Dove sono nati i primi uomini? Il modello maggiormente accreditato prevede che la culla dell’umanità sia stata l’Africa orientale: è da questa regione che i primi uomini iniziarono a popolare il mondo. Gli antropologi sono convinti della correttezza di questo modello perché supportato da numerose prove, tra cui, ad esempio, il fatto che i resti più antichi di teschi umani siano stati trovati proprio in questi territori. Tuttavia, lo studio condotto da un gruppo di ricerca americano e pubblicato sull’ultimo numero di PNAS sembra suggerire una nuova ipotesi: gli uomini moderni potrebbero essersi originati nell’Africa meridionale.
Gli scienziati sono giunti a questa conclusione analizzando i genomi di diverse tribù africane di cacciatori-raccoglitori, tra cui gli Hazda e i Sandawe della Tanzania e i Boscimani del Sudafrica. I dati genetici di queste popolazioni sono stati quindi uniti a quelli di altri genomi africani precedentemente noti, come Masai e Yoruba, in modo da avere un affresco completo della variabilità genetica presente in Africa: è stato così possibile ipotizzare quale tra i vari gruppi analizzati fosse il più antico. Come hanno fatto? Basandosi su una semplice regola: la popolazione più antica doveva essere quella con la maggiore variabilità genetica. Quando un gruppo di uomini si sposta dal luogo di origine per colonizzare altri territori, infatti, porta con sé solo una piccola parte delle diverse varianti genetiche accumulatesi nella popolazione di partenza, e per crearne di nuove ha bisogno di molto tempo. Ecco perché due Europei sono geneticamente più simili tra loro di quanto non lo siano due Africani.
Ebbene, i genetisti di Stanford hanno scoperto che tra quelle studiate la popolazione più diversificata non era una dell’Africa orientale, come era lecito attendersi in base al modello precedente. Erano invece i Boscimani, che vivono a Sud, nel deserto del Kalahari. Letteralmente “uomini della boscaglia”, i Boscimani si sono infatti classificati al primo posto per quanto riguarda la variabilità genetica interna alla popolazione, calcolata sulla base di due parametri (Linkage Disequilibrium e Fst). Grazie a questi dati, è stato possibile anche ipotizzare un modello secondo cui il punto di origine più probabile per Homo sapienns sarebbe proprio l’Africa del Sud: lo si vede da questa mappa, colorata in base alla probabilità di origine della nostra specie.
Dobbiamo dunque cancellare decenni di studi e ricerche archeologiche e prendere per buona questa nuova teoria? Alcuni non sono d’accordo: secondo la genetista americana Sarah Tischkoff, non c’è nessuna valida ragione per credere che una popolazione sia sempre vissuta nel luogo in cui si trova oggi. Gli autori del lavoro rispondono che le migrazioni sono sicuramente un evento possibile, ma a muoversi è sempre un piccolo gruppo che porta con sé solo una frazione della diversità genetica iniziale. Se i Boscimani fossero giunti a Sud partendo da un’altra zona dell’Africa, allora i dati avrebbero dovuto segnalare la presenza di un’altra popolazione più diversificata, la loro popolazione di origine. E invece non è così.
Ad ogni modo, non sarà facile convincere gli scettici, anche perché le prove archeologiche che l’uomo sia nato nell’Africa del Sud ci sono, ma sono molto limitate. Forse quando la grande variabilità dei genomi africani sarà stata caratterizzata in modo più dettagliato, allora avremo qualche informazione in più per stabilire quale dei due modelli sia quello corretto. Non stupisce che si abbiano così poche conoscenze sul DNA africano: c’è ovviamente un interesse maggiore per le popolazioni di origine europea, perché saranno soprattutto gli Europei i consumatori finali della ricerca genomica. Sono però convinto che se si studiasse di più la straordinaria ricchezza genetica del continente africano, ne gioverebbero non solo gli occidentali, ma l’umanità nel suo complesso: dopo tutto siamo nati in Africa, e su questo, almeno, non ci sono dubbi.
Altri link:
- Out of southern Africa (Nature News)
- Where in the world did modern humans come from? (Gene Expression)
Image credit: Ian Sewell, PNAS
Henn BM, Gignoux CR, Jobin M, Granka JM, Macpherson JM, Kidd JM, Rodríguez-Botigué L, Ramachandran S, Hon L, Brisbin A, Lin AA, Underhill PA, Comas D, Kidd KK, Norman PJ, Parham P, Bustamante CD, Mountain JL, & Feldman MW (2011). Feature Article: Hunter-gatherer genomic diversity suggests a southern African origin for modern humans. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America PMID: 21383195