Mentre avveniva la strage di Tucson, sabato, i giornali italiani e i tg cercavano di aggiornare quanto prima il bollettino del folle gesto e le condizioni della deputata democratica,
Gabrielle Giffords. Nel giro di pochi minuti, a leggere i lanci dei siti di informazione, la politica era morta e poi resuscitata. Già i primi commenti, specie quelli letti su Twitter, addossavano colpe ai media nostrani, rei di non verificare le fonti né le notizie pur di ottenere lo scoop prima degli altri (e c’è chi sostiene, invece, che il buco è meglio della toppa in questi casi, ma ci arriviamo tra poco). A dire il vero, stavolta, i nostri giornali sono giustificati poiché l’incertezza della sorte di Gabrielle Giffords ha regnato sovrana in primis tra i media statunitensi (
il Post ha riassunto quanto accaduto). Comprensioni a parte, tuttavia, non si può certo affermare che i giornali italiani siano particolarmente attenti alle indiscrezioni che provengono da lontano. Come quando trapelò la notizia della presunta cattura del Mullah Omar: solo
in Italia le fu dato particolare scalpore. Recentemente è stato il
Sole24Ore a prendere una cantonata non da poco: la morte dell’attore Owen Wilson, prontamente smentita. Il
Sole si
scusò con i propri lettori, ma la toppa – a mio giudizio – è stata anche peggio del buco.
Le nostre scuse. In gergo giornalistico esiste un motto che dice: meglio un buco che una toppa. Ma questa purtroppo è una toppa. Ci scusiamo con i lettori e ovviamente con l'interessato (dicono peraltro porti bene) per aver dato ieri sera per qualche minuto la notizia falsa della scomparsa di Owen Wilson, spassoso attore. Era su un sito di solito attendibile, ma come sappiamo la rete può fare brutti scherzi. Ne siamo molto convinti e siamo molto attenti alla bufale sui temi cari al Sole 24 Ore, chiudere l'anno con un errore grave su un tema differente ci sprona a diventare sempre più attenti e bravi su tutto. Scusate per la bufala e per la toppa. Auguri.
Notare come il
Sole, inoltre, riparò attribuendo la responsabilità dell’errore a
Twitter, sottolineando che prima di Wilson le “vittime” erano state “l’umorista
Adam Sandler, poco conosciuto in Italia, ma popolarissimo negli Stati Uniti” (poco conosciuto in Italia? davvero?) e
Charlie Sheen.