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E stronzi!

Creato il 17 gennaio 2015 da Patuasia

Per il PD di Donzel, Guichardaz e Fontana, trovare il dialogo con Rollandin era blasfemia pura (Centoz lo aveva preso in considerazione), con il clan dei Viérin no. Perché? Perché in realtà chi detta ancora l’agenda del PD non è uno del PD, ma l’eterno Dino! L’unionista di sinistra. Come se esistesse un’Union solo rossa! E un’Union solo nera! La locazione politica della Balena è sempre stata chiara: ni droite ni gauche. Il GPS del partito rossonero ha da sempre indicato un’unica via: quella dei soldi. Cioè quella del Governo romano in carica da cui l’Autonomia dipende. Adesso è la volta di Renzi. Fulvio Centoz a cui non frega nulla della dignità e di una visione politica più a vasto raggio altrimenti agirebbe diversamente, può dunque contare sul ruolo di sindaco di Aosta, ma si contenterebbe pure di quello di vice-sindaco. Sbattuto fuori di casa verrebbe quello attuale: Bruno Giordano. Montone sacrificale per il bene della Vallée. (Ma siamo certi che non rimarrà a bocca asciutta!).

Dunque, il quasi ritorno a casa dell’Union “prodiga”, secondo la proprietà transitiva, ha riavvicinato il PD a Rollandin. Ma cosa dicono le sinistrissime voci civatiane del partito? Cosa dice l’integralista Jean-Pierre Guichardaz? E cosa dice il cattolicissimo Raimondo Donzel? Pochi mesi fa così dichiarava: “Bisogna essere chiari coi cittadini: noi non riteniamo utile alla Valle d’Aosta e ai valdostani la prosecuzione della Giunta Rollandin!“. E ancora: “Nessuna larga intesa è possibile con chi difende i grandi manager del Casinò e delle Partecipate pubbliche, con chi non ferma le grandi opere inutili, e continua a colpire le fasce deboli, i precari, i lavoratori e taglia trasporti, sanità, scuola e servizi sociali”. Se ieri il vecchio leone si trovava in eterno bilico: occasione unica per il PD e Alpe di dare alla Giunta un maggior equilibrio politico, oggi la Giunta Rollandin, grazie a Donzel, ma non solo a lui, potrà godere di un appoggio numericamente corposo, composto soprattutto dai numeri unionisti. E ancora il PD: “O si fa un governo di cambiamento o si va ad elezioni: in ogni caso l’attuale Governo regionale deve dimettersi e toglierci da ogni imbarazzo istituzionale anche a livello nazionale”. E’ bastato l’azzeramento del Consiglio regionale per togliere il PD dall’imbarazzo? Una leggina elettorale che riguarda principalmente i Comuni sotto i mille abitanti? No, è bastato che ci fosse il clan Viérin! Il PD ha due palle così! Per essere onesti una bella fetta di responsabilità ce l’hanno pure i consiglieri di Alpe, forse perché mai stati arancio, ma sempre rossoneri? Anche il loro segretario che proviene da un’altra area politica, non ha saputo vedere più in là. L’orizzonte corto paga il prezzo. Alpe, isolata dagli ex alleati, si trova tagliata fuori e, in virtù di questo, perderà pure qualche pezzo. Il PD non farà da stampella, nossignori! Per il semplice fatto che di una stampella questo “nuovo” governo non avrà bisogno. L’unica carta che potrà giocare sarà quella solita del fil rouge con Roma. E sappiamo per esperienza di quali ideali e di quale cambiamento sarà portatore.


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