E se potessi risalire a morsi
il corso del tuo corpo liberato
dagli abiti, e poi bevuto a sorsi,
mi temeresti o mi saresti grato?
E se volessi aggiungere vergogna
ai tuoi ricordi per gli anni a venire,
raccogliendoti là dove si sogna,
anima mia, soltanto di finire?
Che non resti di te che un centro nudo,
arso dal vento, scarnito, rappreso,
mendicante a se stesso eppure pieno,
nell’arco vivo del tuo corpo teso
che cerca la sua morte sul mio seno
e la offre tremante, come un dono.
[Immagine: Franz Krauspenhaar - Mirror tree.]