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Una buona idea sfruttata fin troppo. Questo è E se Vivessimo tutti Insieme?
Sì, perché il soggetto iniziale -5 amici francesi (2 coppie sposate e un donnaiolo impenitente) che decidono di andare a convivere in modo da aiutarsi a vicenda con gli acciacchi dell'età che avanza e che diventano tema della tesi di un giovane studente- non era niente male. Sembra invece che il regista abbia deciso di strafare, o forse di non saper bene dove andare a parare, mescolando assieme a questa idea semplice e intelligente tutto e di più: la malattia che avanza (il cancro da una parte, l'alzheimer dall'altra), la solitudine delle case di riposo, il sesso alla terza età, la gestione dei figli che fanno da genitori ai propri e, per finire, la lealtà dell'amicizia. Troppo, soprattutto se concentrato nei 96 minuti di durata del film.La sensazione infatti è quella di vedere piccoli tranche de vie di queste vite che decidono di condividere gioie e dolori dei loro ultimi anni, cercando ancora una volte di sfatare i tabù della nostra società -primo fra tutti, ovviamente, quello sul sesso. Certo, immergersi in questo universo è decisamente divertente, e anche la morte, nonostante l'inevitabile commozione, fa sorridere. I personaggi sono ben caratterizzati e mostrano tutte le sfaccettature del passare del tempo: c'è la donna forte e intelligente, il rivoluzionario sessantottino, la borghese alla mano e l'artista libertino. Le stesse interpretazioni non sono male, con un cast capitanato da Jane Fonda e Geraldine Chaplin che gli anni hanno reso comunque intriganti, ma siamo distanti dai toni irriverenti di Non è mai troppo tardi o da quelli drammatici di Amour. Siamo in una mezza via che, causa anche un finale non certo all'altezza, rimane insipido. Troppa la carne messa a fuoco, troppe le situazioni che finiscono pian piano sullo sfondo (come quella di Dirk, il laureando non del tutto riuscito come personaggio e che il doppiaggio italiano rovina con un improbabile accento tedesco). Un'occasione sprecata quindi, da un cinema francese che ci ha abituato a non sbagliare mai un colpo.
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