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"E' questa l'estate per viaggiare strano"

Da Astonvilla

Da Los Angeles a New York a piedi: nella «Footrace» è impegnato Alex Bellini, che ha già attraversato a remi due oceani. Ora l'impresa è attraversare gli Usa a piedi: quasi 5000 km
«E tu cosa fai quest’estate?». Attenzione a porre l’innocente domanda ad amici e colleghi: le risposte potrebbero essere le più inattese e sorprendenti. Dal giro del Sud America in roller a una corsa di 5mila chilometri negli Stati Uniti, passando per un mese in trattore a zonzo per l’Europa; dal periplo dell’Italia in kayak a un «pellegrinaggio» Trieste - Calcutta in couchsurfing, ovvero cercando ospitalità saltando da un divano letto all’altro.
Ferie non proprio nel segno del relax e del meritato riposo, insomma, ma il più delle volte veri tour de force fatti di fatica, sudore e sacrifici. Sono sempre di più i testimonial del «viaggiamo strano»: persone pronte a giocarsi le vacanze, e spesso anche qualche settimana in più, per portare finalmente a termine il sogno di una vita. E’ sufficiente navigare qualche ora su internet per trovare decine di blog, siti web e social network che raccontano il giorno per giorno di queste piccole e grandi imprese estive.
La rete diventa così il megafono degli avventurieri, che trovano online il luogo ideale e privilegiato dove lasciare traccia delle proprie peripezie, filosofeggiare, scrivere commenti, chiedere suggerimenti e pubblicare foto. E’ possibile generare community, raccogliere suggerimenti e parole di sostegno e tentare di trasmettere la sensazione virtuale di essere tutti insieme, a fare quel viaggio reale. Il risultato, spesso, è quello di trasmettere solo un senso di frustrazione e invidia, rischiando anche di scatenare il classico e istintivo: «Ma chi ve lo fa fare?».
E anche le risposte a questa domanda, scartabellando di forum in forum, danno vita a un ottimo campionario antropologico: si va dal desiderio di mettere alla prova i propri limiti alla ricerca di una forma di turismo più sostenibile ed economica, dalla voglia di realizzare se stessi al tentativo di dimostrare che si può vivere in armonia con l’ambiente e la natura, dal provare a cambiare vita al dare concretezza a ciò che tutti considerano pura follia. Oppure si ha semplicemente voglia di fare qualcosa di diverso e bizzarro, giusto per il gusto di poterlo raccontare ai colleghi di lavoro. O di poterlo scrivere su Facebook.
Il giro d'Italia dei due cassintegrati
Centocinquanta città da toccare in bicicletta per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, con un occhio particolare ai luoghi della disoccupazione. Hanno messo in preventivo tre mesi di pedalate e 8.500 chilometri da percorrere, Ugo Ghilardi, 54 anni, e Manuel Ardenghi, 34, due cassintegrati di Membro (BG). «La nostra azienda ha chiuso lasciando a casa un centinaio di persone - spiega Ghilardi - e sentivamo il bisogno di fare qualcosa di significativo. Abbiamo quindi scelto di andare a toccare i luoghi più rappresentativi dell’Italia: quelli del Risorgimento e quelli delle due Guerre Mondiali, ma anche i posti delle stragi e là dove ci sono fabbriche chiuse o occupate». Dalla Stazione di Bologna a Capaci, da Termini Imerese a Quarto: i due colleghi vogliono rivivere la loro Unità d’Italia in sella alle loro bici e dormendo in tenda e sacco a pelo. «È un itinerario che ci permette di riflettere, ma anche di far riflettere. E infatti la parte più bella del nostro tour è l’occasione di incontrare persone: molti vengono a pedalare con noi e ci accompagnano alla scoperta delle loro realtà. Con altri invece magari si beve solo un caffè insieme. Però ogni volta si conosce un po’ meglio l’Italia proprio attraverso i suoi italiani». Per seguire il viaggio: www.pedalaitalia.wordpress.com.
Tre ragazze e un tosaerba per l'Europa
Trenta giorni per fare 2 mila chilometri: dall'Inghilterra all'Italia, attraversando Francia, Germania e Austria, a bordo di un tosaerba. Sponsorizzate dalla ditta produttrice del trattorino, Margherita Tizzi, Francesca Bassi e Giulia Verrini, giornalista, fotografa e videomaker selezionate per questo atipico viaggio, stanno vivendo la loro surreale avventura a 15 km all'ora. «E' un'esperienza unica - spiega Margherita Tizzi - e guardare lo sguardo allibito di chi ci vede o ci incrocia vale l'intero tour. Ma al di là della stranezza, quello che davvero ci piace è la lentezza con la quale affrontiamo la strada: c'è il tempo per guardarsi intorno, per cogliere i particolari e per scegliere con tranquillità cosa scrivere, fotografare e filmare». Partite da Oxford il 30 giugno, dopo Inghilterra e Francia, le tre ragazze ora sono in Germania, come raccontano nel loro blog. «Siamo un po' provate: facciamo 80 km al giorno e quindi non viaggiamo mai meno di 8/9 ore, ma pioggia e vento non ci hanno mai abbandonato. Due giorni fa abbiamo anche tamponato e ieri a Monaco ci ha fermato la polizia perché rallentavamo il traffico. Però il morale è alto: la gente ci fa un sacco di domande e stiamo sperimentando un modo di viaggiare unico». Per seguire il viaggio: www.bg-tour.eu.
Da Londra a Istanbul, veleggiando sui fiumi
a Londra a Istanbul, 5.200 chilometri e un milione di vogate su Tamigi, Reno e Danubio a bordo di una riproduzione fedele di una barca da pesca norvegese dalle sembianze vichinghe. Attraversare l’Europa sui corsi d’acqua: è questo lo strano sogno di Giacomo De Stefano, soprannominato «Man on the river», 44 anni, astigiano di nascita e veneziano d’adozione, che ha deciso di spendere sei mesi della propria vita per quello che lui definisce un viaggio antropologico. «Non m’interessa realizzare l’impresa - spiega De Stefano -. Il mio è un viaggio sull’acqua e per l’acqua, dove quello che conta sono gli incontri con le persone e il riuscire a diffondere e testimoniare l’amore per l’ambiente». Partito il 9 maggio, dopo circa 200 chiuse e più di mille chilometri, in questi giorni De Stefano ha fatto ingresso nel Reno, lasciandosi alle spalle Strasburgo e puntando ora verso il fiume Meno, per poi raggiungere il Danubio attraverso il Canale Europa. Il tutto a budget quasi zero, come spiega lui: «Le persone si incuriosiscono nel vedermi remare e mi invitano a pranzo o mi danno una mano a trainare la barca quando non c’è vento o nei tratti controcorrente. Sulla mia barca c’è sempre posto: chi ha voglia di unirsi può raggiungermi in ogni momento». Per seguire il viaggio: www.manontheriver.org.
Tutta l'America a piedi, "coast to coast"
Settanta tappe, in 70 giorni, da 70 chilometri l'una. Sono i numeri della «Footrace 2011», coast to coast da Los Angeles a New York: quasi 5 mila chilometri e 3 milioni di passi per attraversare gli Usa. Sono partiti in 16 e tra gli 8 rimasti al via c'è Alex Bellini, il valtellinese che ha attraversato a remi l'Oceano e il Pacifico e che ora gli oceani vuole unirli di corsa. «La fatica, il sacrificio e il mettermi in gioco, andando alla ricerca dei miei limiti, sono il modo più romantico che conosco per occupare il mio tempo - spiega Bellini -. Ma l'importante è fare tutto a piccoli passi, mettendone uno dietro all'altro, incuranti dei giorni che aspettano: è nel presente che si fa la storia». Partito il 19 giugno, oggi Alex sta correndo la 29ª tappa e toccherà i 1997 km complessivi. Dopo aver superato i deserti dell'Arizona, le riserve Navajo, il New Mexico, corre sulle pianure dell'Oklahoma. «Corpo e testa rispondono bene, anche se è l'impresa più massacrante che ho affrontato - racconta Bellini -. Per fortuna siamo usciti dal caldo torrido e il clima ci aiuta. E' uno spettacolo guardarsi intorno: si scoprono gli Stati Uniti che non si conoscono, se ne percepiscono le sfumature, i suoni, gli odori. E questo serve anche per distrarsi». Per seguire la corsa www.alexbellini.it.

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