Magazine Diario personale
Va da sé che ieri (correndo J ) ho chiuso un cerchietto della mia vita per cui può valere la pena spendere due parole. Uno di quei cerchi che fino a che non si chiudono puoi anche pensare che siano archi e che non tendano necessariamente a una conclusione.
Avete presente Educazione Civica? Sul mio libro di scuola delle elementari era ridotta a un'appendice di poche pagine e, tra queste, ne ho sempre ricordata una e solo una.
C'era una scena in due vignette. Prima vignetta: un tizio è alla guida della sua auto e sta per affrontare una curva cieca, in mezzo di strada un pietrone evidentemente caduto da poco. Seconda vignetta il tizio scansa con maestria il sassone.
Poi c'erano tre ipotesi di reazione del tizio scansatore di sassi:
1 - inizia a smadonnare maledicendo l'ANAS o chi per ella;
2 - si compiace smisuratamente con se stesso per l'abilità pilotistica dimostrata e se ne va pensando di essere Niki Lauda;
3 - si ferma poco più avanti, scende dall'auto e torna indietro per spostare la pietra.
Io fino ad ieri non lo sapevo mica se ero civicamente educato, almeno rispetto alla teoria che ci avevano insegnato. Poi su questa stradina che porta a Montisoni, sterrata ma carrabile, sono arrivato a una curva e ho visto il pietrone franato da chissà dove. E l'ho riconosciuto! Era proprio lui, aveva pure la stessa identica forma irregolarmente squadrata e lo stesso colore giallo scuro. Era lui, vi dico!
Fatto sta che mi fermo e con discreta fatica lo sposto sul ciglio facendolo rotolare, per quello che si poteva.
Ergo, sono civicamente educato, adesso lo so.
E non venite a dirmi che il tizio dell'auto si è impegnato più di me perché guidava, si è dovuto fermare, ha parcheggiato, è sceso e tutto.
Vi garantisco che, e chi corre (pure Linus) lo sa, prima d'interrompere una prestazione, con il rischio di abbassare la media a chilometro di due/tre secondi, il podista in trip ci pensa seriamente su se farlo o no.
Ad ogni modo, passate pure adesso, la strada è libera.
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