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Ebola spaventa oltre l'Africa

Creato il 10 aprile 2014 da Gianfrancodv @Gdv1964
L'ultima epidemia di Ebola risaliva al 2012, quando tra la Repubblica Democratica del Congo e l'Uganda fece 50 vittime (degli 88 contagiati). Allora scrissi questo postche altro non era che alcune annotazioni sulla storia di questo virus e delle sue epidemie a partire dal 1976.La febbre emorragica Ebola è per ora un'esclusiva africana.

Rispetto al passato, la nuova epidemia scoppiata in Africa Occidentale (per ora Guinea e Liberia, 151 casi e 95 morti all'8 aprile) ha delle caratteristiche diverse. La prima che si sviluppa in paesi che non erano mai stati colpiti da Ebola (finora "solo" Uganda, RD Congo, Sudan, Gabon e Costa d'Avorio, quest'ultimo con un unico caso) e che per la prima volta esce dai villaggi, per giungere in una grande città (Conakry, 20 casi e 6 morti).

Ebola spaventa oltre l'Africa

epidemie di Ebola dal 1976

Ora queste due caratteristiche e il numero dei casi (esiguo) non dovrebbero preoccupare, eppure qualcosa sta seminando panico nella comunità internazionale.E' chiaro che la questione che maggiormente preoccupa sono i 20 casi registrati a Conakry. La capitale infatti, ha un collegamento aereo diretto con Parigi e Bruxelles (ovvero il cuore, non solo geografico, dell'Europa), oltre che con alcune capitali africane come Dakar, Bamako, Adbijan e Monrovia e alcune grandi città come Casablanca.E' la paura dell'uscita, per la prima volta nella storia (nel 2012 erano stati registrati una sessantina di casi in Europa tra scimmie esportate), del virus Ebola, dai confini africani, che allarma i governi europei. L'incubo che scrittori e registi fantasiosi hanno per decenni prospettato, rischia di avverarsi.Il panico rischia di diffondersi (qualora dovesse esserci il primo caso in Europa, la paura rischierebbe di fare più danni della malattia). Per ora in molti aeroporti europei è scattato l'allarme. L'allerta è massima è richiede controlli sanitari su tutti i passeggeri di aerei provenienti da zone infette. La malattia ha un incubazione tra i 2 e i 21 giorni, un'insorgenza aspecifica e non vi sono tests diagnostici. E' facile intuire quanto i controlli possano risultare inefficaci.Vi è però una ottima notizia, ovvero che, contrariamente alle catastrofiche previsioni cinematografiche, Ebola non si contrae per via aerea (respiro), ma solo per contatto diretto con malati e liquidi biologici.La differenza è enorme. Per essere più chiari una malattia a trasmissione aerea è l'influenza (a tutti è chiaro quante persone colpisce in forma di epidemia) mentre una malattia a trasmissione diretta è, ad esempio, l'epatite virale (che colpisce poche e mirate persone). Rispetto ad altre malattie a trasmissione diretta più conosciute (compresa l'epatite e l'Aids) la febbre emorragica da virus Ebola ha un'elevatissima e rapida mortalità.L'origine di Ebola non è chiara (che novità!). Si parla di pipistrelli e di volpi volanti (che vengono mangiati in molte aree rurali), è conosciuta la diffusione tra le scimmie (in particolare scimpanzè e gorilla sono stati seriamente colpiti dal virus) e a partire dal 1976 si conosce il suo effetto sugli uomini.Il sospetto dell'intervento dell'uomo è in questi casi d'obbligo. Nessuno può ignorare che studi su agenti patogeni legati all'uso bellico (ovvero di armi biologiche) sono stati effettuati (e sicuramente lo sono ancora) a partire dall'antichità, sviluppati nella seconda guerra mondiale e incrementati durante gli anni della guerra fredda. Vi sono fonti attendibili e documenti ufficiali che testimoniano di programmi di sviluppo di armi biologiche letali durante gli anni più drammatici della guerra fredda. Tanto che nel 1972 fu firmata dalle Nazioni Unite una convenzione che vietava l'uso e lo studio di armi biologiche.Avere qualche sospetto non solo una questione da "complottisti" o da sospettosi: credo sia perfettamente legittimo.

Infine, vale la pena sottolineare che, proprio a ragione del fatto che Ebola ha sempre colpito aree rurali africane (diciamo la verità, dove dei morti non interessava a nessuno) la ricerca su terapie e/o vaccini non ha avuto, in questi quasi 40 anni, nessun carattere di urgenza o di priorità.Uno dei centri all'avanguardia per lo studio di Ebola è il CIRMF in Gabon

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