Ottava puntata…
La carovana itinerante del “Social Media Team” di “Eating Piceno” proseguendo la sua avventura lungo la SP 514, quella che amo definire la strada provinciale dei 5 sensi in cucina , arriva a Castignano paese collinare conosciuto nel mondo per la produzione dell’anice verde.
Castignano è un antico paese del Piceno, arroccato sopra un colle, al confine tra la vallata del fiume Tronto e quella del fiume Tesino.
Riconoscibile anche da lontano per la sua forma a piramide, è un paese ricco di storia, di arte, di cultura. Il paesaggio che lo circonda è molto suggestivo e reso particolare dai calanchi, terreni particolari molto drenanti senza ristagno d’acqua esposti a sud, in zone ben ventilate e soleggiate dalla superficie pare 90 km2 che favoriscono la produzione dell’anice verde.
Un po’ di storia…
Abitato fin da età antica, nel secolo XI Castignano fu donato ai monaci dell’Abbazia di Farfa e dopo continue lotte con la città di Ascoli passò sotto l’autorità del Vescovo della città stessa. Nel 1585, fu assegnata da Papa Sisto V al presidiato di Montalto e in quel periodo la città ottenne numerosi privilegi. Riacquistò l’autonomia solo nel 1860 dopo essere stata annessa al Regno d’Italia.
Sembra che Castignano debba il suo nome ad un antico bosco di castagni (Lucus castineanus) che anticamente si trovava nei pressi dei paese e ad avvalorale questa tesi c’è il fatto che un albero di castagno è presente anche nello stemma della città.
Un po’ di arte e di cultura…
Passeggiando nel centro storico di Castignano sono rimasta piacevolmente sorpresa dal vero e proprio intrico di vicoli che lo percorrono. Su questi vicoli si affacciano le case e le chiese medioevali e rinascimentali che narrano la storia di questi luoghi e dei Templari che qui hanno operato per lungo periodo poiché il paese fu un importante punto di transito e di smistamento dei pellegrini che da Roma si muovevano verso i porti di imbarco per la Terra Santa.
E proprio a Castignano ogni anno si svolge il “Templaria Festival” una manifestazione che fa rivivere per qualche giorno la loro storia, il centro storico e i prodotti tipici del territorio tra cui spicca l’anice verde.
La tradizione…
“Il Signore fa sorgere i medicamenti dalla terra, l’uomo assennato non li disprezza”
(dal Siracide – Libro Sapienzale della Bibbia)
Con questa citazione il Sig. Sergio Corradetti, dell’Amministrazione provinciale, ha esordito nella sua presentazione dell’anice verde di Castignano e l’ha citata per sottolinearci l’importanza delle erbe officinali in generale e dell’anice verde ( Pimpinella Anisum ) in particolare.
Quello dell’anice verde di Castignano è un antico seme che è stato riportato in purezza ed custodito presso la banca del germoplasma regionale di Monsanpolo del Tronto. Coltivato dagli “ agricoltori custodi” è prodotto rispettando il metodo tradizionale
Oggi il progetto di rilancio della produzione dell’anice verde, che ha il supporto dell’Assam ha l’obiettivo di garantire la qualità del prodotto con la selezione e messa in coltura di semi in purezza, e di promuoverne la diffusione dell’uso in erboristeria e gastronomia, lasciando in secondo piano quella della liquoristica.
Già alla fine del ‘700 nelle Marche l’anice fu una spezia molto utilizzata e molto, commercializzata nella liquoristica. La sua coltivazione a Castignano divenne più intensiva nella seconda metà dell’800 quando iniziò a diffondersi la preparazione industriale dei liquori all’anice (anisetta, anisina, sambuca, mistrà) . La produzione totale dell’anice verde veniva completamente assorbita dalla Distilleria Meletti per la produzione dell’anisetta, sulla cui etichetta ancora oggi è indicata la provenienza di quegli anici (Castignano).
I 5 sensi in cucina a Castignano…
L’anice verde di Castignano è molto utilizzata in cucina e nel Piceno si utilizza anche per la preparazione di una gustosissima birra artigianale, ma di questo ve ne parlerò poi…
Ed è proprio in cucina che l’ “ Anice verde” in queste zone coinvolge i nostri 5 sensi:
la vista: i semi sono di colore verde e rotondeggianti “pieni”
l’udito: il fruscio delle foglie è così delicato e leggero, paragonabile a quello di una piuma
l’olfatto: il profumo è intenso, aromatico, ma delicato
il gusto: il sapore è dolce
il tatto: i semi ruvidi, ma quasi vellutati sono raccolti a mano.
Dopo la vista a Castignano il nostro tour è proseguito verso la ditta “ Silvio Meletti” una storica azienda che produce fin dal 1870 liquori e distillati a base di anice il più famoso dei quali è l’Anisetta.
E per concludere la giornata siamo andati a San Benedetto del Tronto, alla “ Degusteria del Gigante” di Sigismondo Gaetani, dove la chef Sabrina Tuzi ci ha proposto un delizioso menù tutto a base di anice verde.
Tra i piatti degustati vi propongo, data la stagione estiva, questo particolare carpaccio di cui Sabrina Tuzi ( la chef ) e Sigismondo ci hanno cortesemente dato la ricetta.
Carpaccio di Marchigiana Affumicato All’anice E Insalatina di Finocchi
Ingredienti per 4 persone: 500 gr di filetto di vitellone, 2 Kg di sale fino, 1Kg di zucchero,le zeste di 1 limone, pepe macinato, anice verde di Castignano in polvere.3 finocchi, olio extra vergine d’oliva
Preparare una miscela con sale pepe zucchero limone e anice ricoprire interamente il filetto e lasciar marinare per 2 giorni.
Una volta trascorso il tempo risciacquare la carne dal sale in eccesso e affumicarla con trucioli di legno per 20 minuti.
Affettare la carne sottilmente e servirla con un insalatina di finocchi precedentemente tagliati.
Per ultimo voglio ringraziare Sigismondo per averci accompagnati a fare visita alla Torre dei Gualrieri il cui orologio scandisce le ore della giornata dei sambenedettesi e dalla quale si gode un meraviglioso panorama su San Benedetto, sul suo mare e sulle colline circostanti.
Buon appetito e…
Ci vediamo presto…
Laura
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English version…
Eighth episode
Shortly you will be able to read the text in English too…
Thanks, have a nice day!
Laura