L'Associazione italiana Allevatori (AIA) con il supporto della fondazione "Roma capitale" ha impostato e gestito un progetto per la creazione di un allevamento di conigli ad Arua, in Uganda, a favore essenzialmente degli ex-bambini soldato.
Per la realizzazione del progetto in questione tecnici e pastori ,tanto italiani che ugandesi, hanno lavorato insieme perchè nella cittadina di Arua si possa, in tempi brevi, mettere in piedi un'intera filiera,la quale vada dalla costruzione delle gabbie per gli animali all'acquisto dei capi,all'allevamento e alla trasformazione finale degli stessi in prodotto sul mercato pronto per la vendita.
Un progetto del genere è ovviamente salutato con molto favore, perché il suo significato è quello sopratutto di creare lavoro in loco(Uganda) per una folta popolazione giovanile,che ha necessità di cambiare in meglio la propria vita oltre al bisogno di lavorare, al più presto possibile, onestamente e con relativa dovuta paga.
Sapete cosa vuol dire in Africa essere un ex-bambino soldato?
Sapete cosa significa in termini d'impegno, e talora anche di fatica strettamente fisica, recuperare psicologicamente questi giovanissimi?
Avete idea,terminata la triste esperienza di guerra, della gravità dei traumi , inflitti alla loro psiche che ,se non s'interviene presto e bene, non li lasceranno mai più per il resto della vita?
Aggressività, quindi violenza gratuita e improvvisa anche nei confronti di consanguinei, indifferenza affettiva,socializzazione difficile e tantissimo altro.
Due cose possono alleviare la condizione degli ex-bambini soldato, maschi o femmine che siano (per le ragazze c'è tutto un discorso a parte, psicologicamente molto più complesso) e sono l'istruzione e il lavoro che ne dovrebbe conseguire.
Non sempre si riesce a portare avanti il recupero su entambi i versanti proprio a causa della discontinuità notevole di quelli che dovrebbero essere gli stessi protagonisti del cambiamento.
Gli operatori del settore (in genere si tratta di educatori e/o di quelli che noi chiamiamo assistenti sociali, affiancati da insegnanti e medici, il più delle volte facenti riferimento ad organizzazioni umanitarie internazionali o a congregazioni religiose) comunque, non si scoraggiano.
La posta in gioco, in un continente con una popolazione giovanile numerosissima nei diversi Stati, e un'età media tra le più basse del pianeta, è enorme.
E doveroso è il farlo.
Qualcuno penserà, leggendo, che ci potrà essere anche un "tornaconto",a casa nostra, da parte di chi pensa che allevare conigli,così come polli, può essere un business.
E specie in tempi di crisi alimentari in avvicinamento per l'umanità tutta.
Ma il bene che si fa ,a mio avviso, vale più di mille congetture sterili.
E vale sempre la pena farlo.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)






