
Ogni volta che ci passo e percorro le curve della strada che, da mesi, lo taglia quasi a metà, scrutando l'eterno cantiere ancora fermo alle fondamenta attraverso le reti, mi trovo ad immaginarlo come un piccolo polmonare verde, central park in miniatura che potrebbe far felice più di un milanese!
Ogni volta che ci passo, indipendentemente dall'ora e dalla stazione radio impostata sulla macchina, mi risuona nelle orecchie l'eco di un motivetto noto ai più:
Eh no, non so, non so perché, perché continuano a costruire, le case e non lasciano l'erba non lasciano l'erba non lasciano l'erba non lasciano l'erba
Eh no, se andiamo avanti così, chissà come si farà, chissà...
Poi mi torna in mente che il molleggiato nazionale, anni fa, parò di questo triste angolo di mondo urbano. Tutto è rimasto come allora. Ed è soprattutto per questo che mi sale un sorriso ironico, poco simpatico ma graffiante (un po' come era Rockpolitik) a leggere questa notizia sul sito del corriere.



