Domenica pomeriggio al “Lotti” di Poggibonsi, il Foggia ha conquistato la terza vittoria consecutiva, inanellando l’undicesimo risultato utile di fila, consolidando la terza piazza del campionato di Seconda Divisione della LegaPro, con la vetta distante soltanto cinque punti. E pensare che dopo tre giornate dall’avvio del torneo, i rossoneri erano ultimi con un solo punto; ma da quel 15 settembre, giorno in cui arrivò la sconfitta interna ad opera del Lamezia, qualcosa cambiò e nessuno è riuscito più a battere la formazione pugliese guidata dal tecnico Pasquale Padalino.
Chi ha vissuto ed è cresciuto a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, si ricorderà sicuramente del mitico Foggia che militava in serie A, costruito dal presidente Casillo e marchiato Zdenek Zeman. Il calcio offensivo e spettacolare dell’allenatore boemo fece innamorare una città e sorprese l’Italia intera.
Allo stadio Pino Zaccheria la gente andava a vedere il tridente magico Signori, Baiano, Rambaudi, i russi Shalimov e Kolivanov, il portierone Francesco Mancini. E in difesa c’era anche il giovanissimo Padalino…
Quegli anni fantastici, quella squadra fortissima, che si muoveva e ripartiva veloce come una scheggia impazzita, raggiunse due volte il nono posto sfiorando addirittura l’Europa. Quello fu l’ultimo periodo d’oro per il club del capoluogo, in quanto pian piano iniziò la caduta dell’Unione sportiva Foggia che portò ai fallimenti del 2004 e a quello definitivo del 2012, con il club che non fu iscritto al campionato di Prima Divisione.
Proprio in quell’estate, però, nasce l’A.C.D. Foggia che raccoglie dal sindaco, Gianni Mongelli, l’eredità del club e l’assegnazione del titolo sportivo calcistico della città. Il nuovo sodalizio e il presidente, Franco Lo Campo, vogliono alla guida della squadra, che ripartiva dalla Serie D, un tecnico che conosceva bene l’ambiente, e la scelta andò a cadere sul foggiano Pasquale Padalino, il quale dopo una discreta carriera da giocatore (anche una presenza in Nazionale), ha intrapreso quella da allenatore sotto l’ala del navigato mister Giampiero Ventura. Dopo una breve esperienza con la Nocerina, decide di sposare il nuovo progetto e si siede sulla panchina del suo Foggia.
La prima stagione alla guida dei Diavoli Rossi si conclude con un quinto posto e con l’eliminazione ai playoff contro il Matera. Ma i fallimenti societari negli ultimi anni sono stati parecchi e la società pugliese viene ripecsata in LegaPro, cambiando così nominazione in Foggia Calcio srl. I tifosi delusi dalle ultime gestioni societarie non vogliono illudersi, ma questo nuovo Foggia sembra stia facendo riavvicinare le persone, i foggiani, allo Zaccheria. Spinti dalla fede e dall’amore verso gli storici colori, forse per la fiducia che hanno nei confronti di una delle bandiere di quella favolosa squadra, che gioca all’attacco, con tre punte capaci di segnare 16 delle 19 reti e con un portiere, Narciso, che sotto la Nord intitolata due settimane fa a Francesco Mancini para rigori e compie autentiche prodezze. Ecco, sarà di certo eccessivo fare paragoni con il Foggia dei Miracoli, ma forse siamo all’alba di una nuova era.
Domenica allo stadio Pino Zaccheria arriva il fanalino di coda, ma in netta ripresa, Arzanese e i Diavoli Rossi sono pronti a sferrare un altro colpo importante, per avvicinarsi ancor di più alla vetta e, perché no, a credere ancora nei miracoli.