Seconda puntata…
Eccomi qua a raccontarvi una parte dell’avventura che la carovana itinerante del “Social Media Team” di Eating Piceno ha vissuto lungo la SP 514…
Il racconto inizia da Montedinove, un antico paese ricco di storia, di arte, di cultura e di tradizioni posto nelle Terre del Piceno, alle pendici del Monte dell’Ascensione, che fa parte della catena dei Monti Sibillini.
Un po’ di storia…
Fondato nel VI secolo d.C., nel 578 all’epoca delle invasioni barbariche, Montedinove fu abitato da un gruppo di profughi ascolani che qui cercavano protezione. Nel 1039 fu donato, con Offida, dal longobardo Longino di Azzone ai monaci dell’Abbazia di Farfa e fu proprio l’abate Berardo III che ne ordinò la fortificazione. Nel 1240 l’assedio dell’esercito di re Enzo, figlio di Federico II di Svevia, non ebbe successo e nel 1279 Montedinove raggiunse l’autonomia comunale. Rimase prima sotto il controllo di un podestà inviato dal papa poi, nel 1585, fu assegnata da Papa Sisto V al presidiato di Montalto. Riacquistò l’autonomia solo nel 1815 dopo essere entrata a far parte del Regno Italico napoleonico.
Il suo nome è la fusione dei termini “Monte” e il latino “Nova”
A “Nova” viene associato il nome della città di Novana, (città dell’interno posta tra Asculum e Cluana ) che scomparve e che venne menzionata da Plinio il Vecchio, nella sua nota “Naturalis Historia” libro III cap. XIII, ma viene associato anche al termine ‘cose nuove’ quindi ‘terra da poco ridotta a coltura; e il numerale cardinale nove.
Un po’di arte e di cultura…
Passeggiando nel centro storico di Montedinove sono rimasta affascinata e sorpresa dalla sua bellezza…
Vi sono palazzi, chiese e particolari di grande interesse che parlano e raccontano la storia di questi luoghi ma, quello che mi ha maggiormente incantata, è il portale della Chiesa di Santa Maria De Cellis dove in quasi tutte le pietre che lo compongono sono scolpiti dei simboli legati all’ordine cavalleresco dei Templari e quindi ne testimoniano la presenza nel Piceno.
La tradizione…
Montidinove è uno di quei paesi dove si coltiva la “Mela Rosa dei Monti Sibillini” definita gioiello del Piceno e del Fermano; una autentica eccellenza alimentare, e dove ogni anno nel mese di novembre si svolge la Manifestazione “ Sibillini in rosa”
La Mela Rosa è una antica varietà di mela che viene coltivata nella zona collinare e montana delle Marche ( tra i 450 e i 900 mt. di altezza ) in particolare nella zona monti Sibillini.
E’ una pianta che ha un’ottima resistenza al freddo ed i suoi frutti hanno una buona resistenza alle più comuni avversità biotiche per questo è idonea ad una coltivazione a basso impatto ambientale e non ha bisogno di particolari trattamenti antiparassitari.
Un tempo si coltivava nei frutteti delle famiglie; oggi la sua coltivazione è più diffusa. Recentemente il Comune di Montedinove ha impiantato 400 alberi di Mela Rosa dei Monti Sibillini per incrementarne la coltivazione. Essendo dotata di una elevata serbevolezza la Mela Rosa si conserva bene dal momento della raccolta che si effettuata ad ottobre fino al mese di aprile.
I 5 sensi in cucina a Montedinove…
La Mela Rosa dei Sibillini è molto utilizzata in cucina e nel Piceno si utilizza anche per la preparazione di una gustosissima birra artigianale, ma di questo ve ne parlerò poi…
Ed è proprio in cucina che la “ Mela rosa” in queste zone coinvolge i nostri 5 sensi:
la vista: le mele rosa sono piccoline, di forma irregolare e asimmetrica, leggermente schiacciate e con un peduncolo cortissimo; hanno la buccia di colore verdognolo con sfumature che vanno dal rosa al rosso violaceo, all’arancio fino al ruggine ed hanno la polpa bianca.
l’udito: la polpa è croccante e si sente il rumore quando scrocchiano sotto i denti
l’olfatto: il profumo è intenso e aromatico, ma delicato
il gusto: la polpa succosa è acidula ma nello stesso tempo zuccherina
il tatto: la buccia è liscia e la polpa è soda.
E qui a Montedinove presso l’Agriturismo “ Il Fienile” ( tel: +39 0736 82 82 76
e.mail: [email protected] ) abbiamo avuto modo di degustare una vasta gamma di piatti tipici della zona preparati, per la gran parte, utilizzando proprio questo prezioso frutto.
Ora vi voglio riproporre uno dei piatti che, da buona milanese che ama il riso, ho maggiormente gradito…
Quella qui sotto scritta è la ricetta che la “cuoca” ci ha detto, senza però svelare il suo segreto J
Il risotto con la Mela Rosa dei Sibillini dell’Agriturismo “ Il Fienile”…
In una padella con un po’ di burro far rosolare la mela tagliata a dadini e farle cuocere a fiamma bassa.
In un tegame far soffriggere in un po’ di burro lo scalogno affettato, quando è rosolato aggiungere il riso, sfumarlo con del vino bianco, aggiungere il brodo e far cuocere. A metà cottura aggiungere le mele, terminare di cuocere e servire con una spolverata di parmigiano.
E questa, invece è la versione alternativa che vi propongo io…
Il Risotto con la Mela Rosa dei Monti Sibillini e il pepe rosa…
Ingredienti: 320 gr di riso Carnaroli, 4 Mele Rosa dei Monti Sibillini, 1 scalogno, 1/2 bicchiere di prosecco, parmigiano grattugiato, olio extravergine d’oliva, buon brodo di carne, sale e pepe rosa.
In una casseruola, possibilmente di coccio, faccio appassire nell’olio lo scalogno finemente tritato; quando si è imbiondito aggiungo le mele tagliate a pezzettini, alcuni granelli di pepe rosa e li faccio insaporire per qualche minuto, poi aggiungo il riso, lo faccio tostare per bene, lo sfumo con il prosecco; quando è evaporato, aggiungo un mestolo di brodo e lo porto a cottura unendo man mano il brodo necessario.
Quando il riso è cotto ma ancora un po’ al dente, aggiungo, il parmigiano, ancora qualche granello di pepe rosa e lo lascio mantecare alcuni minuti prima di metterlo in tavola.
Buon appetito e se volete saperne di più, trovate altre versioni della ricetta del Risotto alla Mela Rosa dei Monti Sibillini sui blog di Alessandro Che zuppa! , Cecilia Frigorosa, Cranberry, Marina La Tarte Maison. e Trattoria da Martina
Ci vediamo presto e… entro domani posterò anche la traduzione del post in Inglese…