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#Eatingpiceno: la SP 514 oggi ci porta a Comunanza per incontrare il menù dei 100 anni, la Birra delle Fate e… il tordo matto!!!

Da Laghezzi @laghezzi

Nona puntata…

L’ avventura che la carovana itinerante del “Social Media Team” ha vissuto lungo la SP 514 continua…

Villa Sgariglia - Comunanza

Oggi siamo a Comunanza , un  paese medioevale del Piceno in cui arte storia e coltura narrano il suo passato.

Comunanza è posta sulle colline boscose  nella valle del fiume Aso che l’attraversa e divide la parte medioevale della città  da quella moderna.

Comunanza

 Un po’ di storia…

Da alcuni scavi effettuati si deduce che Comunanza era già abitata ai tempi dei Romani, anche se la sua origine è chiaramente medioevale.

Fondata nel VI secolo d.C.,  all’epoca delle invasioni barbariche,  Comunanza  fu abitata da un gruppo di profughi ascolani che qui cercavano protezione che lo fortificarono e rafforzarono. Nonostante fosse contesa da Amendola e da Ascoli,  rimase però  sempre sotto l’influenza di quest’ultima città. 

Il suo nome variò più volte, infatti, fino al 1324 l’insediamento dei domini di Monte Passillo era chiamata  Communantia Montis Passilli. Successivamente, sotto il dominio di Ascoli, divenne  Comunanza di Monte Passillo della città e del distretto di Ascolie  e durante l’epoca fascista fu chiamata  Comunanza del Littorio, perché il nome era troppo simile al termine comunismo. Solo alla  fine della seconda guerra mondiale il paese prese il nome di Comunanza

Un po’di arte e di cultura…

Comunanza fu terra di artisti; qui ebbero  i natali Sebastiano ( il padre ) e Giuseppe Ghezzi ( il figlio ) : due grandi artisti  dotati di notevoli capacità  che produssero grandi opere a Comunanza, nelle Marche e a Roma.

Giuseppe, ebbe come secondo figlio  Pierleone Ghezzi  che prese dal padre le grandi capacità pittoriche, ma divenne, grazie alle sue caricature  il più grande caricaturista del settecento.

Qui a Comunanza  sono costudite molte delle loro opere di rara bellezza, così come di rara bellezze sono le case e i vicoli dell’antico borgo e  il prezioso organo monumentale barocco a due tastiere che abbiamo avuto modo di visitare.

La tradizione…

Sarà l’aria, sarà l’ambiente, sarà l’alimentazione, ma fatto sta che a Comunanza vivono tre signore ultracentenarie: la Santina, la Carolina e l’Antonia.

Qui sotto potete trovare il loro menù… c’è solo da seguire la loro dieta e sperare in bene

:-)

menù dei 100 anni

Ma a Comunanza c’è anche un piccolo birrificio, nato da soli due anni,  il cui nome già la dice tutta: è il Birrificio delle Fate che prende il nome da una antica leggenda in cui si narra che le fate che vivevano in una grotta posta  sui Monti Sibillini, alla corte  della Maga Sibilla fossero la Sibilla, la Lalcina, la Carmenta, la Ladeisi, la Lumilia, la Silesia …

Sono proprio loro che danno il nome alle birre, prodotte da questo birrificio utilizzando l’acqua dei monti Sibillini e i cereali di produzione propria.

birrificio le fate

Abbiamo avuto modo di conoscere il mastrobirraio e i ragazzi del birrificio che oltre a farci assaggiare le loro birre ci hanno offerto la cacciannanz con i salumi tipici del luogo in primis il ciuascolo.

Ma a Comunanza è…  tordo matto

Non è che è un  tordo è andato fuori di testa è un gustoso piatto della tradizione comunanzese riportato in auge recentemente.

Come scritto nella “ disciplinare” dell’associazione Slow Food Condotta della Valdaso “ Il tordo matto è  pezzetto di filetto di maiale avvolto nel velo del peritoneo con all’interno bacche di ginepro ed altri aromi, successivamente cotto al forno o allo spiedo”

Insomma, il tordo matto è una di quelle antiche ricette legate alle tradizione popolare che amo  e apprezzo molto e dal valore inestimabile.

tordo matto sulla griglia

E dato che siamo il “Social Media team” di Eatingpiceno, e il tordo matto è una autentica leccornia abbiamo pensato bene di elaborare il nome del tordo matto lanciandolo su  Twitter con  l’hashtag #tordomattotuttalavita

L’abbiamo gustato durante la cena al Ristorante “Da Roverino”, ma abbiamo anche gustato altri piatti della tradizione.

Il mio preferito??? Ho l’imbarazzo della scelta, ma credo proprio che quello che ho apprezzato di più, anche perché amo follemente la pasta fresca ripiena è il :

Cappellaccio alla montanara cacio e pepe…

Ingredienti per circa 60/70 ravioli

Ingredienti per la sfoglia: 1 Kg di farina 10 uova

Ingredienti per il ripieno: 1 Kg di carne di maiale 1/2 KG di carne di pollo 1/2 KG di carne di manzo 6 uova 200 g di parmigiano noce moscata q.b. sale q.b.

Rosolare la carne in una teglia con olio extra vergine di oliva e sale, e cuocere per 40 minuti aggiungendo del vino bianco.

Terminata la cottura la passiamo nel tritacarne, dopo che si è freddata terminiamo l’impasto aggiungendo gli altri ingredienti

Riempire la sfoglia  preparata con la farina e le uova, tagliandola a cappellacci piuttosto grossi; una volta pronti lessarli in abbondante acqua bollente salate, scolarli e servirli con cacio e pepe.

cappellaccio cacio e pepe

Buon appetito e se volete saperne di più ci vediamo presto…

:-)

Laura

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English version…

Ninth episode

Shortly you will be able to read the text in English too…
Thanks, have a nice day!

Laura

 


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