Credo di essere rimasta l'unica foodblogger che ancora non l'aveva fatta. In realtà se devo dirla proprio tutta, non l'avevo nemmeno mai assaggiata e mia madre ne ignorava persino l'esistenza..."Ma dove vivete?!?", vi chiederete...Ebbene la risposta è "a pochi chilometri dal cartello che segna il limite territoriale tra Lazio e Toscana" e in Toscana ci lavoro anche...Vabbè dopo queste confessioni non ho più scuse. Però erano dovute e ora con la coscienza apposto passo alla storia della mia focaccia con l'uva anche conosciuta come "ciaccia" o "stiacciata", se proprio lo vogliamo dire alla maniera toscana(come potete vedere almeno mi sono ben documentata ;-)). Navigando sul web ho trovato tantissime versioni molto simili tra loro, sia per ingredienti che per procedimento. Prima di tutto ho cercato di capire quale tipo di uva fosse più adatta per questa preparazione. Tutte le fonti da me consultate erano unanimi nello scartare l'uva bianca e l'uva cosiddetta "da tavola"(quella cioè con gli acini molto grandi) e nel prediligere l'uva rossa quella "da vino", con gli acini piccolini. La tradizione Toscana prevede l'utilizzo di uva San Giovese, mentre quasi tutti gli altri optano per l'Uva Fragola...Chiamo mio padre, il quale nei pressi del Lago di Mezzano ha una vignettina-ina-ina con quattro filari sufficienti per il vino di casa, e mi dice che la sua uva è tutto Merlot e che l'uva fragola non saprebbe proprio dove trovarmela. Ok, farò da me. Chiamo la cavia e partiamo alla ricerca dell'uva nelle campagne nei dintorni di casa. Primo vigneto, tutta uva da vino, ma ahimè bianca. Secondo vigneto idem...Anzi no, aspetta un attimo...FRENA!!!Apro lo sportello, scendo e mi accerto di aver visto bene: dopo tutti i filari di uva bianca, l'ultimo era di uva nera!!!Che strano però un solo filare...Aspetto che assaggio...Sarà anche un solo filarino ma quest'uva, è UVA FRAGOLA!!! Faccio scendere la cavia e inizio a decespugliare la vite del malcapitato contadino che custodiva ben nascosto quel prezioso filare...Però d'altronde se mi serve l'uva fragola, mi serve...Qualche rapido scatto e via...Più semplice di quanto pensassi. Durante il breve tragitto per tornare a casa non vi dico che profumo emanava quel sacchetto di uva...ERA INEBRIANTE!!!Una volta a casa, sono di fronte ad un altro bivio: l'uva nella focaccia dev'essere intera o senza noccioli?!? La tradizione prevede l'uva intera... "Però sai che fastidio i semini (che vi assicuro che tanto "ini" non sono)se ti capitano in bocca...No no, io li tolgo". E non mi sarei immaginata le conseguenze di questa mia decisione. Un lavoro certosino che è durato tutto il tempo della lievitazione dell'impasto, con conseguenti mani violacee e grinzose che nemmeno dopo due ore di bagno in acqua salata...E solo verso la fine ho capito che per l'estrazione dei semi era più semplice tagliare gli acini nel senso della larghezza e non verticalmente...Vabbè, almeno la prossima saprò come fare...
Un'altra decisione ha poi riguardato un eventuale aroma aggiuntivo quale anice o rosmarino...Sarà che a me l'anice piace ovunque e decido di mettercelo.
Ultimo dilemma: la faccio ripiena come da tradizione con uva dentro e sopra o solamente con l'uva sopra?!?Lascio decidere la cavia, amante delle pizze ripiene e ovviamente opta per la pizza con doppia uva...
A questo punto mani in pasta ed ecco a voi il risultato...Non vi dico che profumino di fragole misto all'odore di ciambella all'anice che si è propagato per le stanze di casa...Non sono riuscita ad aspettare nemmeno che si raffreddasse, tanta era la voglia di divorarne un pezzo e me la sono mangiata con il succo d'uva bollente e profumato che fuoriusciva da esso e colava ovunque...
E con in mente questa immagine di me alle prese con il trancio bollente vi lascio la ricetta...
FOCACCIA CON L'UVAIngredienti:
- 600 gr di Uva Fragola
- 25 gr di Lievito di Birra Fresco(1 panetto)
- 150 gr+1cucchiaino(per il lievito) di Zucchero Semolato
- Semi di Anice
- Olio E.V.O.
- Sale
Procedimento
Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero.Lasciar riposare per qualche minuto o finchè il lievito non schiumerà e crescerà. Unire il lievito alla farina(disposta a fontana su una spianatoia)con 2/3 dello zucchero, aggiungere un cucchiaio di olio e impastare aggiungendo acqua quanto basta per ottenere un impasto morbido, liscio e compatto. Formare una palla metterla in una ciotola, coprirla con un panno umido e far lievitare in un luogo caldo al riparo da correnti per almeno 1h30 o finchè sarà raddoppiato di volume. Riprendere l'impasto, dividerlo in due parti e stenderlo su carta da forno: prima una parte, cospargere con parte dell'uva, spolverare con dello zucchero e i semi di anice. Stendere l'altra parte dell'impasto, sovrapporlo all'altro ripiegando i bordi per unirli e chiudere. Condire la parte sopra con la rimanente uva, lo zucchero, semi di anice e olio.
Far lievitare per altri trenta minuti. Scaldare il forno a 200°, infornare e far cuocere per trenta minuti circa. Sfornare e lasciar intiepidire.






