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Eav: manager, politici e sindacalisti ci riempiono di supercazzole

Creato il 03 luglio 2012 da Ciro_pastore

EAV: MANAGER, POLITICI E SINDACALISTI CI RIEMPIONO DI SUPERCAZZOLE Fusione, scorporazione, incorporazione, separazione di rami d’azienda, divisionalizzazione di rete/trasporto EAV: MANAGER, POLITICI E SINDACALISTI CI RIEMPIONO DI SUPERCAZZOLE Il linguaggio tecnico, il politichese spinto, il vetero sindacalese: sono tutti sistemi per non far emergere le scomode verità Scene tratte dalla saga AMICI MIEI ( http://www.youtube.com/watch?v=_9MTJw5ctVE&feature=related) Ogni sistema (politico, manageriale o sindacale che sia) si trasforma in casta – più o meno chiusa – e come tale tende ad implementare, al proprio interno, linguaggi per “iniziati”. Tali linguaggi muovono dalla logica di includere gli appartenenti alla casta e, allo stesso tempo, esculdono tutti gli altri dalla comprensione concreta dei fenomeni che, solo apparentemente, descrivono. È pur vero, peraltro, che alcuni concetti necessitano di conoscenze pre acquisite che non tutti possono (e debbono) saper maneggiare. Ma, spesso e volentieri, il linguaggio tecnico si tramuta in astrusi tecnicismi che, non solo non spiegano i fenomeni, ma, anzi, hanno lo specifico obiettivo di rendere i concetti talmente fumosi che molti finiscono per perdersi in quegli imperscrutabili meandri. Gli studiosi di linguistica definiscono questi termini tecnici come “lessico specialistico”, ma tali linguaggi gergali finiscono, invece, per determinare un’esclusione di chi non li maneggia, a tutto vantaggio di chi li usa come arma per allontanare i non addetti ai lavori, piuttosto che come strumento per informare trasparentemente tutti gli interessati. Al di là dei termini, poi, quello che rende ogni cosa più confusa è l’incomprensibile sequenza di atti formali, azioni di disturbo, dire-per-non-dire, linguaggi criptici, per finire con quelli che, in lingua napoletana, si definiscono paraustielli (dallo spagnolo “para usted” = per voi). La parola " paraustiello" è tradotta ed interpretata variamente. Spesso si individua nel paraustiello un ragionamento pretestuoso e contorto, ma fondamentalmente si intende come un discorso fuorviante, teso a mascherare le reali intenzioni a tutti quelli che non ne conoscono le dinamiche nascoste. In questi ultimi mesi, purtroppo, abbiamo assistito ad un uso massiccio di termini lessicali specialistici ( fusione, scorporazione, incorporazione, separazione di rami d’azienda, divisionalizzazione di rete/trasporto). Ma ancor più siamo stati sommersi dai paraustielli. Le caste si parlano esclusivamente fra loro, e chi ha orecchie per intendere, intende. Ma tutti gli altri? Beh, la maggioranza cade inesorabilmente nella ragnatela deiparaustielli, così sapientemente tessuta da politici, manager e sindacalisti. A questi professionisti dell’inciucio si è aggiunta, recentemente, anche una piccola ma pugnace pattuglia di avanguardisti (dell’ultim’ora) che, per intorbidire ulteriormente le già torbide acque, si sono erti ad impavidi paladini dei lavoratori, sbandierando un non meglio precisato intento protettivo che, forse, altro non è che l’ennesima e più subdola fonte di paraustielli. Oramai, è tale il proliferare dei paraustielli che perfino coloro i quali li producono ne hanno smarrito il filo conduttore. Il continuo bailamme di voci incontrollate, previsioni sballate, progetti saltati, proclami retorici ha finito per debilitare la già impalpabile igiene mentale dei lavoratori che non sanno più a chi, e a cosa, credere. Sembra sempre più che non esista alcuna regia (nemmeno quella occulta) ma che ogni parte parli per se stessa, con il solo intento di sparigliare il gioco altrui. È di ieri la notizia che il massimo responsabile delle nostre aziende, colto da improvviso furore decisionista (sindrome da SuperNello?), si è rivolto con virilità ai suoi “subalterni” per evidenziare “…la assoluta intempestività di tali provvedimenti (promozioni in Metrocampania n.d.r.)che potrebbero creare gravissime difficoltà nell'ambito dei rapporti con le organizzazioni sindacali…” da cui è derivata una esplicita diffida, e cioè:“…contesto il venir meno del principio di leale collaborazione e confronto per l'adozione di atti di riprogrammazione degli assetti organizzativi non condivisi”; e conclude “invito alla revoca immediata di eventuali provvedimenti in tal senso”. Sembrerebbe, ad una prima lettura, un intervento energico, direi risolutivo. Giunge supersonico Super Nello , usa i suoi superpoteri, redarguisce severamente gli amministratori delle singole aziende e, da paladino della comunità, ristabilisce la “legalità”. Così sembra, ma così sarà? Chissà… In questo continuo gioco di paraustielli, linguaggi formali, tecnicismi giuridici da azzeccagarbugli, dove sta la verità? Quanto può essa prevalere sulle furbesche interpretazioni, le complici strizzatine d’occhio, le amichevoli pacche sulle spalle? Quante volte abbiamo assistito ad atteggiamenti duri ed assertivi che, invece, nascondevano implicite concessioni? Quante volte la menzogna compromissoria ci è stata contrabbandata come verità? Quante volte ci è stato ammannito l’insulso spettacolo delle reazioni piccate che altro non erano, invece, che compiacente accettazione dello status quo? Quante volte abbiamo visto il garante della regolarità andare a braccetto con il suo antagonista? Insomma, molti vivono e prosperano allegramente di paraustielli che determinano compiacenti manipolazioni della realtà, ma non c’è il rischio che tutti gli altri finiscano per morire di paraustielli? ( http://www.youtube.com/watch?v=phtyG-iwv-Q&feature=related ) Ciro Pastore Il Signore degli Agnelli   leggimi anche su http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/

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