato il 30 aprile 2013 da Alessandro @AleTrasforini

Si è composto un Governo che, al netto dell'evidenza, ha finito per seppellire molte delle "asce" brandite in campagna elettorale: coerenza elettorale, programmatica e politica (apparentemente?) abbandonate per un ribaltato quadro di alleanze e contenuti.
Possono il momento di tremenda emergenza sociale-economica-ambientale-pubblica-[...] ed il lunghissimo periodo di stallo politico giustificare appieno la formazione di un Governo "trasversalmente" alle forze precedentemente dichiaratesi (in)disponibili alle larghe intese?
Di fronte all'evoluzione (involuzione?) riscontratasi, sulle cui colpe e sui cui (de)meriti è necessario (far) riflettere, buona parte degli elettori "medi" sono stati posti davanti ad un'inevitabile serie di sentimenti e percezioni fra il contrastante ed il "negativo": scoramento, delusione, disillusione, rassegnazione, rabbia, indignazione, schifo, orrore, stupore, sfiducia [...].
Ognuna di queste reazioni risulta essere, per fortuna o purtroppo, pienamente fondata e consapevolmente giustificabile: quanto erano stati allontanati gli "spettri" del "governissimo" in tempi di campagna elettorale (ricerca del voto [in]utile?)? Era proprio necessario avviare un Governo di solidarietà [ricatto?] nazionale con coloro che hanno contribuito, numeri alla mano, più di molti altri a trasformare l'Italia in un campo di macerie senza quartiere?
Risuonano alla mente frasi "ambiziose" e, senza troppo senno di poi, diventate quasi ridicole e divertenti:
"Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile." (E. Letta, 8-4-2013)
"Non sono praticabili né credibili in nessuna forma accordi di governo fra noi e la destra berlusconiana."
(P.L. Bersani, 6-3-2013)
"In Italia non è possibile che, neppure in una situazione d'emergenza, le maggiori forze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme." (M. D'Alema, 8-3-2013)
"Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra."
(A. Finocchiaro, 5-3-2013)
"Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell'Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl." (R. Speranza, 8-4-2013)
Attribuire nette responsabilità "a posteriori" per comportamenti come questi può risultare, guardando al corso degli eventi maturati, largamente insufficiente: quanto hanno influito in queste scelte i comportamenti di "continua negazione alla negoziazione" del MoVimento 5 Stelle, inossidabilmente fermo nella volontà di non allearsi con Partiti? Quanto ha influito l'impossibilità (voluta?) relativamente alla messa in opera delle Commissioni permanenti in seno al nuovo Parlamento? Serviva costituzionalmente davvero un nuovo Governo per la loro nomina? Quali scenari si sarebbero potuti prospettare qualora il congelato M5S avesse optato per abbandonare la propria (inevitabile ed ineluttabile ai fini del consenso e della tremenda situazione economica?) condizione di stallo ed immobilismo? Sarebbero stati utili o quantomeno apprezzati comportamenti differenti da parte del precedente Premier incaricato? Il "semplice" voto a Rodotà avrebbe davvero potuto dirimere diversamente la questione relativa all'elezione del Presidente della Repubblica? Quale peso ha avuto l'ottimo discorso tenuto, in occasione della sua rielezione, dal Presidente (per il non cambiamento?) Giorgio Napolitano?
Ci sono stati in esso componenti suscettibili di "estrema unzione" per gli schieramenti partitici facenti parte dell'attuale Parlamento? La sensazione è che, infatti, larga parte del discorso sia assimilabile ad un comando imperativo simile a "o larghe intese o ulteriore disastro istituzionale-sociale-economico".
Quanto ha influito una tragicomica legge elettorale, etichettata come "porcata" dallo stesso ideatore?
Nonostante queste e moltissime altre domande legittime e giustificabili, pertanto, è comunque nato un Governo.
E' nato un Governo magari rispettoso del Paese, capace di percepire (forse?) lo stato di tragica urgenza in cui tutto sembra rimanere, eventualmente autorizzato ad affrontare con mano ferma un momento di svolta forse epocale.
E' nato un Governo capace, però, di contraddire in maniera palese ed acclarata virtù che dovrebbero essere ineliminabili ed inestimabili per fare politica: coerenza, credibilità e verità su tutte, solo per citarne alcune.
E' innegabile che le cosiddette "larghe intese" siano suscettibili di "debolezza" in un Paese nel quale, per fortuna o purtroppo, permangono molte (troppe?) e non risolte "anomalie" concentrate specialmente (a maggioranza? Relativa od assoluta?) in una sola parte politica?
Rischia di diventare sempre più nauseabondo vedere, purtroppo, passati distruttori oggi travestiti da statisti inneggiare oggi a parole quali "bene comune" e "responsabilità".
Rischia di diventare sempre più nauseabondo vedere continui e rapidissimi cambi di opinione, all'insegna di quelle "larghe intese" da onorare anche (forse) sul piano partitico.
Rischia di diventare oltremisura nauseabondo il vedere leader quali Mario Monti cambiare completamente, nel giro di pochi mesi, la propria opinione nei confronti di un vecchio avversario (?) nella passata tornata elettorale: da "pifferaio di Hamelin" a "[uomopiù bravo di tutti [a fare politica]".
Quali limiti di sopportazione e decenza potranno avere in futuro queste (ed altrettante) "nausee"?
A prescindere da qualsiasi domanda, da qualsiasi punto di vista la si guardi, è nato un Governo.
Il Presidente del Consiglio prima incaricato ed ora "fiduciato", Enrico Letta, ha tenuto un discorso capace di sintetizzare (al meglio?) le larghe intese nuovamente (ri)avviate.
Cercando una sintesi ottimistica del discorso tenuto alla Camera dei Deputati ed al Senato, è possibile pervenire allo sbandierato pacchetto di provvedimenti riportato nel seguito:
  1. Blocco dell'Imu: "[...]bisogna superare l'attuale tassazione della prima casa, intanto con lo stop ai pagamenti di giugno, per dare il tempo di elaborare ed applicare una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti.[...]" Le ampie arie attribuite a tale discorso risentono, inevitabilmente, di un compromesso (forse?) inesistente fra le proposte programmatiche portate avanti, in campagna elettorale, dai partiti delle "coalizioni-carcassa" rimaste in campo. 
  2. Aumento dell'Iva: si dovrebbe lavorare all'insegna di arrivare ad una "rinuncia dell'inasprimento dell'Iva", altrimenti inevitabile dal prossimo mese di luglio (da 21% a 22%);
  3. Tasse sul lavoro: "[...]vogliamo ridurre le tasse sul lavoro: quello stabile, quello sui giovani e sui neoassunti. [...] La burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani, bisogna rivedere l'intero sistema delle autorizzazioni e snellire le procedure.[...]" Se lavorare sull'occupazione giovanile equivale ad inseguire le stesse direzioni perpetuate dalla linea montiana, quali prospettive migliori rimangono nell'immediato futuro, essenziale per l'Italia? Il concetto riguardo allo snellimento burocratico rischia di trasformarsi, per un Paese come quello italiano, nell'ennesima battaglia compresa nella stessa guerra da troppo tempo perpetuata senza alcuna risoluzione;
  4. La Convenzione: la nascita annunciata di una "Convenzione" per le modifiche costituzionali quali bicameralismo, abolizione delle Province o cambiamento della legge elettorale potrebbe potenzialmente riabilitare, qualora ogni sforzo impiegato non fosse già stato sufficiente, la (s)figura di B., da poco ritrasformatosi in statista votato e devoto alla responsabilità ed all'interesse comune;
  5. Italia solidale: "[...] Dobbiamo ricordarci che l'Italia migliore è un'Italia solidale. Ci vogliono misure tese al miglioramento dei servizi, da quelli sanitari a quelli del trasporto, locale e pendolare, con una particolare attenzione per i disabili e i non autosufficienti.[...]" Quali miglioramenti è possibile apportare al contenuto ed alle prestazioni sanitarie, in un momento storico-economico nel quale molti (troppi) danno per collassante il modello di gestione pubblico della sanità? Parte di questi miglioramenti potrebbero convergere verso l'impostazione di modelli efficaci ed efficienti di gestione pubblico-privata? Chiarire le parole aiuterebbe, in questo senso;
  6. Reddito minimo: "[...]Per un welfare attivo, più giovane e femminile, andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo, a partire dai precari; e si potranno studiare forme di reddito minimo, soprattutto per famiglie bisognose con figli.[...]" L'inseguimento di un rinnovamento del welfare, annesso allo studio di nuove misure quali il reddito di cittadinanza, comporterebbe la necessità di annullare l'attuale sistema di ammortizzatori sociali? Potrebbe forse essere possibile accostarsi in maniera "complementare" ad esso?
  7. Soldi ai Partiti: "[...]La riduzione dei costi della politica diventa un dovere di credibilità. Partiamo dal finanziamento pubblico ai Partiti, abolendo la legge [...] approvata l'anno scorso introducendo misure di controllo e di sanzione anche sui gruppi parlamentari e regionali.[...]" E' inevitabile parlare di annullamento o miglioramento dei sistemi di finanziamento pubblico (rimborso elettorale) in termini maggiormente chiari, in quanto deve essere essenziale mantenere una forma di politica partitica aperta a tutti gli onesti interessati all'allontanare ladri e furbetti della "mancata rendicontazione" o del buco nero del rimborso;
  8. Stipendi e ministri: "[...]Ognuno deve fare la sua parte e per fare un esempio dico [...] che [...] il primo atto del Governo sarà eliminare con urgenza lo stipendi dei Ministri parlamentari in aggiunta all'indennità.[...]";
  9. Questione esodati: "[...]Senza crescita, anche gli interventi di urgenza su cui ci siamo impegnati sarebbero insufficienti. In particolare, con i lavoratori esodati la comunità nazionale ha rotto un patto, e la soluzione strutturale di questo tema è un impegno prioritario del Governo.[...]" Quali misure è necessario intraprendere per limitare il dissanguamento "social-esistenzial-previdenziale" a cui sono stati costretti troppi italiani? Quali numeri reali censiscono un'emergenza come questa?
  10. Edilizia scolastica: "[...]Dobbiamo impegnarci per diffondere la pratica sportiva sin dalle scuole elementari con un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale. L'intraprendenza dei giovani e la bellezza dei territori sono d'altra parte due risorse cruciali.[...]" Quanto potrebbe costare un piano credibile e radicale al tempo stesso che fosse capace di migliorare radicalmente la tragica situazione di emergenza in cui versano troppi Istituti scolastici a livello nazionale? 
A fronte di questi impegni largamente urgenti, pertanto, è nato un Governo. 
Sia esso un Governo a tempo pieno o parziale, sia esso un Governo tenuto in vita sotto l'esistenza di veti incrociati da parte delle forze politiche coinvolte nell'ennesima "strana maggioranza". 
Se ne sono viste talmente tante che, purtroppo, è ormai troppo facile scrivere il negativamente classico "non sarebbe la prima volta". 
E' nato un Governo, dunque. E' nato un Governo nel quale, si spera, il Presidente parlerà utilizzando "il linguaggio sovversivo della verità." Ad ora, punti programmatico-generici alla mano, la sovversione sembra essere un largo "miraggio". La questione sulla revisione/abolizione/attualizzazione/sospensione/[...] dell'Imu rischia di essere, inseguendo l'italiana tradizione del breve termine, un puro e semplice "specchietto per le allodole": cosa accadrebbe qualora non fosse possibile annullare definitivamente tale meccanismo di tassazione? 
Dove potrebbe precipitare il senso di responsabilità tanto sbandierato da parte di certi neo-statisti(ci) [dei sondaggi?]? Sul piano di buoni intenti presentato dal Governo pesano, incondizionatamente ed inevitabilmente, i "veti" imposti dall'Europa  e dalla tragica situazione economico-finanziaria nazionale: un PIL disperso fra contrazione e caduta libera, un debito pubblico attestato ormai al 130% dello stesso indice di ricchezza interno, un sistema di tassazione esasperata ed esasperante, un sistema di vincoli europei che rende inevitabile il dichiarare "lontana" qualsiasi forma di allentamento immediato del rigore. 
Non sono infatti novità recente meccanismi approvati, validati e ratificati durante la legislatura precedente quali Fiscal Compact europeo ed inasprimento del Patto di stabilità interno (cfr. nuova formulazione articolo 81 Costituzione): tali meccanismi impongono, in termini brevi, uguaglianza annuale fra entrate ed uscite. 
Non per caso, infatti, il nuovo Premier inaugurerà a breve un tour informativo con i principali leader europei per dissuadere dal rigidissimo rispetto di tutti i vincoli qualificati (fino a troppo poco tempo fa) come "tabù invalicabili". 
Il cosiddetto "piano-crescita" sembra comportare costi economici prossimi a (minimo?) dieci miliardi di Euro; i provvedimenti maggiormente suscettibili di attenzione sono definiti nel seguito:
  • sospensione dei versamenti Imu in giugno per poi rivedere i meccanismi di tassazione;
  • evitare l'inasprimento "automatico" dell'Iva;
  • riduzione delle tasse sul lavoro stabile e dei giovani neo-assunti;
  • soluzione strutturale e definitiva al problema degli esodati (= rimedio alla frettolosa riforma Fornero?);
  • introduzione di un reddito minimo per le famiglie bisognose con figli;
  • estensione del sistema di ammortizzatori sociali a quanti ne sono oggi priv(at)i;
  • realizzazione di un piano pluriennale per l'innovazione, attraverso il meccanismo dei cosiddetti "project bond";
  • nuovo finanziamento della cassa integrazione in deroga, pena il raggiungimento di vere e proprie "vette" di ulteriore disoccupazione;
  • approvazione di piano per l'edilizia scolastica, rifinanziando incentivi per le ristrutturazioni;
  • allentamento contemporaneo del Patto di stabilità interno con Regioni ed Enti Locali.
Se è dunque oggettivo affermare che è nato un Governo, è altrettanto lecito domandarsi con quali risorse sarà possibile mantenere fede ai (troppi?) fatti promessi. Dietro a questa domanda giace la speranza, forse non mal riposta, di un allentamento della morsa economico-finanziaria imposta dalle politiche europee. 
Fino a poco tempo fa era infatti "vietato" discutere di ridiscutere patti di stabilità economico-finanziaria a livello continentale.
Per non scrivere, poi, delle troppe promesse fatte all'auto-nominatosi (ma da altri legittimato?) "padre nobile" della Convenzione costituente e delle misure legislative da lui (tirannicamente?) detenute: conflitto d'interessi ed ineleggibilità solo per citarne alcune. Comunque vada, da qualsiasi punto di vista la si guardi, è nato un Governo. 
p.s.: quanto sono essenziali competenze e percorsi di studio-formazione per svolgere consapevolmente il ruolo di Ministri? Per Sanità ed Ambiente sono state individuate persone realmente competente per ruoli così importanti?
Ai posteri l'ennesimo post scriptum...
E' NATO UN GOVERNO...FRA (IR)RESPONSABILITA', NUMERI ED ORIZZONTI

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :