Il portiere dice che la signora del terzo piano da cinque mesi sta ristrutturando il bagno. “E io da cinque mesi”, dice, “non faccio che togliere la polvere che lasciano gli operai sulle scale e nell’ascensore”. Il portiere ha lo sguardo incazzato, anche se per natura la sua faccia non si pone volentieri nella grinza naturale che esprime il sentimento dell’incazzatura. “Cinque mesi!”, fa. “L’altro giorno le ho detto: – Signo’, ma cinque mesi ci vogliono per rifare un bagno? – E lei: – Eh, ma non s’immagina che bagno…”. Il portiere si appoggia alla tastiera del bancomat, incrocia le braccia al petto e fissa il traffico sempre più accentuato che scorre lungo la strada principale. È un uomo piccolo di statura e tozzo, in quella posa sembra sopraffatto dall’enormità del problema della polvere. Ma forse no, forse non pensa alla polvere. Qua e là gli affiorano i ricordi. Solo che è difficile fidarsi dei ricordi. Allora si mette a ridere, fa un commento su una donna che passa, una specie di pantera elastica coi tratti del viso alterati da un chirurgo estetico, come ce ne sono tante da queste parti, una faccia deforme che rispetta in pieno il canone moderno e antiaristotelico di bellezza femminile. Lui che in fondo è sempre così gentile, col sorriso sbilenco della sua faccia composta da un’ossatura grossolana da contadino, lui che certi giorni non ha niente da fare e altri si ammazza di fatica perché dalla mattina alla sera è tutto un susseguirsi di servizi, sospira e si lascia andare a un giudizio sommario sulle donne. “È più facile la vita per loro”. Capisco al volo a cosa allude, intende dire che possono avere tutto con poco. Gli rispondo che non sono d’accordo, che la sua è una generalizzazione, anche se le regole di virilità sociale mi obbligherebbero a questo punto a fare un ghigno d’approvazione. Ma è già strano che io mi trovi qui, in attesa, a parlare del nulla con lui, ed è ancor più strano che mi ritrovi all’improvviso con l’insana voglia di dirgli, amico mio, non c’è niente di sicuro a questo mondo, né la polvere sulle scale, né la bellezza delle donne. E come diceva Bukowski, tutte le nostre necessità, amore compreso, poggiano su fondamenta di sabbia. Ma temo che lui non sappia niente di Bukowski. Come sa poco e niente delle donne.
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