Ore 20 e 30 a casa mia
-Che mangiamo?--Non lo so non ho fame-
- Cos'hai? Perchè sta faccia?-- E' la mia questa c'ho!-- Che c'hai te rode?--Si!-- Perchè? Che è successo? -- Niente, sò stanca -Chiuso il discorso.
E quando una donna dice "niente"...E' che non mi và di parlarne, a dirla tutta non saprei neanche bene dire cosa ho, la verità. Così scrivo, nella speranza che qualcosa esca da me, liberandomi. Sono stata a fare un aperitivo con D, chiacchiere in leggerezza, ma io non ero spensierata, lei si. Davvero una bella persona di quelle socievoli, espansive, con l'argomento sempre pronto e la loro vita in pugno. Di quelle con gli interessi a mille e la mente che lavora, con le idee e la voglia e l'energia per realizzarle. Di quelle giovani, più giovani di te, che amano ciò che sono, che certe domande neanche se le pongono perchè i dubbi che hai te, i mostri che cerchi di cacciare o esorcizzare te, loro non li hanno mai incontrati. Non sanno neanche che esistono e forse non li incontreranno mai. Di quelle che davanti hanno il panorama della loro vita, fatta di lavoro, svaghi, e un uomo con cui condividere e va bene così, è perfetto così. Di quelle che le guardi e sembrano essere sempre a loro agio, al posto giusto nel momento giusto. Sono sempre inserite nel contesto in cui si trovano, mai fuori posto. Perchè apparentemente non manca nulla a queste loro vite, sono soddisfatte di quello che hanno, e il resto è contorno. E io ero lì, a cercare la falla, il punto debole, il momento esatto in cui l'umanità svela la sua imperfezione...ma non l'ho visto, non l'ho trovato. Io sospesa, io altrove, io in cerca di radici che mi ancorino a terra, nel presente. Io scissa, che ogni giorno deve scendere a patti col suo istinto materno, cercando di farlo ragionare, quando ci riesco, per avere una tregua, uno spazio neutro in cui conciliare il desiderio e la realtà. E vivere pienamente, comunque. E se non ci riesco, cercando di fregarlo, di fotterlo il mio istinto, di dargliela a bere con le menate del "è meglio così, dammi retta". Forse anche lei guardando me ha avuto l'impressione di una persona stabile, nel suo centro, forse giusto un po' stanca. Chissà quante volte si crea questo scollamento fra i due piani, quello della realtà esterna e quella del nostro mondo interno, fra quello che gli altri vedono di noi (o noi di loro) e quello che realmente accade inside, nel proprio universo interiore. Forse è per questo che arriviamo a sentirci soli e spaesati e sperduti. Si, ecco come mi sento oggi...disorientata. Ho momentaneamente perso la rotta, le coordinate della mia vita. Che certi giorni non è semplice, che certi giorni non ti và mica tanto di ridere, che certi giorni quello che vivi e che senti lo sai solo te e non sapresti neanche come esprimerlo, non troveresti neanche le parole adatte...e allora manco le cerchi, ti eviti lo sforzo e anche l'imbarazzo di due occhi che ti osservano a punto interrogativo. Della serie: "Si vabbè ma che me stai a dì? Qual è il problema?". Amica...ma come te lo spiego io a te? Mi manca qualcosa, oggi, una parte di me non meglio identificata che prima c'era e oggi mi ha lasciata orfana. So che tornerà, non ne ho dubbi, il fatto è che ora non so neanche dove sia andata, mica per altro, ma almeno a sapere dove si è cacciata proverei a riportarla indietro! Che lei c'ha voglia di giocare, io per niente. Sono questi i momenti in cui mi accorgo che la ricerca è prima di tutto un percorso a due sensi: da dentro a fuori, e viceversa. Cerchi qualcosa fuori di te e inevitabilmente tutto ti riporta a te stessa. E' una sfida quotidiana, un incontro con le tue debolezze, i tuoi limiti. Aivoja a dire sono arrivata a buon punto, il peggio è superato, la nuova consapevolezza mi guiderà perchè ho raggiunto un nuovo e più stabile equilibrio. Qui la partita è sempre aperta, gira che ti rigira è sempre me che trovo, è sempre con me che mi scontro. Un round lo vinco, ma il knock out è sempre in agguato! Difficile capire dove finiscono le balle che ci si racconta per autoconvincersi e darsi forza e dove inizia la dimensione della conquista di sè, di una nuova visione delle cose. Lo so, questo post manca di coerenza e trasparenza, me ne rendo conto e oltre tutto non ho mantenuto la promessa: farvi fare due risate catartiche e consolatorie. Sarà che oggi quella che ha bisogno di qualcuno che la faccia ridere sono io. Sarà che.... oggi a te domani a me e a chi tocca, come dicono dalle mie parti, a chi tocca nun se ingrugni. Perciò oggi sono io quella che non si deve ingrugnare, perchè oggi è il giorno mio, evidentemente. Ecchepalle, però. Posso saltare il turno? Naaaaa, io oggi passo.
Magazine Per Lei
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