Scritto da Giulia Bonaudi
L’epidemia di Ebola che si sta diffondendo a macchia d’olio in Africa allarma tutto il mondo. Secondo i Medici senza Frontiere, si tratterebbe di “un’epidemia senza precedenti” di febbre emorragica con 22 dei 78 decessi registrati in Guinea, certamente provocati dal virus Ebola. Lo ha dichiarato a Conakry il coordinatore locale di Medici senza frontiere, Mariano Lugli. “Ci troviamo di fronte a un’epidemia di dimensioni mai viste in relazione alla distribuzione dei casi sul territorio – ha sottolineato – con molte città colpite nel Sud e casi nella Capitale”. Medici senza frontiere “è intervenuta in quasi tutte le epidemie conclamate da virus Ebola degli ultimi anni – prosegue Lugli – ma erano molto più concentrate e riguardavano luoghi più isolati. Stavolta i casi sono disseminati in un’area molto vasta e ciò complica moltissimo il lavoro delle organizzazioni che stanno cercando di bloccare l’epidemia”.
L’ebola è un virus particolarmente pericoloso per l’uomo, con un tasso di mortalità piuttosto elevato (dal 25 al 90% dei casi), secondo il Global Alert and Response (GAR) del World Health Organization. Il virus prende il nome dalla valle dell’Ebola nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) dove scoppiò la prima epidemia nel 1976, in un ospedale di suore olandesi. Si manifesta con una febbre emorragica e ha come sintomi classici febbre, vomito, diarrea, dolore diffuso e malessere, con alcuni casi di emorragie anche interne ed esterne. Data la sua pericolosità il virus dell’ebola è classificato come agente di bioterrorismo di categoria A e viene considerato una potenziale arma biologica.
Gli esperti, provenienti da Atlanta, si sono mobilitati e sono già arrivati in Guinea. Si tratta di medici e personale del Centers for Disease Control and Prevention, il cui scopo è verificare l’effettiva gravità della situazione e cercare di porre rimedio all’estendersi del contagio.
Non sono mancate le reazioni dei paesi vicini alla Guinea, che hanno deciso di chiudere le frontiere e rafforzare i controlli sanitari. Tra questi c’è il Senegal, confermato dalla Farnesina in un warning: “In ragione dell’epidemia di febbre emorragica da virus ebola in Guinea, le Autorità del Senegal hanno decretato la chiusura fino a nuovo ordine dei valichi di frontiera con la Guinea nelle regioni di Kolda e Ke’dougou, nel sud est del Paese”. Anche il Marocco corre ai ripari, effettuando attenti controlli all’aeroporto di Casablanca. L’Arabia Saudita invece ha sospeso la concessione di visti ai pellegrini in arrivo dal Paese africano del contagio (e dalla Liberia) per visitare la Mecca.