SABAUDIA - Tutti conoscono l’ormai noto social network Facebook, divenuto diversivo di quella quotidianità, del ritmo frenetico, una vera e propria “piazza” virtuale ove ogni singolo intrattiene rapporti, gioca, scambia pensieri e comunica apertamente le sue idee, le sue passioni e attitudini che in parte riflettono- come in uno specchio – ciò che poi ognuno è nella realtà.
Ebbene Mario Agnoletti - questo il nome dell’uomo 41 enne - è stato smascherato e sta pagando per aver utilizzato il social network in maniera decisamente poco opportuna, stando a quelle che sono le sue attitudini o devianze, che dir si voglia.
Ma procediamo per gradi.
Agnoletti, attore di film porno amatoriali e conosciuto per una comparsata in un film di Tinto Brass “Fermo Posta” pellicola del 1995 - in 9 episodi questi figura nell'elenco degli ''altri interpreti'' dell'ultimo episodio, ''Stivaletti Rosso Sangue'' - già da diverso tempo vagava per la rete adescando donne, tramite le famose richieste d'amicizia, per girare scene erotiche assieme a loro.
La prova di tutto questo? La ripresa dei giochi hard cui le donne acconsentivano.
Dopodiché andava estorcendo loro ingenti somme di danaro, ricattandole, la posta in gioco? Il riferimento e la visione delle scene ai rispettivi mariti.
Nessuna aveva avuto il coraggio di denunciare le gesta di questo “signore” finché l’uomo non è incappato nella donna sbagliata.
Sposata con un noto imprenditore, si incontrava con l'attore in vari alberghi di Roma, acconsentendo anche lei di farsi filmare durante il rapporto sessuale.
Agnoletti avrebbe dunque chiesto all'amante 1.000 euro, minacciandola di divulgare senza scrupolo le immagini su Internet, facendole anche recapitare al marito - come di consueto questi gli step del ricatto.
L' amante in un primo momento avrebbe pagato e soddisfatto alcune necessità dell'attore: una batteria per automobile, un orologio e del vestiario; in secondo luogo si sarebbe invece rivolta ai Carabinieri di Valdagno (Vicenza) che coordinati poi dalla Procura di Latina hanno arrestato l'indagato.
E' evidente che la posta in gioco era alta ma troppo alto pure il compenso da pagare in cambio del silenzio.
I militari hanno atteso di coglierlo in flagranza di reato, ammanettandolo, mentre aveva appena incassato - attraverso il postepay - mille euro dalla sua preda.
Nella sua abitazione sono stati sequestrati poi migliaia e migliaia di filmati realizzati con centinaia di donne.
Il forte sospetto sui quali stanno inoltre indagando è che tutte le donne fossero state adescate tramite Facebook.
Secondo gli investigatori Agnoletti non risulta svolgesse recentemente alcun tipo di attivita' lavorativa.
L'avvocato Lorella Gasbarrone, che lo tutela, avrebbe annunciato ricorso al tribunale del riesame.
Nel corso dell'interrogatorio di convalida dell'arresto Agnoletti ha negato l'episodio del ricatto e ha raccontato di aver avuto con la donna vicentina una relazione che era finita.
Avrebbe giustificato, talaltra prova - i numerosi video ritrovati in casa - con la sua passione per l'hard.
Con lui è indagata ora anche la sua compagna ritenuta complice dalla Magistratura con l'accusa di concorso esterno in estorsione.
Lasciamo ai nostri lettori la libertà di decidere chi siano le vittime e chi i carnefici.