La home page del sito ufficiale di Earls Court ospita un messaggio apparentemente poco importante, posizionato a sinistra dello schermo su un anonimo sfondo bianco: “The venue is now closed. All the best Earls Court events have moved to Olympia London“.
Un visitatore ingenuo potrebbe pensare che il centro sia chiuso per le vacanze natalizie, ma non è così. Proprio in questi giorni si è messo in moto il meccanismo che porterà alla demolizione dello storico Earls Court Exhibition Centre.
L’Earls Court Exhibition Centre nasce nel 1887 su un terreno non utilizzato ma servito da due stazioni della metropolitana poste sulle linee District e Piccadilly. Nel 1935 iniziano i lavori di ristrutturazione. L’intenzione è quella di creare uno “show centre” ed è palese la volontà che il centro possa rivaleggiare con il vicino Olympia. Nonostante i lavori non si svolgano alla perfezione, il primo settembre 1937 l’edificio è finalmente inaugurato e ospita la Chocolate and Confectionery Exhibition. Il denaro speso per la ristrutturazione è presto ripagato dal successo del locale: al suo interno si alternano mostre e manifestazioni di ogni genere, tanto che nel 1991 verrà inaugurato il cosiddetto Earls Court Two, collegato all’edificio originale tramite un ponte chiamato Bridge 19.
Solo nel 1973 Earls Court comincia ad ospitare concerti: a inaugurare la storia musicale del luogo, il 12 maggio, è David Bowie, con il suo Ziggy Stardust Tour. Il concerto non è un grande successo, a causa di problemi al suono (ricorrenti a Earls Court e causati dalla stessa struttura architettonica) e comportamenti negativi da parte dei fans. Non importa: si tratta comunque del battesimo musicale di uno dei music venues più conosciuti d’Europa. E infatti, da quel momento in poi, gli artisti ospitati sono molti. Praticamente tutti i grandi nomi della musica vi hanno suonato almeno una volta, anche grazie alla capacità del locale, che può contenere fino a 19.000 persone e che quindi è perfetto per ospitare live di band con una vasta fan base. Il 18 e il 19 maggio del 1973, pochi giorni dopo il concerto di Bowie, i Pink Floyd suonano The dark side of the moon. Poi sarà la volta degli Slade, dei Genesis, dei Queen e, soprattutto, dei Led Zeppelin. La serie di cinque concerti tenutasi a Earls Court nel maggio del 1975 è universalmente riconosciuta come uno dei periodi più brillanti per la band inglese. I concerti, che registrarono in totale la vendita di circa 84.000 biglietti, durarono tutti più di tre ore, con un picco di tre ore, 43 minuti e 50 secondi durante il concerto finale del 25 maggio. Tutto ciò fu registrato ma svelato ai fans solo nel Led Zeppelin DVD uscito nel 2003.
La sfavillante vita dell’Earls Court Exhibition Centre, però, subisce un violento stop nel 2010, quando le autorità locali e la Capco, proprietaria dell’Earls Court e dell’Olympia, cominciano a discutere della possibilità di demolire la struttura per sostituirla con un nuovo, ambizioso e ambiguo progetto che prevede la costruzione di più di 7000 appartamenti, numerosi punti vendita e un centro conferenze. Il piano, un enorme cantiere a cielo aperto i cui lavori termineranno non prima del 2033, viene approvato nel luglio del 2013 dal sindaco di Londra Boris Johnson.
L’opposizione al progetto, che si era fatta sentire sin dalle prime avvisaglie di riorganizzazione della zona e che è capitanata dalla combattiva Save Earls Court, esplode. C’è preoccupazione per le conseguenze degli eterni lavori in corso, per la circolazione delle auto e dei mezzi, per la demolizione che toccherà non solo la struttura principale, ma anche 760 abitazioni nei dintorni, per gli ovvi danni al commercio e al turismo, che per anni si sono basati proprio sul gran numero di persone che si recavano in zona per assistere a mostre e concerti, e ovviamente per il danno che la demolizione arrecherebbe alla scena musicale londinese e inglese. Certo, negli ultimi anni le grandi band avevano cominciato a preferire Wembley e la O2 Arena al vecchio Earls Court, ma il cartellone degli eventi era sempre vivace, così come il pellegrinaggio di fans che volevano osservare il luogo nel quale così tanti gruppi ormai leggendari avevano suonato negli anni passati. Non da ultimo, a suscitare lo scetticismo dell’opinione pubblica c’è anche il fatto che i 7000 appartamenti costruiti saranno tutti venduti a prezzi da capogiro, andando quindi a rinfoltire il già solido mercato di abitazioni di lusso nella capitale inglese.
Nonostante i lavori siano iniziati proprio in questi giorni, il dibattito non accenna a placarsi e i cittadini che si oppongono all’opera non hanno nessuna intenzione di arrendersi. Due registi indipendenti, Dave Clark e Ray Fury, hanno addirittura girato un cortometraggio su questa lotta, “Save Earl’s Court: our voices will be heard”, visibile su Youtube.
Nel frattempo, il 13 dicembre si è tenuto il concerto dei Bombay Bicycle Club, ultimo live in programma nel locale. A un certo punto dell’esibizione la band ha chiamato sul palco un ospite speciale, lo storico chitarrista e cantante dei Pink Floyd David Gilmour. Gilmour si è esibito con la band durante la canzone “Rinse me down” e poi ha suonato, in un’atmosfera commovente, Wish You Were Here. Un degno addio, sentito e amareggiato, a uno dei luoghi simbolo della musica rock e non solo.
QUI potete consultare la pagina Wikipedia dell’ Earls Court.
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