A quelle sigarette tra gli sbadigli aspettando l'autobus.
Al suono di quella campanella pronta a riportarci alla realtà.
Agli anni di quella sana ribellione, così acerba, così sincera.
Alle interrogazioni e a quelle santissime ricreazioni, ai bagni della scuola, un "sacro confessionale" di primi amori e storie importanti, di quelli che duravano il tempo d'una tirata di sciacquone.
E tu mio caro Eastpak, nero, classico, imbrattato d'uniposca e dall'aria consumata e così strafottente, eri con me. Sempre. Ovunque andassi.
Ecco, ora che ti sei vestito di nuovo, che hai conquistato la scena glamour, i front row, i profili instagram di quelle fascinose blogger "che i carboidrati sono buoni solo in foto!", sappi, che vestito di meravigliose texture o semplice tela, con inserti in pelle o meno, nero o a colori, nessuno mai - puoi giurarci - ti amerà mai quanto t'ho amato io!
P.S: Natale è vicino, il mio compleanno non proprio! Fate un po' voi!






