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E quando in Palazzo Vecchio...(Pablo Neruda)

Creato il 22 settembre 2013 da Asinistra
E quando in Palazzo Vecchio...(Pablo Neruda)
E quando in Palazzo Vecchio, bello come un'agave di pietra, salii i gradini consunti, attraversai le antiche stanze, e uscì a ricevermi un operaio, capo della città, del vecchio fiume, delle case tagliate come in pietra di luna, io non me ne sorpresi: la maestà del popolo governava. Guardai dietro la sua bocca i fili abbaglianti della tappezzeria, la pittura che da queste strade contorte venne a mostrare il fior della bellezza a tutte le strade del mondo. La cascata infinita che il magro poeta di Firenze  lasciò in perpetua caduta senza che possa morire,  perchè di rosso fuoco e acqua verde son fatte le sue sillabe Tutto dietro la sua testa operaia io indovinai. Però non era, dietro di lui, l'aureola del passato il suo splendore: era la semplicità del presente.

(Pablo Neruda)

(Parral, 12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre1973)
E quando in Palazzo Vecchio...(Pablo Neruda)

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