E’ ufficiale: il 3 giugno si voterà per il referendum regionale sulla ciaccia. E’ infatti stato approvato ieri dalla Giunta Regionale il decreto darà l’avvio alle procedure di indizione del referendum. Un richiamo al voto storico per i piemontesi che arriva al termine di una battaglia durata 25 anni, quando vennero raccolte oltre 60 mila firme in richiesta proprio ad un referendum abrogativo della legislazione sulla caccia.
Il quesito prevederà la riduzione delle specia cacciabili (cinghiale, lepre, minilepre e fagiano), il divieto di caccia la domenica su terreno coperto da neve e la limitazione dei privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie, conosciute anche come “riserve private di caccia”.
Entusiaste le associazioni ed i cittadini che per lungo tempo hanno lamentato una totale indifferenza in materia da parte della Regione Piemonte, che non ha potuto opporsi alla sentenza della Corte di Appello di Torino del 2010 e confermata di recente dal TAR del Piemonte. La sola delusione dei comitati promotori sta nel fatto che il referendum non potrà essere accorpato alle prossime elezioni amministrative del 6 maggio.
“Il comitato promotore auspica che la Regione provveda ora a diffondere in modo capillare ed efficace l’informazione relativa al referendum e che, in attesa dell’esito del referendum, sempre la Regione blocchi ilavori volti a modificare l’attuale legge sulla caccia. Modifiche che vanno in senso esattamente opposto alle richieste referendarie, prevedendo l’aumento del numero di specie cacciabili, il prolungamento della stagione venatoria, la caccia con l’arco e quella a specie di uccelli protette a livello comunitario”, hanno dichiarato Piero Belletti e Roberto Piana.
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