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E' Pasqua, Sai Baba e' morto e io sono a Puttaparthi

Creato il 24 aprile 2011 da Mariagraziacoggiola
A tempo di record, sono arrivata stasera tardi a Puttaparthi, un ex villaggio agricolo in una parte remota dell’Andhra Pradesh, diventato famoso per il Sathya Baba. Il famoso santone con I capelli alla Jimmy Hendrix ‘’non c’e’ piu’’’ come dice la gente qui con gli occhi rossi e il viso stanco, probabilmente dalle continue veglie dei giorni scorsi.
Una ragazza , con cui ho diviso il taxi dall’aeroporto di Bangalore, mi diceva un po’ invasata ‘’voglio andare da lui, sto contando ogni secondo, ma non so se avro’ ancora le lacrime per piangere. Lavora alla Tata Motors come ingegnere, il ‘’Baba’’ gli ha parlato quando aveva sei anni e da allora e’ diventata una sua seguace.
Puttaparthi e’ il tipico caso di citta’ violentata da un edilizia selvaggia, cresciuta disordinatamente intorno all’ashram. Un enorme complesso, costruito da poco, che ha rimpiazzato un precedente ‘’mandir’’. Per essere la sede di una fiondazione che – secondo la stampa Indiana – gestisce la bellezza di 40 mila croire di rupie (9 miliardi di dollari!!!!), compresi gli immobili, e’ abbastanza deludente.
Quando sono arrivata alle 11 d sera, c’era una lunga fila, di mezzo chilometro circa, che si e’ poi smaltita in fretta . Era la fila degli uomini, mentre le donne erano separate. Quando sono entrata nella enorme sala, c’erano si’ e no’ qualche centinaio di persone. Mi sembrava una cerimonia molto raccolta.
Uomini con la tunica Bianca, colore del lutto, erano seduti intorono alla bara di vetro. I volontari con una coccarda dorata facevano sfilale le persone. Nessun controllo. Fuori avevano messo un paio di megaschermi montati su dei camion mentre I poliziotti bivaccavano tutto intorno con l’aria esausta. Lungo la strada stanno ora montando delle transenne per divider e la strada tra chi entra e esce dall’ashram. La citta’ e’ stata chiusa al traffico e tutto e’ chiuso per lutto.
Non so se per fortuna o perche’ forse ho chiesto una stanza senza aria condizionata, ho trovato subito una sistemazione a un prezzo che secondo me e’ quello nornale. Non mi hanno nemmeno chiesto il passaporto., chi ero o da dove venivo, anche solo per curiosita’. Il doloro e’ sincero.
Seduto sugli scalini incontro un tedesco che vive qui e che mi dice di conoscere miolti italiani. Mi dice anche che domain si aspetta una grande folla. Per questo I preparative fuori e dentro l’ashram vanno avanti tutta la notte . Mentre dentro l’ashram, tra enorni lampadari di cristallo infestati dalla vespe, si levano dei canti che alcune donne, distese su delel coperte in un angolo, mormorano a bassa vice come una ninna nanna.

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